Ieri sera sulla collinetta,
l'AIEA (associazione Italiana, Esposti Amianto) ha tenuto all'aperto
la sua assemblea pubblica con la relazione dell'attività realizzata
nel 2013-2014. Ricevo da Lorena Tacco la sintesi della sua relazione che contiene molti elementi importanti di conoscenza del "rischio amianto" sul nostro territorio.
L’AIEA è una Onlus senza
fini di lucro, la quale si prefigge a livello globale l’abolizione
dell’amianto (o asbesto) in ogni sua forma: estrazione, impiego
produttivo, commercializzazione ecc. L’Associazione, in relazione
agli attuali livelli di conoscenza scientifica sui danni causati alla
salute dalla inalazione di fibre di amianto, sostiene che non esiste
alcun livello minimo di soglia al di sotto del quale vi sia
sicurezza: quindi la massima concentrazione accettabile di fibre deve
essere zero. La nostra associazione è nata dal movimento di lotta
per la salute “Medicina Democratica” ed è stata fondata il 18
marzo 1989 a Casale Monferrato, con la denominazione di “Associazione
Esposti Amianto”.
La pericolosità dell’amianto è
dovuta soprattutto alle caratteristiche fisiche delle sue fibre che
frantumandosi diventano come aghi lunghi e sottili con le estremità
appuntite. Per avere un’idea delle dimensioni possiamo dire che in
un centimetro vi possono essere trecentomila fibre.
Le fibre più piccole che riescono ad
entrare nei polmoni causano diverse patologie : Placche pleuriche o
affezioni non maligne della pleura (asbestosi pleuriche) lesioni
cicatrizzanti al tessuto polmonare (fibrosi, asbestosi) mesotelioma
alla pleura, al peritoneo, al pericardio, tumori ai polmoni –
carcinoma, tumori del tratto gastro-intestinale, della laringe e di
altre sedi
In nome del profitto si sono
sacrificate migliaia di vite umane, che diventano centinaia di
migliaia se si pensa che ancora oggi in alcuni paesi del mondo
l’amianto viene estratto, lavorato, usato e diffuso.
L'amianto in Italia
I dati Inail sulla presenza di
manufatti in amianto sul territorio nazionale sono approssimativi, in
molte regioni italiane non esiste un piano amianto e quindi non è
stato fatto un censimento per valutare la dimensione del rischio.
I dati ci dicono che esistano sul
territorio 34.000 siti contaminati, la maggior parte dei quali non è
stata bonificata, come Broni dove c’era la Fibronit una fabbrica
che produceva cemento amianto come l’Eternit. Occorrono più di 30
milioni di euro per bonificare l’area, i cittadini lo chiedono
inutilmente da anni. Lo Stato e la Regione non stanziano i fondi
necessari e le persone continuano ad ammalarsi e a morire.
Il governo Monti durante la conferenza
governativa amianto, tenutasi a Venezia nel novembre 2012, promise
“un piano nazionale amianto, linee di intervento per un’azione
coordinata delle amministrazioni statali e territoriali” piano che
è stato approvato dal Governo il 21 marzo 2013.
Questo piano ancora non parte perché
non vengono stanziati i fondi necessari per attuarlo, pochi giorni fa
sono state presentate alla camera delle mozioni di richiesta di
intervento del governo da parte di alcuni deputati sollecitate dal
Coordinamento amianto nazionale che racchiude tutte le associazioni
che rappresentano le Vittime, i loro familiari e gli esposti
all’amianto. E’ una battaglia che il Coordinamento porta avanti
da anni inutilmente.
Nel 2008 la Regione Lombardia ha
eseguito una mappatura georeferenziata in base allo studio dei dati
del MIVIS ha stimato che la superficie delle coperture in cemento
amianto in tutto il territorio regionale non sia inferiore a 80 km2
pari ad almeno 2.700.000 metri cubi di materiale. Cifre sicuramente
sottostimate!
Il nostro territorio comunale è stato
censito da questa mappatura e risultano i seguenti dati:
su 14.032.162 m2 di superficie totale
ne sono stati censiti 12.428.702 pari all’88.6%
Risultano esserci 309 poligoni pari a
237.852 mq con un volume di 7.928 mc Cifre approssimative che
inoltre non tengono conto dell’amianto friabile, delle tubature,
delle pavimentazioni, degli isolamenti, ecc. ecc.
Si tratta di manufatti in cemento amianto relativi a coperture visibili dall’alto. Non è dato sapere quanti altri manufatti esistano effettivamente (tubature, rivestimenti, ecc. ecc.)
Il 2016, anno previsto per la fine
della bonifica del territorio, è alle porte e noi siamo
vergognosamente in ritardo.
La legge prevede l’obbligo della
bonifica di tutti gli edifici pubblici, a Paderno sono state
bonificate le scuole ma per esempio il tetto del cimitero di Paderno
centro è stato solo incapsulato quindi l’amianto non è stato
eliminato.
Tutto il resto è a carico dei privati
cittadini che si devono sobbarcare tutte le spese di bonifica di un
manufatto che per anni è stato prodotto (facendo arricchire in modo
esponenziale tutti gli industriali dell’amianto) ed usato su tutto
il territorio nazionale con il benestare dello Stato.
