venerdì 11 ottobre 2013

Due dottor Stranamore senza controllo

Il M5S non è nato per creare dei dottor Stranamore in Parlamento senza controllo. Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità, presente in Paesi molto più civili del nostro, come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico. Sostituirsi all’opinione pubblica, alla volontà popolare è la pratica comune dei partiti che vogliono “educare” i cittadini, ma non è la nostra. Il M5S e i cittadini che ne fanno parte e che lo hanno votato sono un’unica entità. Non siamo d’accordo sull’emendamento approvato mercoledì in Senato nel metodo perché un portavoce non può arrogarsi una decisione così importante su un problema molto sentito a livello sociale senza consultarsi con nessuno. (post congiunto di Grillo e Casaleggio sul blog di Beppe Grillo)


Ma in un movimento in cui uno vale uno, perché uno fa un post per sconfessare qualcuno  ma quel post se lo fa co-firmare da un altro? Se uno vale uno, perché in certi casi – e non in altri – quell'uno si premura di presentarsi accompagnato da un altro uno, che anche lui dovrebbe valere uno? La verità sul Movimento Cinque Stelle è tutta in quella doppia firma. (post di Marco Bracconi sul blog Politica Pop di Repubblica)

In questi due post relativi all'ultima convulsione che segnala la sempre più problematica vita interna del movimento grillino, l'ordine del giorno contro la Bossi-Fini (proposto da due senatori del M5S e sconfessato duramente dai due fondatori del non-partito), sono messi alla luce del sole tutti gli elementi della contraddizione insanabile che mina alla base la credibilità dell'azione politica del movimento basata sulla parola d'ordine fondativa "uno vale uno".
Uno slogan che suona falso perché è falso, come questa storia dimostra ampiamente. Se uno vale uno, cioè se il parere di Grillo vale quello di qualunque "cittadino" o "portavoce", eletto e non, iscritto o elettore, perché le sue parole sono pronunciate e ascoltate come fossero legge divina mentre quelle degli altri milioni di anonimi non contano niente o contano infinitamente meno?
La risposta è ovvia: perché Grillo è proprietario del partito (nome e brand sono suoi) e Casaleggio è titolare e amministratore del sistema digitale che ne costituisce l'organizzazione.
Leggendo il loro post emergono chiaramente le visioni che sorreggono l'ambigua utopia grillina: 1) il disprezzo per chi manifesta opinioni diverse evidenziato dalla citazione del dott. Stranamore, che qui c'entra come i cavoli a merenda, ma è usata come un epiteto negativo per squalificare l'autonomia dei parlamentari sancita dalla Costituzione e dalle leggi di ogni democrazia. 2) l'esibita onniscienza dei due leader che affermano: se in campagna elettorale avessimo detto no alla Bossi-Fini avremmo preso "percentuali da prefisso telefonico". 3) compito del partito non è "educare i cittadini", cioè essere un soggetto portatore di idee e programmi che si confronta liberamente con i cittadini singoli o associati in gruppi di interesse che si propone di rappresentare, ma essere con loro "un'unica entità", un movimento politico integralista che si fa società e Stato. 4) i parlamentari del M5S non sono persone dotate di idee e sentimenti, pensieri e opinioni, in virtù delle quali sono stati eletti dagli italiani, ma semplici megafoni della volontà politica degli elettori che però, come viene affermato, è conosciuta solo dai due padroni del movimento con i quali di conseguenza è obbligatorio consultarsi prima di ogni decisione.
I frutti velenosi dell'ignoranza, verrebbe da dire, dopo avere letto e compreso le sedicenti nuove idee della coppia di Stranamore (loro sì senza controllo) che, sulla base di questa confusa babele di concetti contradditori, ha raccolto sette mesi fa quasi 8,7 milioni di voti. Solo degli ignoranti, infatti, possono prendere sul serio una cultura politica e di relazioni sociali basata quasi soltanto sulle battute di un ex comico e diffusa tramite il suo blog che consente a milioni di persone anonime di vivere con entusiasmo in una realtà virtuale, una sorta di Second Life nella quale si finge di credere alla possibilità di costruire in questo modo, cioè con un click, un "mondo nuovo", una nuova società, un uomo nuovo.

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