Cari lettori, vi segnalo questa "breve" pubblicata dal Corriere.it. Finalmente qualcuno nel centro sinistra comincia a proporre di voltare pagina su una materia che è stata trattata in Italia, per 60 anni, moralisticamente e in modo ipocrita, producendo così enormi utili per la criminalità organizzata ed enormi sofferenze alle donne costrette a pagare la "protezione" quando non ridotte in schiavitù dai loro sfruttatori. L'unica cosa che mi lascia perplesso è il "certificato di qualità", che vuol dire
Iscrizione alla Camera di Commercio,
con tanto di partita Iva, e poi patentino, certificato di qualità e
anche cooperative in cui riunirsi per esercitare insieme, nello
stesso edificio, la professione più antica del mondo. Sono alcune
delle proposte avanzate dalla senatrice PD, Maria Spilabotte, che
comprendono anche la depenalizzazione della prostituzione volontaria
e donne impresarie di se stesse.
"Credo che sulla prostituzione -
spiega Spilabotte - si debba superare un tabù e decidere di
governare il fenomeno. Una regolamentazione è necessaria perché con
la mancanza di regole o, peggio, con la proibizione, si produce solo
una sostanziale indifferenziazione tra libere scelte di
autodeterminazione e prostituzione coatta, sfruttata e gestita dalle
organizzazioni criminali di tutto il mondo".
1 commento:
una donna,in buona fede, ha fatto il danno,una donna pragmatica cerca di porvi rimedio.Auguri.
pierino favrin
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