venerdì 7 giugno 2013

Un milione di lettori in meno: il fallimento della stampa italiana

Roma, 5 giugno 2013. Prosegue il periodo nero per l’editoria italiana. Il 2012 infatti è il quinto anno consecutivo che si chiude con dati negativi per il settore. ”I quotidiani hanno registrato una flessione delle copie vendute del 6,6%, i settimanali del 6,4% e i mensili dell’8,9%. Negli ultimi cinque anni i quotidiani hanno perso oltre il 22% delle copie, più di un milione di persone ha smesso di comprare ogni mattina il proprio giornale”. Lo ha detto il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, nel corso della presentazione della consueta indagine della Federazione Editori sulla stampa in Italia. Preoccupanti, soprattutto, i dati della pubblicità. Nel 2012 per il mercato pubblicitario è stato il peggior anno degli ultimi 20 anni. Il totale degli investimenti pubblicitari è stato pari a 7,442 miliardi di euro, il 14,3% in meno rispetto all’anno precedente. (ASCA)
Gli editori italiani da anni ormai  continuano a lanciare allarmi, a chiudere giornali, a licenziare giornalisti e sostituirli con redattori precari, spesso privi di qualifica e di professionalità, ma a basso costo per far sopravvivere i giornali senza però cambiare le loro formule superate. 
Fare il giornalista di questi tempi, vivere e lavorare sviluppando la propria capacità autonoma di produzione di notizie e informazioni è praticamente impossibile, perché i giornali sono diventati un prodotto obsoleto e non rinnovano il proprio modello di business e d'impresa. Ma anche fare il lettore di questi tempi è diventato difficile e per alcuni impossibile: i giornali sono ormai dei contenitori irriconoscibili di tutto e di più dove ci si trova, non a leggere, ma a consumare un greve blob di contenuti eterogenei mescolati tra loro con una gerarchia di importanza incomprensibile. Ad esempio sulla home page del Corriere della Sera di stamattina l'apertura del più autorevole quotidiano nazionale è dedicata alla ex consigliera regionale Minetti che giura il suo eterno amore per Berlusconi, come se questa fosse la notizia del giorno. Ciò dimostra che se il contenuto è degradato anche il mezzo è degradato   
Nell'era di internet e delle tecnologie della comunicazione mature, gli editori continuano a proporre al lettore un modello di giornalismo e di giornale vecchi che non incontrano più il favore di chi li dovrebbe acquistare. Il giornale cartaceo è un prodotto molto particolare che oggi si trova a dover fare i conti con il fatto che da tempo non è più un mass media. Il suo vecchio ruolo è stato preso dai media digitali e il vecchio giornale deve trovarne uno nuovo se vuole sopravvivere. Pretendere di riuscirci diventando un supermercato che tenta di contenere tutto e il contrario di tutto è illusorio e i risultati sempre più deludenti lo confermano.

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