mercoledì 6 febbraio 2013

Emergenza carceri: Napolitano a San Vittore


Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha incontrato oggi i detenuti, il personale e i volontari del penitenziario milanese di San Vittore e visitato un raggio del carcere. "Nessuna parte vorrà negare gravità ed emergenza della questione carceraria" ha detto.
Le ragioni della visita del Presidente Napolitano a San Vittore (la prima volta nella storia della Repubblica) sono legate allo scandalo delle carceri italiane il cui sovraffollamento (quasi 66 mila detenuti per 47 mila posti) è solo uno degli aspetti più eclatanti della violazione della Costituzione da parte dello Stato in materia di detenzione. All'esterno del penitenziario di San Vittore il Capo dello Stato ha incontrato un presidio del partito Radicale. "Se mi fosse toccato mettere una firma lo avrei fatto non una ma dieci volte": Giorgio Napolitano ha così risposto al radicale Marco Cappato che invocava un provvedimento di amnistia, sottolineando che tuttavia occorre un voto del Parlamento. "La cosa a cui non mi posso arrendere - ha continuato - è che si dica: o l'amnistia o non si fa nulla. Bisogna fare tutto quello che è possibile tenendo fermo che, se non si può avere il consenso in Parlamento, non passa".  

1 commento:

Gianni Rubagotti ha detto...

E' vero che Napolitano non può concedere l'amnistia (anche se ha il potere di grazia perché secondo alcuni costituzionalisti la controfirma del ministro della giustizia è un atto formale e non una condivisione politica) e i radicali infatti gli hanno chiesto qualcosa di diverso, cioè di denunciare, da garante della costituzione, con una lettera alle camere, non un generico sovraffollamento nelle carceri ma il fatto che lo stato è attualmente tecnicamente fuorilegge (condannato anche da corti internazionali) e questo rende la vita difficile anche ai non detenuti che aspettano giustizia.
L'amnistia chiesta da Cappato non serve a "svuotare" le carceri ma a fermare questo reato in corso, un po' come l'arresto in flagranza di uno con una pistola in mano serve a evitare di fargli sparare ancora (il paragone non è balordo, andiamo a vedere come viene tutelata la salute fisica e mentale nelle carceri e forse ci spiegheremmo alcune morti).
Cmq vedo che questa battaglia inizia a dare qualche frutto: anche Bersani ha visitato le carceri e il "giustizialista" Ingroia si è detto a favore dell'amnistia.