sabato 27 settembre 2014

Paderno Dugnano: 23 immobiliari, librerie zero

Paderno Dugnano non mi piace. E' una non città, senza identità nè carattere, priva persino di una forma urbana riconoscibile (non ha piazze degne di questo nome e della loro funzione storica), insostenibilmente immobile, poco disposta a cambiare, con una popolazione culturalmente provinciale, rinserrata com'è attorno ai campanili delle sue sette parrocchie alle quali l'amministrazione di destra (ma anche quella precedente) tende a delegare tutto: educazione dei giovani, sport, iniziative sociali, ecc.
Sarà perché sono milanese, anche se ho vissuto nell'hinterland della capitale lombarda (Cinisello Balsamo e Paderno Dugnano) per quasi metà della mia vita, e sono figlio di una cultura decisamente metropolitana, tendo a non considerare un mio simile chi definisce ancora una città di 47mila abitanti, cioè una città delle dimensioni di un capoluogo di provincia, come un "paese". 
Per non parlare del fastidio fisico che mi provocano quelli che non si considerano cittadini di Paderno Dugnano, cioè di una città che appunto non riconoscono, ma si dicono orgogliosamente palazzolesi, amatesi, ecc.
Non deve stupire dunque se questo triste "non luogo" abbia ben 23 agenzie immobiliari e nemmeno una libreria. Quelle poche che negli anni scorsi c'erano hanno chiuso malinconicamente i battenti una dopo l'altra (l'ultima è stata la "Natura Umana, nella foto). Noi che come Circolo Culturale Restare Umani presentiamo ogni anno diversi libri quando dobbiamo spiegare agli autori non padernesi questa realtà siamo molto imbarazzati.
La contraddizione che salta agli occhi a chi interessano questi temi è che pur non essendoci librerie aperte a Paderno Dugnano esiste una copiosa e interessante produzione libraria. Nessuno o quasi sa che negli ultimi tre-quattro mesi sono stati presentati o annunciati ben 4 libri di autori padernesi: il saggio "Viaggio nella nuova imprenditoria – Startup e innovazione in Italia" di Jessica Malfatto, vincitrice nel 2011 del prestigioso Premio Pavese Giovani e per due anni consecutivi finalista del Premio Campiello Giovani; il romanzo "Come promesso" di Meri Gorni, il libro di poesia in milanese "(un) ritratto di signora" di Pier Giorgio Mora, l'ultimo romanzo di Giampaolo Spinato "La bambina".
La mancanza di una libreria in città è un buco nero insopportabile che va colmato. Basterebbero 20 cittadini motivati e colti in grado di investire 2-3mila euro a testa per avviare un'attività che non si porrebbe l'obiettivo di fare utili, ma solo di chiudere in pareggio offrendo così ai cittadini, che sentono questo bisogno di lettura (e di scrittura), di soddisfarlo elevando decisamente con questa impresa meritoria (libreria, centro culturale, galleria, d'arte) il livello civile della nostra città. Mi rivolgo ai miei simili (ce ne saranno almeno 20?) confermando che io sono pronto ad investire. Voi ci state?

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