martedì 16 luglio 2013

Basalti primordiali e moto d'epoca nella terra dei Ciclopi

Giornata di esplorazione "geologica" alle Gole dell'Alcantara. Una gita classica e leggera in preparazione di quella più impegnativa di domani all'Etna. 
Ieri sera ci siamo concessi a Giardini Naxos, in riva al mare, una cena con i controfiocchi. Menù: maccheroni al ragù di tonno e della casa (melanzane, prosciutto, formaggio e pomodoro), Isabella e le figlie, pasta con le sarde per me. Secondo di mare per tutti: due filetti di tonno alla griglia con marmellata di cipolle, pescespada al pane profumato e involtini di spada primavera. Tutto eccellente 
Le gole del fiume Alcantara (parola araba che significa il ponte) sono alte fino a 25 metri e larghe nei punti più stretti 2 metri e nei punti più larghi 4-5 metri; il canyon naturale, a differenza di quanto comunemente si pensa, non è stato scavato nel corso di migliaia di anni dall'acqua. L'ipotesi più accreditata è legata a terremoti che fecero letteralmente spaccare in due vecchi laghi basaltici formatisi dalla fuoriuscita di lava dalle fessurazioni 300mila anni fa, consentendo all'acqua del fiume di insinuarsi al suo interno. Questo fenomeno è evidenziato dal fatto che la struttura delle pareti (simile in alcuni punti a "cataste di legna" ed in altri a "colonne d'organo") è intatta e spigolosa. 
Il fiume Alcantara scorre tra pietra lavica che forma il suo alveo caratteristico. La gola più imponente e famosa, lunga per più di 6 km è percorribile in modo agevole per i primi 3. Noi abbiamo prima visto le gole dal sentiero alto che corre lungo il bordo del canyon, poi siamo scesi al fiume con un ascensore e ci siamo immersi nelle acque gelide e spumeggianti, risalendolo per un tratto.
Stasera andremo verso il tramonto a vedere il teatro di Taormina a recitare le battute del coro greco del film "La dea dell'Amore" di Woody Allen. Io farò l'indovino cieco Tiresia che commentava così la voglia insana di Woody, scoprire chi fosse la madre del figlio adottivo: "Vedo brutte cose, vedo guai, vedo.. avvocati".
L'albergo di cui siamo ospiti (Fiumefreddo Inn) è molto particolare e straordinario. Il proprietario, Giuseppe Mangiagli, 56 anni, ex commerciante di frutta di Acireale e grande appassionato di moto d'epoca, l'ha riempito, dalla hall al terrazzo, con una ventina di vecchie moto dai marchi gloriosi, Motom, Lambretta, Guzzi, Parilla, Gilera, tutte perfettamente funzionanti.  "Non so più dove metterle - dice -, ma è più forte di me, quando i miei amici meccanici me ne segnalano una non resisto e la compro". Lo saluteremo domani mattina presto quando affronteremo il più grande vulcano attivo d'Europa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tutto bene avanti così,ma attento alla linea.
Pierino favrin