mercoledì 5 marzo 2014

Paderno Dugnano, la piccola cassa della 'ndrangheta

Paderno Dugnano "isola felice off shore" della 'ndrangheta. E' questo il quadro  che emerge delle carte dell'Operazione Tibet che ha portato in carcere 20 persone e altre 18 agli arresti domiciliari, tutti a vario titolo membri di un'organizzazione mafiosa con base a Seveso.
L'ufficio postale della nostra città ha funzionato (secondo gli accertamenti documentati dalle intercettazioni) dal 2011 al maggio 2013 come una banca per il traffico dei fondi della 'ndrina brianzola facente capo al boss Giuseppe Pensabene. 
Sono stati accertati nel periodo prelievi in contanti per un totale di 3.561.620 di euro, a maggior parte effettuati presso l'ufficio postale di Paderno Dugnano (MI) (3.437.120 euro), i restanti presso l'ufficio postale di Rho (MI). Tutti i prelievi erano in corrispondenza di un bonifico effettuato da diverse società di copertura dell'organizzazione. 
Nell'ordinanza si legge: "....si sottolinea che, in data 26.04.20012, la G.M.B. srl ha effettuato due bonifici di 250.000 e 57.500 euro, per un totale di 307.500 euro, giustificati come "acconto fattura"; nello stesso giorno sono stati prelevati 12.000 euro in contanti e, nella mattinata del giorno successivo 27.04.2012, sono stati effettuati 12 prelievi in contanti (11 da 25.000 euro e l da 20.000 euro), tutti presso la cassa n. 6 dell'ufficio postale di Paderno Dugnano (MI) per un totale di 307.000 euro....
....Come si vede, BOSCO Vincenzo e LA COCE Walter Alessandro, rispettivamente direttore e vicedirettore dell'ufficio postale di Paderno Dugnano (MI), hanno fornito, nell'arco temporale che va dal mese di ottobre 2011 al mese di maggio 2013, un contributo importante alla realizzazione dell'illecita attività di esercizio abusivo del credito svolta dall'associazione mafiosa capeggiata da ENSABENE Giuseppe, autorizzando che LA TURRACA Geraldo, SPOIALA Petru, BOVINI Annunziato, e FARINA Antonio, che agivano nell'interesse della citata associazione criminale, prelevassero, a più riprese, somme di denaro contante di importi variabili ma comunque consistenti (dell'ordine di 200- 300 mila euro per volta), omettendo le segnalazioni dovute in base alle leggi antiriciclaggio, e consentendo a volte il prelievo di somme anche nel caso in cui il conto corrente postale della società di copertura non avesse le relative disponibilità. n tutto nella piena consapevolezza che LA TURRACA Geraldo e gli altri esercitassero un'attività finanziaria di natura illecita. 
In cambio, gli stessi BOSCO Vincenzo e LA COCE Walter Alessandro si facevano dare, a più riprese, somme di denaro dell'importo variabile di 1.000 - 400 euro per volta, e piccole regalie. LA COCE, inoltre, si faceva eseguire gratuitamente alcuni lavori' edili da ditte vicine all'associazione mafiosa de qua. Da ciò discendono i gravi indizi a carico di BOSCO Vincenzo e di LA COCE Walter Alessandro, in relazione ai delitti di cui ai Capi 49) e 50) dell'imputazione".

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