La mia giornata passata al seggio della scuola De Marchi come rappresentante di lista del Partito Democratico è cominciata alle 9.30 di mattina con il caffè bevuto al bar Barone. Poi dentro al seggio a presentarmi ai presidenti delle sezioni nelle quali ero registrato. Alle 10.00 mentre fuori fioccava fitta una neve acquosa, l'affluenza degli elettori appariva già molto sostenuta. L'impressione è che la gente abbia deciso questa volta di votare, contro tutte le previsioni, in misura superiore alle stime.
Lo hanno dimostrato l'affollamento e le code che si sono formate nei corridoi della scuola. Qualche disagio l'ha provocato la neve che ha reso scivolosi e infidi l'ingresso, la scalinata e la rampa di accesso al seggio, fino a quando una squadra di operai del Comune ha provveduto a sgombrarli e spargere sale per evitare possibili incidenti, ma questo non ha fermato gli elettori.
La maggioranza degli elettori sembrava essere bene informata sulle modalità e le possibilità di voto. Uno di questi ha voluto rivelarmi il suo voto, dispensato a pioggia, grazie alle norme elettorali vigenti: alla Regione aveva votato per il candidato presidente di una delle coalizioni e dato la preferenza al candidato consigliere di un altro partito non coalizzato, alla Camera aveva scelto un simbolo e al Senato un altro ancora. Totale, quattro voti a quattro diverse forze politiche in diretta competizione tra loro. Non male.
A metà giornata l'affluenza aveva già superato il 30% e nel pomeriggio era aumentata ancora fino alle 19, quando le lavagne delle sezioni segnalavano che si era ormai arrivati a quota 56%. Un bel salto in avanti rispetto alle Regionali del 2010 quando alla stessa ora l'asticella si era fermata al 39,8%. Alle 22.00, alla chiusura dei seggi l'affluenza ha superato il 62% in tutta la città: 12 punti in più di tre anni fa.
Che significato ha questa corsa alle urne e come influirà sui risultati lo sapremo e lo capiremo meglio domani sera alla fine del primo spoglio, ma fin d'ora si può dire che forse, quello del non voto, non si confermerà il primo partito del Paese.
La posta in gioco questa volta è molto alta e gli elettori padernesi sembrano averlo capito.
Nessun commento:
Posta un commento