Uno Stato che ha ignorato gli studi
fatti e pubblicati da decenni.
Uno Stato che ha ceduto alle lobby
degli industriali dell’amianto, ritardando per anni la sua messa al
bando.
Uno Stato che è complice della morte
di migliaia e migliaia di persone ogni anno.
Il Sindaco è la massima autorità
sanitaria ed è quindi responsabile, insieme al Consiglio Comunale,
della condizione sanitaria della popolazione del suo territorio.
Non è possibile per un normale
cittadino o associazione chiedere alla ASL informazioni sulle
patologie presenti sul territorio. Il Sindaco invece lo può fare, ne
ha il diritto! E’ giusto quindi che si muova in questa direzione, e
dopo aver avuto i dati relativi, non solo alle patologie
dell’amianto ma anche a tutte le altre patologie tumorali, è
giusto che istituisca uno studio epidemiologico, suddividendo il
territorio in zone per evidenziare quali pericoli esistano per la
salute dei cittadini e dei lavoratori nel comune a seconda delle
varie tipologie industriali, perché nel nostro territorio abbiamo
avuto casi molto gravi: Ispra, Metalli preziosi, ma anche Tonolli
oggi Ecobat, Eureco, ed è elevato il rischio futuro in casi come la
Leganti Naturali o la realizzazione di nuove infrastrutture (anche
legate all’Expo) come la Milano- Meda, Pedemontana e Rho-Monza, nel
quale progetto si parla di “morti attese”.
Chiaramente questo studio dovrà essere
sempre aggiornato e i dati dovranno essere accessibili a tutti e
chiaramente proprio perché il sindaco è il responsabile della
condizione di salute dei suoi cittadini, dovrà intervenire laddove i
pericoli siano evidenti, per evitare che si ammalino altre persone.
Per quanto riguarda il raggiungimento dell’obiettivo previsto dal
PRAL (bonifica totale del territorio lombardo entro il 2016) le
nostre proposte sono:
Apertura di uno sportello amianto, che
svolgerà un lavoro in sinergia con ASL e forze dell’ordine.
Si dovrà creare una “task force”
pronta ad intervenire urgentemente nei casi di denuncia per
infrazioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e sul
territorio.
Ogni cittadino potrà rivolgersi allo
sportello per denunciare le situazioni di non rispetto delle
normative sopra menzionate.
Lo sportello dovrà dare assistenza ai
lavoratori, alle aziende e ai cittadini in merito alle norme relative
a salute e sicurezza per la prevenzione delle malattie professionali
(come l’amianto), degli incidenti sul lavoro, domestici, stradali,
ecc..
Proponiamo il lavoro svolto dal comune
di Varedo per realizzare il censimento/mappatura dei manufatti in
amianto sul territorio. Si chiede:
- censimento attraverso il modulo
(inserito nel PRAL) da spedire a tutte le famiglie sul territorio
comunale con l’obbligo di compilazione e di auto notifica della
presenza di amianto negli immobili di proprietà.
- Valutazione dello stato di
conservazione delle coperture in cemento amianto
- Raccolta ed elaborazione dei dati
risultanti dal censimento.
- Controllo del deterioramento delle
coperture.
- Controllo operazioni di corretto
smaltimento.
- Campagna informativa nei confronti
della cittadinanza
- Interventi sostitutivi in caso di
pericolo per la salute pubblica (previsto dal PRAL)
- Il comune si faccia carico dello
smaltimento di piccoli manufatti che altrimenti potrebbero essere
abbandonati sul territorio, causando un pericolo per la salute di
tutti e diventando comunque una spesa forse maggiore da sostenere.
Non possiamo demandare però tutto il
problema della bonifica alle amministrazioni comunali, abbiamo
bisogno di finanziamenti da parte delle regioni e dallo stato, è
giusto e doveroso pretendere gli oneri della bonifica anche da chi ha
prodotto e diffuso l’amianto nei nostri territori arricchendosi per
anni, come ad esempio l’Ispra.
E’ veramente frustrante assistere
all’immobilismo dei nostri governanti di fronte al pericolo per la
vita di tutti i cittadini.
Sono passati anni, eppure nessuno ha
mai affrontato seriamente e definitivamente il problema della
bonifica da amianto.
Ogni istituzione deve fare la propria
parte e in fretta perché purtroppo è già troppo tardi, altrimenti
il rischio ed il pericolo dell’esposizione aumenterà e di
conseguenza aumenteranno anche le vittime.
Vogliamo conoscere la quantità di mq
dei manufatti in amianto bonificati sul territorio in un anno.
Un lavoro importante d’informazione
svolto dalla nostra associazione e Medicina Democratica, sul
territorio, è stato realizzato all’interno dell’istituto grafico
Gadda e precisamente con i ragazzi della 3 M.
Per due giorni i ragazzi hanno
incontrato: medici, legali, lavoratori esposti all’amianto, hanno
avuto informazioni sulla pericolosità dell’amianto e sui danni che
questo materiale ha prodotto alle persone e all’ambiente.
