giovedì 29 aprile 2010

Il Consiglio comunale dello sbilancio

La seduta del Consiglio Comunale di martedì scorso è stata molto lunga e poco partecipata. Iniziata alle 19 è finita alle 23,30 sfiancando anche i più motivati spettatori tra il pubblico che comunque non ha superato la trentina di persone anche nei momenti di maggiore affollamento. Per contro la mia cronaca sarà molto stringata anche perché quando certi comportamenti e situazioni si ripetono uguali nel tempo la disattenzione tende a prevalere. Mi affido agli appunti: Papaleo in avvio di seduta annuncia la presenza in aula degli ancora sbalorditi operai della Nardi che avevano appreso da un fax arrivato lunedì mattina nella loro fabbrica, svuotata da attrezzature e stampi durante il week end, di essere stati messi in cassa integrazione, avverte che le riprese video dei lavori dell’aula inizieranno dalla prossima seduta, convoca la riunione dei capigruppo per discutere di Odg urgente presentato da Anelli sulla Rho-Monza. Al rientro in aula informa che i capigruppo hanno chiesto al consigliere di ripresentare il suo testo, che impegnerà l’amministrazione a difendere il progetto di interramento dell’autostrada, alla prossima seduta. Sul documento, salvo sorprese, convergerà il voto unanime dell’aula. La lettura a seguire dell’interrogazione presentata nel dicembre scorso (5 mesi fa) da Anelli sullo stesso tema è stata una parentesi surreale che però la dice lunga sulla scarsa produttività dell’assemblea padernese.
Dell’incontro con gli operai Nardi il sindaco ha detto solo poche parole di circostanza, dal fumo sono emersi termini quali “tavolo”, “percorso”, ormai privi di significato. Dopo l’approvazione dei verbali si è discusso della modifica dello Statuto comunale in merito alla cancellazione per legge del Difensore Civico, relazionando sull’attività dell’ultimo che la città ha avuto: 76 ricorsi nel 2009, 36 istruiti insieme ai 7 rimasti inevasi nel 2008, e 40 ricorsi respinti perché non relativi a competenze comunali che comunque hanno dato luogo a pareri con assistenza fornita ai cittadini. Sul tema è intervenuto il consigliere Massetti che ha dichiarato questa decisione di legge sbagliata e negativa perché elimina l’unica figura di garanzia che il cittadino aveva. Inoltre ha sottolineato che il governo ha abrogato una norma ordinamentale degli enti locali con una legge finanziaria violando in questo modo la legge che definisce le autonomie comunali. “Siamo padroni a casa nostra o no?” ha chiesto rivolto alla delegazione della Lega che però non ha fiatato se non per dire con il capogruppo Caldan che “Ogni direttore di settore dovrà essere il difensore del cittadino”. Una bella frase retorica, priva di significato, che denota l’imbarazzo dei paladini (a parole) del potere locale.

L’intervento di Alparone non lo riporto perché immeritevole. Pretendeva di affermare che a decidere l’eliminazione del difensore civico erano stati, non i governanti, ma i cittadini dal momento che “solo in 76 avevano avanzato ricorsi". Come a dire, se ci sono stati pochi incidenti stradali aboliamo i vigili. Stendiamo un velo pietoso che è meglio. Il capogruppo PdL, l’ex lottatore continuo (oggi, come me, drammaticamente sovrappeso), ha rivendicato la scelta come “politica”. Forse è per questo che la sua giunta ha deciso di aumentare di 70mila euro la franchigia dell’assicurazione sui contenziosi.
Poi è stata la volta dell’assessore Ruzzon che ha letto il rendiconto dell’esercizio finanziario 2009 che vi risparmio perché lagnoso nei contenuti e nella forma. In sintesi: lei non ha soldi e non può farci niente. Infila ancora 1,2 milioni di oneri di urbanizzazione destinati agli investimenti, nella voragine della spesa corrente, e di fronte alle osservazioni di Coloretti il quale giustamente denuncia l’insostenibilità di questa politica che impedisce al Comune di fare qualsiasi cosa, non trova di meglio che rispondere così: “L’eliminazione dell’Ici è stata buona e giusta, ci lascia senza risorse, è un grosso problema, ma ci stiamo pensando”. E poi incalzata dei rilievi sbotta. “Lo so che bisogna tagliare le spese, ma non possiamo farlo solo noi, così poi i cittadini fanno le barricate, dobbiamo farlo insieme condividendo le scelte”. Ha paura dei padernesi incazzati, la ragazza, e chiede l’aiuto dell’opposizione che difficilmente però la accontenterà, simpatica com’è.
Scontate le successive scintille sulla variazione di Bilancio 2010, approvato con gran strombazzamenti a dicembre, ma già da riscrivere. Ruzzon ha estinto mutui per 1,5 milioni, ma ha deciso di usare 233 milioni di tasse recuperate, non per sostenere i bisogni sociali come aveva promesso a dicembre, ma per aumentare il premio assicurativo sui contenziosi (i cittadini fanno molte più cause al Comune di prima?), per ripianare l’appalto calore che era stato tagliato sbagliando le previsioni, e per dare altri 60 milioni ad Ages, senza specificare il perché. L’opposizione ha fatto giustamente una domanda politica: erano queste le priorità della città? Non ci sono invece problemi più urgenti cui fare fronte tipo il sostegno ai cittadini impoveriti dalla crisi e dalla perdita di reddito? “Se queste sono le vostre scelte non possiamo certo approvarle o condividere con voi i tagli annunciati alle spese correnti” ha detto Coloretti. Vale a dire se i cittadini in futuro faranno le barricate gli daremo una mano. Ne è seguito il solito battibecco con la signora “io lavoro tanto”, che ha aumentato se possibile le sue smorfie teatrali prima di rispondere, mani nei capelli, palme a coprire il volto, sbuffi, sospiri e altri donneschi rumori di scena, sul quale non vale davvero la pena soffermarsi. Lo stoico Coloretti da lei può solo ricevere dei due di picche. Da notare che il gran daffare che si è data la signora non ha raccolto molti apprezzamenti. Nessuno dalla maggioranza ha aperto bocca per difendere le sue scelte al punto che ha dovuto alzarsi il solito Rimoldi per dirgli "sei stata brava e concreta, avanti cosi". Meglio di niente. 
Ultimo punto della serata l’inutile approvazione del Consiglio comunale chiesta da Tonello sulla firma (avvenuta a febbraio) dell’accordo per la realizzazione della metro tramvia Milano-Seregno. Alparone ha preso la palla al balzo per affermare tonitruante: “E’ l’ultima volta che Paderno subisce una decisione presa da regione e Provincia senza venire coinvolta in un progetto complessivo” e ha persino cercato di gabellare la favola che la sua firma sarebbe stato il frutto di una trattativa tra tramvia e Rho-Monza. Sogni d'oro.

Ps. Informo il Direttore Responsabile de La Calderina che molti cittadini chiamano ormai il giornale comunale "L'Album". Il nuovo nome della testata sarebbe davvero più appropriato dal momento che l'ultimo numero contiene ben 10 foto del sindaco su un totale di 20 pagine. Suggerisco al consigliere Cerioni, esperto di comunicazione, di presentare apposita interpellanza.

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