La tragica fine di Habtamu continua a
stimolare la mia ricerca e a spingermi a riflettere ad alta voce e
invitare altri come me a rifettere insieme. Lo faccio perché Habtamu era un
figlio della mia comunità e perché anch'io sono genitore di figli
adolescenti, quindi coinvolto.
Mario Dupuis, educatore e fondatore del
gruppo padovano Edimar, che opera per l'accoglienza e il recupero di
minorenni in difficoltà, ha scxritto oggi su il Sussidiario.net una
riflessione che mi stimola e che vi invito ad andare a leggere.
Egli
afferma che la domanda apre uno spiraglio di verità solo quando diventa
"che cambiamento chiede a me e di me questa sconfitta?",
perché non si da educazione e accoglienza se chi educa non è
cosciente del fatto che in quanto adulto, genitore e insegnante, egli
è sempre educabile ed impegnato nel proprio cambiamento.
Non per
diventare più buono, capace e professionale, ma per addentrarsi
ancora di più nel mistero dell'altro che si vuole educare e
considerare come un figlio e per entrare di più dentro il mistero di
sé stessi.
La morte "innocente" di
Habtamu, ci dice Dupuis, non sarà stato un fallimento se chi lo aveva
accolto e si era impegnato nella sua educazione, diverrà consapevole
del fatto che tutto il bene che gli ha voluto, tutto quello che ha
fatto per lui, non potevano bastare a riempire la sua vita, non
potevano colmare il suo dolore e sopire la nostalgia per quello che
aveva perduto.
1 commento:
Purtroppo nella mia vita mi è capitato di assistere ai funerali di persone che si erano tolte la vita.
Vedendo la foto delle esequie fatte per quel ragazzo a Paderno sono contento che la posizione della chiesa contro la messa per loro si sia ammorbidita.
Ancora circa 10 anni fa un parroco del nostro comune disse dopo la celebrazione che era stato in dubbio se concederla.
Altra cosa è far presente (come credo sia giusto), come è stato fatto durante l'omelia per un mio coetaneo che ai tempi dell'università ci ha lasciato così, che comunque quella strada non è una soluzione appoggiata dalla dottrina cristiana.
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