Inoltre sono stati trasmessi messaggi
importanti come il diritto alla salute e tutti gli altri diritti nei
luoghi di lavoro, ma soprattutto il rispetto dell’articolo 41 della
costituzione che dice che “ L’iniziativa economica privata è
libera ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o
in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà alla dignità
umana.
Infine i ragazzi hanno realizzato dei
bozzetti sugli argomenti trattati ed il coordinamento amianto ha
scelto quello che poi è diventato il murales realizzato ed
inaugurato il 28 aprile 2013.
Questo murales è stato esposto sulla
diga del Vajont nel 50 anniversario della tragedia, una delle prime
grandi stragi del profitto perpetrate nel nostro paese.
La nostra associazione insieme ad altre
Associazioni padernesi hanno partecipato alla notte bianca sulla diga
che si organizza ogni anno.
La divulgazione del messaggio ha avuto
concretezza anche nella serata organizzata dall’associazione
genitori della scuola media Montale in Via Verdi, sul problema della
presenza dell’amianto nella pavimentazione della scuola stessa.
La presenza di AIEA si è vista nella
presenza e partecipazione ai vari comitati cittadini e nella
collaborazione con le associazione del territorio .
Attività future
Continuerà il progetto “Amianto
Leviamocelo dalla testa e..dai piedi” con i ragazzi dell’istituto
Gadda, inoltre ci sarà un gemellaggio con una scuola di Casale
Monferrato e di Broni.
Continuerà la nostra solidarietà al
Comitato a sostegno dei Familiari delle Vittime e dei lavoratori
Eureco. Aattenzione alle realtà Ispra e metalli Preziosi. Iniziative
di verifica dello stato della Leganti Naturali
In collaborazione con medicina
Democratica parteciperemo alle iniziative di contrasto con il
progetto della Rho Monza.
E’ nostra ferma intenzione aderire al
movimento STOP TTIP ITALIA, fermiamo il Trattato di liberalizzazione
commerciale USA-UE.
Il Transatlantic Trade and investment
Partneship è un negoziato lanciato nel luglio 2013 e portato avanti
dalla Commissione Europea in modo opaco e segreto dove non si
tratteranno le barriere tariffarie, ma quelle che riguardano gli
standard di sicurezza e di qualità che riguardano la vita di tutti i
cittadini e cioe’: l’alimentazione, l’istruzione e la cultura,
i servizi sanitari, le tutele e le sicurezze sul lavoro.
Con la scusa di rendere omogenee le
normative e la falsa illusione di risollevare l’Europa dalla crisi
vi sarà una progressiva mercificazione e privatizzazione dei servizi
pubblici e dei beni comuni.
Queste trattative si stanno tenendo a
porte chiuse, sotto la pressione delle lobby delle industrie private,
senza un coinvolgimento efficace dei parlamenti e del Congresso e
senza che i cittadini vengano informati.
Tra i principali obiettivi del
negoziato, c’è la tutela dell’investitore e della proprietà
privata. Si costituirà un organismo che dovrà risolvere le
controversie , un vero e proprio arbitrato internazionale, a cui le
aziende potranno appellarsi per rivalersi su Governi colpevoli (a
parer loro) di aver ostacolato la loro corsa al profitto.
Qualsiasi regolamentazione pubblica che
tuteli i diritti sociali, economici ed ambientali, con la scusa della
tutela della competizione e degli investimenti, rischierà di essere
annullata davanti alle esigenze delle aziende e dei mercati.
Se dovesse passare avremo
ripercussioni:
sul piano economico, con la prevalenza
dei mercati e dei potentati
in agricoltura, col via libera alle
colture OGM; con tanti saluti alla biodiversità e all’agricoltura
a chilometro zero;
sul piano del welfare, settori come
l’acqua, l’elettricità, l’educazione, la salute verrebbero
esposti alla libera concorrenza: addio all’idea dei “BENI
COMUNI”,
sul piano della salute e dell’ambiente,
verrebbe imposto un drastico accordo al ribasso su alcune garanzie
essenziali per massimizzare i profitti e ricordiamoci che in questi
ambiti la legislazione europea offre al cittadino-consumatore tutele
inesistenti negli USA;
Ogni opposizione ad eventuali soprusi
vedrà l’intervento inappellabile di giudici sovranazionali che si
baseranno su regole legate ai privilegi dei poteri forti.
Dunque siamo di fronte ad un pericolo
per la democrazia , ricordiamoci che anche sulla questione amianto ,
le richieste di deroghe per l’uso di questo minerale killer
continuano ancora oggi ad essere richieste al parlamento europeo. Il
Canada che è uno dei protagonisti di questo trattato è a tutt’oggi
un paese che estrae ed esporta amianto crisotilo.
Come AIEA intendiamo prendere parte
alle iniziative che si organizzeranno per contrastare l’approvazione
di questo trattato in Europa, perché la nostra associazione, oltre
alla messa al bando mondiale dell’amianto, ha come obiettivo la
difesa della salute delle persone e dell’ambiente e la tutela dei
diritti fondamentali dell’uomo.
Nessun commento:
Posta un commento