martedì 12 febbraio 2013

Il Papa si dimette. Cosa c'è da gioire?

Ieri, dopo aver appreso la notizia delle dimissioni del Papa, ho atteso con curiosità di vedere le reazioni del mondo cattolico padernese che si esprime sulla rete. E quando sono venute mi hanno sorpreso non poco. 
Non è che mi attendessi chissà cosa, ma di fronte al gesto clamoroso e in parte reticente di Ratzinger, non mi aspettavo proprio questo titolo del blog La Scommessa: "Un giorno storico. Viva il Papa che si dimette".
Nel testo del suo post, il titolare del blog, Giovanni Giuranna, ha scritto che la notizia lo "riempiva di gioia" e poi ha pubblicato una poesia in dialetto milanese di Alberto Manzoni, dedicata all'evento, nel quale l'autore affermava di credere alle ragioni di un ritiro per malattia. 
Sono sconcertato. Non capisco proprio le espressioni gioiose sulla drammatica scelta papale. Il Corriere della Sera oggi scrive: "Non essendo riuscito a cambiare la Curia, Benedetto XVI è arrivato ad una conclusione amara: va via, è lui che cambia. Si tratta del sacrificio estremo, traumatico, di un pontefice intellettuale sconfitto da un apparato ritenuto troppo incrostato di potere e autoreferenziale per essere riformato". 
Forse non si tratta solo di malattia. Dietro la decisione del Pontefice tedesco c'è probabilmente dell'altro, molto altro, e in ogni caso non vedo cosa ci sia da gioire. A questo proposito ho ricevuto oggi dall'amico Pierino Favrin un sonetto senza titolo dedicato al grande evento che, pur sempre in dialetto milanese, fornisce un altro punto di vista rispetto a Manzoni. Lo sottopongo al vostro giudizio.


Lì tuc a dumandas perché la fa
Se strac de co opur se strac de corp,
Se l’è per quel a se po no dag tort,
Ma a mi sto fato chi ‘l me fa pensà.

Perché per vun che l’è dal ciel iutà,
L’è na resun che la cunvinc no trop,
Anca perché esendo sta inscì fort,
Se capis no me l,ha podù lasà.

Ma mi che sofri spes del so stes mal,
Pensi el perché de tanta decisiun
L’è minga de cercà d’ent di giurnal,

Perché sensalter l’è la depresiun,
Per ves minga sta bun suprì el sineder
Li ben nascost de sota el cupulun.

1 commento:

Gianni Rubagotti ha detto...

Sarò ingenuo, ma se fosse semplicemente che un signore di 85 anni ha diritto a non fare la vita stressante di un papa (viaggi internazionali, imparare e reimparare decine di lingue, gestire una macchina di potere internazionale) e di andare in pensione?
Già quando è stato eletto suo fratello ha raccomandato di non stancarlo perché aveva quasi 80 anni.

Io invece noto che è passata sottotraccia la dichiarazione di Silvana Carcano, padernese e candidata presidente della Regione, che ha auspicato di sciogliere il Vaticano. Si tratta di uno stato sovrano straniero e confinante a tutti gli effetti e mi pare contrario alla sua sparizione: quindi immagino che per arrivare al suo scioglimento bisogna passare attraverso l'occupazione militare.
Vorrà dire che invece dei cavalli dei cosacchi nella fontana di San Pietro si abbevereranno i grillini.
E anche San Marino inizi a tremare...