lunedì 15 luglio 2013

Diario estivo: da Paestum a Tindari, l'italianizzazione della Magna Grecia

Ieri secondo giorno a Paestum dedicato all'archeologia. L'area dell'antica Poseidonia appare molto ben tenuta e gradevole da visitare, il tempio acheo di Poseidone  è il meglio conservato della Magna Grecia e il fatto che resista eretto e maestoso in quel luogo da 2.500 anni la dice lunga sulla bravura e il genio dei suoi costruttori.
Il museo contiene molte cose belle e uniche, dalla tomba del tuffatore dipinta in stile etrusco alle sepolture in armi dei guerrieri (eccezionali, perché i greci non inumavano) che dimostrano un certo sincretismo tra cultura greca e italica, ma purtroppo questo sincretismo deve aver preso il sopravvento perché metà delle vetrinette erano spente e dunque invedibili. Sbavature tipiche purtroppo della sciatteria nazionale, una di quelle guerre italiane che sembrano impossibili da vincere almeno del medio periodo.
In serata partenza da Salerno per Messina in traghetto con la Caronte (servizio ottimo, sette più) e arrivo attraverso lo Stretto alle 10 con visione di due o tre barche spadare con la lunga passerella a prora per il fiociniere e la coffa dalla quale si avvista il pesce spada. Al posto di andare a Reggio abbiamo optato per Tindari e il suo bellissimo teatro greco che è stato il soggetto di una delle mie prima fotografie di architettura nel lontano 1964. 
Immaginatevi la mia delusione quando ho scoperto che i gradini della cavea sono stati coperti in buona parte da una struttura metallica portante i seggiolini di plastica per gli spettatori della stagione teatrale estiva. Cosa che rende impossibile ammirare il monumento nel suo fascino naturale da maggio a settembre (cioè quando arrivano i visitatori): uno sfregio assurdo e uno scandalo che sia stato consentito questo uso invasivo dell'antico teatro. 
Se a questo si aggiunge il fatto che il custode della basilica che ospita la famosa Madonna Nera ci ha chiuso la porta in faccia alle 12.30 per la pausa pranzo, la gita a Tindari si è rivelata un piccolo fallimento. Solo il bagno ristoratore nelle fresche acque della bellissima spiaggia di Marinello, sotto la rupe, con i suoi suggestivi laghetti salmastri ci ha un po' consolati. Scendendo da Tindari non ho mancato di far notare alle mie due figlie il fatto che 50 anni fa, quella strada che avevamo salito in seconda, io l'avevo fatta più volte in bicicletta per andare a mangiare la granita nella piazza della basilica. Dopo il bagno abbiamo fatto rotta verso l'Etna e siamo arrivati a Fiumefreddo che nei prossimi due giorni sarà la nostra base di partenza per le escursioni a Taormina, Giardini Naxos e il Mongibello.

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