il CCIRM tramite Luigi Lunardi ci ha inviato copia della lettera che, nella tarda serata di Domenica 12/10, il Comitato ha inviato a Serravalle e in copia conoscenza al Sindaco Alparone. I cittadini stanno intanto proseguendo con il presidio ad oltranza per opporci al taglio degli ultimi alberi della zona.
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martedì 14 ottobre 2014
venerdì 6 dicembre 2013
Allegro: "fai critiche sterili e lesive dell'immagine del Comitato"
Fabrizio Allegro,
architetto e storico esponente del CCIRM, animatore fin dal 2009
delle iniziative finalizzate a realizzare l'interramento
della Rho-Monza, autore di un progetto alternativo di
riqualificazione realizzato a titolo gratuito e coautore di un
secondo progetto sempre di interramento, membro dei due tavoli tecnici che li hanno discussi, mi ha scritto una lunga
lettera (di cui riassumo i punti principali) per rispondere ai miei ultimi commenti sulle scelte del
Comitato che io non ho condiviso per i motivi che ho illustrato su
Padernoforum.
Nella sua lettera Allegro nega che esistano “membri” di un “comitato ristretto” perché, dice, tutti quelli che hanno aderito alle iniziative ne fanno parte e nessuno ha un ruolo guida. Nega che esista un orientamento politico del Comitato il quale afferma è sempre stato equidistante dai partiti.
Egli spiega che i contenuti del sondaggio, le domande e la loro successione, giustificavano la decisione di disdire l'incontro con Serravalle. Allegro dice inoltre che l'incontro con il presidente di Serravalle è stato annullato anche perché la società non ha inviato in anticipo, come richiesto, una copia del progetto modificato che sarebbe stato illustrato durante l'assemblea.
Egli sostiene che Serravalle con il suo sondaggio “ci ha messi in un angolo”, che dunque non è possibile continuare a sedersi a un tavolo con un soggetto che ci ha “prima buggerato con due tavoli tecnici, poi schernito, nuovamente irriso senza rispettare il voto dei consiglieri deputati in Provincia e Regione pro-interramento, e svalutato anche il lavoro svolto pro-bono da noi cittadini ancora con il tavolo dei 5 comuni”.
Fabrizio a confutazione delle mie critiche alla gestione della comunicazione (cioè della politica) del Comitato ricorda le numerose iniziative messe in campo in questi cinque anni. Mi accusa di dare del Comitato un'immagine “lesiva” invitandomi a “riflettere” e a fare “critiche costruttive” dichiarando quel è la mia proposta alternativa.
Premetto che le critiche “costruttive” a mio avviso non esistono. Le critiche non sono lesive al contrario sono utili perché indicano i punti deboli, gli errori e le ambiguità, consentendo così di correggere la rotta. Detto questo la mia proposta immediata è la seguente: 1) dare subito forma giuridica al Comitato fondando l'associazione, eleggendo presidente e comitato direttivo come era stato deciso due mesi fa. 2) creare un ufficio stampa per gestire la comunicazione e tenere rapporti corretti con tutti i giornali, blog e altri media locali. 3) utilizzare il sito informativo correttamente, dando solo le notizie ufficiali e pubblicando i comunicati senza prima farli circolare su altri mezzi, non pubblicare notizie se prima non ci sono verifiche e conferme. 4) parlare a tutti i padernesi, ma anche ascoltarli regolarmente con sondaggi e altri strumenti 5) tenere relazioni trasparenti con tutti: istituzioni, partiti e associazioni che sostengono concretamente la lotta per l'interramento. 6) fare più informazione, magari “porta a porta”, non solo all'Unes ma anche negli altri quartieri.
Nella sua lettera Allegro nega che esistano “membri” di un “comitato ristretto” perché, dice, tutti quelli che hanno aderito alle iniziative ne fanno parte e nessuno ha un ruolo guida. Nega che esista un orientamento politico del Comitato il quale afferma è sempre stato equidistante dai partiti.
Egli spiega che i contenuti del sondaggio, le domande e la loro successione, giustificavano la decisione di disdire l'incontro con Serravalle. Allegro dice inoltre che l'incontro con il presidente di Serravalle è stato annullato anche perché la società non ha inviato in anticipo, come richiesto, una copia del progetto modificato che sarebbe stato illustrato durante l'assemblea.
