martedì 19 marzo 2013

Alparone reticente sullo scandalo Salgaro

Molta curiosità ieri sera in Consiglio comunale per l'atteso chiarimento sullo scandalo Salgaro. Scandalo, sì, perché così in qualsiasi altra città verrebbe definita la vicenda poco trasparente di un assessore in carica che come imprenditore accumula nel tempo un debito fiscale non pagato nei confronti dell'amministrazione di cui fa parte e dalla quale riceve uno stipendio.
Attesa delusa. Chi sperava che il Sindaco avrebbe fatto doverosa chiarezza si è dovuto scontrare contro la sua pervicace reticenza e il solito muro di gomma, tipico comportamento di chi ha una concezione privatistica della politica e della gestione della cosa pubblica.
Nelle sue comunicazioni in apertura di seduta, Alparone, non ha risposto per niente alle domande sulla brutta e ancora limacciosa faccenda. Si è limitato a ripetere le poche cose che tutti hanno letto sulla stampa e cioè che lui non ne sapeva niente, che quando l'ha saputo pochi giorni fa ha chiesto a Salgaro di dimettersi perché non poteva restare al suo posto nelle condizioni di morosità fiscale in cui versava, che non avendo l'assessore colto il suo invito ha proceduto a ritirargli le deleghe. Il tutto condito con grandi espressioni di comprensione umana e solidarietà per "l'amico Angelo" che come molti altri imprenditori combatte contro la crisi, ecc. 
Naturalmente sulla realtà del fantomatico debito tributario, cosa, quanto, da quanto tempo, come mai lui ne è stato informato solo ieri, e altre domande interessanti del genere, ha invocato il rispetto della riservatezza dovuta a Salgaro come se questi non fosse un amministratore in carica, titolare dei lavori pubblici e altre deleghe importanti, sfiduciato per comportamenti non corretti, ma un comune cittadino in difficoltà. Un capolavoro di reticenza e ipocrisia travestite da "sensibilità".

Alla recita del Sindaco ha risposto fin troppo pacatamente il capogruppo del PD , Marco Coloretti. Dopo aver ribadito il concetto che non si trattava di una questione privata come vorrebbe archiviarla Alparone, ma prettamente pubblica, Coloretti ha sottolineato che la "verità" raccontata del Sindaco è opposta e contraria a quella dichiarata ai giornali da Salgaro. Uno dei due evidentemente mente e lasciare le cose come stanno non è possibile. Anche perché ha detto il Capogruppo c'è il rischio che quanto emerso sia solo la punta di un iceberg, "è necessario per tutti avere il massimo della trasparenza e il massimo del chiarimento rispetto a questa vicenda perché fa bene a tutti. Da questo punto di vista sono a chiedere una Commissione di inchiesta piuttosto che la Commissione Capigruppo, in maniera che i dati che questa commissione mette insieme possano essere resi pubblici in fretta evitando speculazioni, pettegolezzi e dichiarazioni al limite dell'assurdo che lo stesso soggetto continua a fare" ha concluso l'esponente del PD.
Dopo di lui sono intervenuti gli altri due rappresentanti dell'opposizione: Anelli e Cerioni. Il primo ha chiesto le dimissioni di Sindaco e giunta "sia per questa vicenda che per il recente risultato elettorale" con il quale i padernesi hanno espresso la loro sfiducia al centro destra. Il secondo ha confermato che la questione non può non venire chiarita in tutti suoi aspetti e una Commissione d'inchiesta è necessaria. Ha ricordato infine che "Se questa vicenda fosse avvenuta in una grande città, sarebbe su tutti i giornali e avrebbe provocato la caduta della giunta".
Dal settore della maggioranza nessuno ha aperto bocca, come al solito, anche per loro si tratta evidentemente di una faccenda privata da non raccontare ai padernesi. A mettere il coperchio al pentolone ci ha pensato il presidente Papaleo che ha negato la necessità di una Commissione per appurare i fatti. I consiglieri che vogliono sapere come stanno le cose - ha detto - possono sempre chiedere l'accesso agli atti e poi farne quello che credono.
"E noi lo faremo sicuramente dai prossimi giorni – ha dichiarato dopo la seduta Marco Coloretti – questa pentola piena di brodaglia poco trasparente va scoperchiata per il bene di tutti e tutto il suo contenuto va sottoposto al giudizio dei cittadini che hanno diritto di sapere come vengono amministrati".

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