Ricevo da Gianfranco Massetti questo commento alla recente approvazione del Bilancio che è stata votata in Consiglio Comunale solo dalla maggioranza senza discussione perché l'opposizione l'aveva definito "inemendabile" per la sua inattendibilità.
Bilancio e partecipazione
Mercoledì 29 maggio il Consiglio
Comunale ha approvato il Bilancio Preventivo 2013. Già la data è
indicativa della difficile condizione in cui si ritrovano gli enti
locali italiani e, quindi, anche il nostro.
I tagli ai trasferimenti, il patto di
stabilità e le politiche centralistiche degli ultimi governi hanno
penalizzato oltre misura anche la nostra città. Questo è vero. Ma
quello che è sbagliato sono state le politiche di Bilancio che il
centro destra ha adottato in questi anni. Prima ha gridato al buco,
poi ha alimentato l’idea che le difficoltà di oggi dipendono dagli
sprechi e dai debiti di ieri. Quindi una corsa a risparmiare risorse
per far dimagrire il Comune (i servizi) e non fare più debiti (i
mutui).
Un’analisi superficiale.
Ogni persona accorta sa che il
costo enorme degli apparati, gli sprechi e l’inutilità di alcune
spese non sono causate dagli Enti locali, ma in grandissima parte
dallo Stato centrale. E’ li che l’Italia deve dimagrire. Una
visione miope ha provocato la diminuzione drastica dei mutui,
bloccato gli investimenti e aumentato la spesa corrente: esattamente
il contrario di quello che adesso servirebbe per aiutare un paese in
difficoltà di risorse, lavoro e sviluppo.
Se non ci
fossero stati investimenti in questi anni la città sarebbe
certamente senza mutui, ma anche senza opere e senza servizi. Una
città più povera. Nel 2009 un bilancio di quasi 48 milioni, oggi un
bilancio di 40. Invece che guardare ideologicamente a quanti “debiti”
ci sono sulle spalle di ogni cittadino, si guardi anche a quanti beni
e ricchezze patrimoniali possiede: così lo sguardo sarebbe più
veritiero e meno cupo.
Ogni cittadino sa come è riuscito ad
acquistare la propria casa e spesso anche la propria auto: con un
mutuo. Ha investito sulle sue capacità, sul suo lavoro e sul suo
futuro. Il bel risultato di oggi è che non c’è un cantiere
aperto,che la città è ferma e non c’è un idea di sviluppo
sostenibile e di futuro. Il Comune di Paderno Dugnano ha un bilancio
sano e in pareggio da più di 20 anni.
Perché deve rinunciare alla qualità dei suoi servizi,del suo
ambiente e della sua crescita civile e democratica?
Segnalo due esempi molto diversi tra
loro ma molto vicini a noi. L’Associazione Centriamo il Futuro di
Paderno Dugnnao e Sfida Comune di Cusano Milanino. Due gruppi di
giovani che si stanno interrogando sulla democrazia, sulla
partecipazione, sul futuro della propria Comunità, in maniera molto
diversa. Seguiteli: sarà una bella scoperta.
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