mercoledì 27 febbraio 2013

Grillo? No, Maroni

Due blog padernesi, Paderno7, vicino al centrodestra e Padernoinblog, gestito da un coordinatore degli Ecocivici, hanno rotto il silenzio elettorale e pubblicato i loro commenti sui risultati nazionali. 
Di Paderno e del mutato scenario politico cittadino disegnato dagli elettori, che non è fotocopia di quello nazionale, né di quello regionale, non parlano. Pertanto commenterò questa volta i risultati nazionali.
Chi è il generale vincitore non solo virtuale, ma materiale di queste elezioni? Tutti dicono Grillo, io dico Maroni.
Il segretario federale della Lega, "l'avvocato di Varese", come lo chiamava Bossi, il leader della seconda generazione leghista, quella degli allievi del Capo che hanno condiviso la guida del movimento senza però stare nel suo "cerchio magico" ha vinto quel trofeo che il leader padano non è mai riuscito a portare a casa: la Lombardia.
L'ex militante di Avanguardia Operaia ha dimostrato che la scuola leninista ha un suo valore. Ha capito più degli altri che la Lombardia era il vero palio di questa corsa: chi vinceva sotto il Pirellone, vinceva  o determinava la vittoria anche a Roma. E ha avuto ragione lui perché vincendo qui il "barbaro sognante" ha portato a casa un triplo bottino: la possibile nascita della macro-regione del Nord, la vacatio romana, con un governo che il PD non potrà formare proprio per via della vittoria della destra in Lombardia, frutto del suo rischioso accordo con Berlusconi, la sopravvivenza e dunque il futuro della Lega.
Grillo non ha vinto niente, ha fatto perdere gli altri, come al Palio di Siena. Maroni Roberto Ernesto, detto Bobo, ha conquistato invece la chiave della stanza più alta della Lombardia, dalla quale si domina la "città infinita", al centro della Padania. Grazie al suo capolavoro politico la Lega è da oggi "padrona a casa sua", cioè dell'area economicamente e tecnologicamente più ricca ed importante del Sud Europa. Ha, insomma, realizzato il suo oggetto sociale.

Alla luce di questa bruciante tripla vittoria leghista, da iscritto e attivista del Partito Democratico non posso che recriminare la mancanza di intelligenza politica e di capacità di leggere il territorio dimostrati dal mio partito in Lombardia.
I suoi dirigenti a partire dal segretario regionale Martina (di cui invoco le dimissioni immediate) sono i responsabili dell'infausto esito elettorale. Per avere puntato sull'ennesimo candidato perdente, scelto nei salotti della borghesia democratica milanese, un "morticino vestito bene" come l'avrebbe definito Scalfari, e di conseguenza portato avanti una campagna elettorale che di popolare non aveva niente.
Ambrosoli l'ho votato domenica scorsa perché non potevo fare altro, ma, e credo di averlo detto chiaramente altre volte, non mi rappresentava per niente perché in lui non mi riconoscevo, socialmente, culturalmente, politicamente, come buona parte dei militanti del PD che hanno una storia e un'appartenenza popolare. E se non ci riconoscevamo noi figuriamoci gli altri. Al posto di inseguire la solita "società civile" dichiaratamente "apolitica" avessimo messo in campo un politico, riconosciuto come figlio del popolo lombardo e non di un rispettabile e grandissimo "eroe borghese", avremmo avuto sicuramente qualche chance in più.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sono d'accordo. A parte Civati (che però ha scelto Roma), vista l'aria che tira se ci fosse stato un politico del PD gli avrebbero tirato le uova.

Chissà, magari se non ci fosse stato Ambrosoli in Lombardia il M5S sarebbe stato il secondo partito.

Luciano

carlo arcari ha detto...

Caro Luciano, Civati ha scelto Roma perché qualcuno aveva già scelto che il Lombardia si dovesse puntare su Ambrosoli. Civati è il meglio che il centrosinistra lombardo (in verità il PDS-DS) ha prodotto negli ultimi 15 anni. I candidati civici li ha inventati lui a Monza nel 2002, dove ha vinto su una destra brianzola trionfante. Purtroppo per noi il centro del partito milanese-sestese non lo ha riconosciuto, anzi lo ha sempre osteggiato e marginalizzato. Civati è stato costretto ad andare a Roma. Per questo chiedo la testa di Martina e degli altri responsabili di una sconfitta locale che ha dimezzato la vittoria nazionale.

Unknown ha detto...

Scusa Arcari ma sta storia della macroregione è un'autentica buffonata e mi meraviglio che tu la consideri una vittoria leghista. Sai benissimo che per mettere in moto l'attuazione di tale progetto è necessario l'approvazione dei 2/3 delle popolazioni interessate tramite un referendum approvato dalle medesime. La Lega è crollata ovunque. Potra' si riprendersi ma non certo raggiungendo quelle percentuali che prima aveva ma che oggi (e domani ) si sogna. Quindi come potra' sensibilizzare tale progetto ? Secondariamente si deve passare dall'odiata Roma Ladrona: come sia possibile l'emanazione di una norma attuativa dell'art. 132 della Costituzione è un mistero visto la drastica riduzione alle Camere della compagine padana. Parliamoci chiaro: per far vivere un partito in via d'estinzione Maroni si è legato mani e piedi con il nano malefico. Ad ogni schiocco di dita Maroni salterellera'. Tu lo chiami trionfo: io vittoria di Pirro.Quanto poi alla tua palese acrimonia contro Grillo mi viene da sorridere: la colpa delle sconfitte è sempre degli altri vero ? Intano M5S è arrivato in Parlamento a sbaragliare la piazza. Quanto poi al PD paga il frutto delle tanto decantate primarie. Mi dispiace dirlo e confermarlo ma con Renzi oggi forse avremmo un panorama un po' diverso invece della solita ed ammuffita nomneklatura ''comunista''.