Egli sostiene che Serravalle con il suo sondaggio “ci ha messi in un angolo”, che dunque non è possibile continuare a sedersi a un tavolo con un soggetto che ci ha “prima buggerato con due tavoli tecnici, poi schernito, nuovamente irriso senza rispettare il voto dei consiglieri deputati in Provincia e Regione pro-interramento, e svalutato anche il lavoro svolto pro-bono da noi cittadini ancora con il tavolo dei 5 comuni”.
Fabrizio a confutazione delle mie critiche alla gestione della comunicazione (cioè della politica) del Comitato ricorda le numerose iniziative messe in campo in questi cinque anni. Mi accusa di dare del Comitato un'immagine “lesiva” invitandomi a “riflettere” e a fare “critiche costruttive” dichiarando quel è la mia proposta alternativa.
Premetto che le critiche “costruttive” a mio avviso non esistono. Le critiche non sono lesive al contrario sono utili perché indicano i punti deboli, gli errori e le ambiguità, consentendo così di correggere la rotta. Detto questo la mia proposta immediata è la seguente: 1) dare subito forma giuridica al Comitato fondando l'associazione, eleggendo presidente e comitato direttivo come era stato deciso due mesi fa. 2) creare un ufficio stampa per gestire la comunicazione e tenere rapporti corretti con tutti i giornali, blog e altri media locali. 3) utilizzare il sito informativo correttamente, dando solo le notizie ufficiali e pubblicando i comunicati senza prima farli circolare su altri mezzi, non pubblicare notizie se prima non ci sono verifiche e conferme. 4) parlare a tutti i padernesi, ma anche ascoltarli regolarmente con sondaggi e altri strumenti 5) tenere relazioni trasparenti con tutti: istituzioni, partiti e associazioni che sostengono concretamente la lotta per l'interramento. 6) fare più informazione, magari “porta a porta”, non solo all'Unes ma anche negli altri quartieri.
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domenica 27 gennaio 2013
Quando le parole sono finite
Ieri, partecipando al 2° Reading di Poesia e Narrativa di Paderno Dugnano, "Storie di viaggi", ho deciso di leggere la parte finale
dell'ultima lettera di mia sorella Gabriella, datata 1 novembre 1974.
La lettera che ci è giunta anonimamente qualche tempo dopo, infilata nella casella
postale della casa dove vivevano i miei genitori a Milano, è stata scritta con una penna
blu su un quadernetto a righe presumibilmente tra le città di Pokhara e Jomsom,
lungo la strada che porta a 5.000 metri di quota a
valicare il passo che dal Nepal scende verso l'altopiano del Tibet,
meta del suo viaggio.

Viaggio dal quale non ha mai fatto ritorno come
la sua amica Gerardina che l'accompagnava.
E'
stata per me una forte emozione rileggere dopo tanti anni le sue parole che descrivono
in poche righe e con grande efficacia le illusioni e le speranze di
una parte della nostra generazione che 40 anni fa guardava a mete
lontane, soprattutto a Oriente, cercando una strada che la conducesse verso un mondo spirituale fatto di valori diversi e
alternativi a quelli dell'Occidente consumista, materialista e
decadente. Voglio condividere queste parole con voi.
A
questo punto abbiamo finito di viaggiare con i mezzi pubblici e ci
aspettano le montagne che abbiamo davanti.
Fra
qualche giorno partiremo da Pokhara a piedi e in 10 giorni
raggiungeremo Jomsom, l'ultima grande città che toccheremo. Poi
abbiamo già scelto la strada per attraversare la frontiera che passa
solo per villaggi dove però siamo sicure, troveremo sempre da
mangiare e da dormire. Dopo si vedrà. Abbiamo ancora parecchi soldi
in Travel Cheques, ma non credo che a 5mila metri sul passo che porta
in Cina, spunterà un omino da un masso che ci chiederà: Hallo mister! Change
money? Quindi non potremo avere soldi cinesi e non andremo più a
spendere nei villaggi. Ma ormai a quel punto dovremmo già sapere
cosa cosa fare, perché per stare in territorio cinese dovremo
disfarci di passaporti e Travel Cheque.
E'
tanta l'ansia di descrivervi il viaggio che abbiamo fatto, ma non
basterebbero i quaderni. Sarebbe stato certo meglio farlo insieme,
anzi è come se sulla strada con noi ci foste stati tutti, perché
avremmo voluto farvi partecipi di tutte le nostre emozioni ed
impressioni, man mano che le abbiamo vissute. Ma certo dell'Oriente
misterioso non è rimasto nulla.
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