lunedì 19 novembre 2012

Più donne candidate, più donne elette. Per legge


E' diventata legge la proposta presentata dal Partito Democratico per aumentare la presenza delle donne nei luoghi di rappresentanza e di governo degli enti locali. Le nuove norme prevedono il meccanismo della doppia preferenza con cui l'elettorato potrà esprimere due preferenze (anziché una, secondo la normativa vigente) per i candidati a consigliere comunale: una preferenza per un uomo, una per una donna. Se l'elettore sceglie due candidati dello stesso sesso, la seconda preferenza verrà annullata. Inoltre, nelle liste dei candidati alle comunali nessuno dei due sessi potrà essere rappresentato in misura superiore a due terzi.
"Si tratta di un provvedimento che interviene direttamente sui meccanismi elettorali per correggere la disuguaglianza nella rappresentanza e arricchire la nostra democrazia - ha affermato la prima firmataria della legge, Sesa Amici, che dal 2010 ha portato avanti questa battaglia -. Le donne italiane non devono dimostrare più nulla. Lo testimoniano nella loro quotidiana affermazione di talento, di sapere e di competenze. Molti riconoscono che le donne italiane sono le più scolarizzate e sono quelle che si laureano di più. Poi, però, si fermano: è proprio di fronte a questo fermarsi che abbiamo sentito il bisogno di intervenire. Di qui una legge, uno strumento per non essere più considerate l'eccezione né, tanto meno, la concessione di qualcuno a sedere nella rappresentanza politica. Invece, un diritto a quella rappresentanza politica, da parte delle donne, nella presenza nelle liste delle assemblee elettive per diventare un dato di normalità. Ecco, questo è la legge che abbiamo votato: l'affermazione di una normalità".

5 commenti:

Valentina Polito ha detto...

Bella iniziativa ma noi donne non ne abbiamo bisogno! Dobbiamo conquistare il nostro posto per merito non per il nostro sesso!

carlo arcari ha detto...

Bella frase. Inutile e priva di senso. Perché perpetua una realtà diseguale. I fatti dimostrano che il solo merito per la parità di genere non basta. Le donne hanno già dimostrato di valere quanto e a volte più degli uomini, ma sono questi ad avere il potere e non sono disposti a cederlo. Io ammetto di non essere spontaneamente disposto a cederlo. Per questo plaudo a una legge che mi impone di farlo.

Daniele ha detto...

Reputo davvero triste questa affermazione Sig. Arcari ! Valentina è l'esempio vivente di una giovane, perchè la ragazza ha solo vent'anni , che ha ancora dei principi e crede in una moralità di base in tutte le persone. Lei afferma di avrere bisogno di una legge per poter lasciare la sedia a chi davvero la merita. Le faccio i miei più vivi complimenti anche perchè lei rappresenta a pieno tutti i nostri politici ed è perfetto nel partito in cui si trova! La invito ad avere il coraggio di pubblicare questo commento e rispondermi. Grazie e Valentina continua così! Hai il mio voto!
Daniele

Valentina Polito ha detto...

Lei ha bisogno di una legge per lasciare la " sedia " a chi davvero la merita? Lei sta dicendo che nel 2012 abbiamo ancora bisogno di essere obbligati da una legge a lasciare un posto che non ci compete? Spero che questo problema lo abbia solo Lei Arcari. Mi permetta dunque di farle notare che Forse, la sua affermazione è triste e priva di senso e spero di tutto cuore che essa faccia parte solo di una ristretta mucillagine! Buona serata :)

carlo arcari ha detto...

Cosa vi devo rispondere? Voi credete di avere la verità in tasca e l'esclusiva degli ideali, ma la realtà, i fatti concreti sono diversi. E in genere sono tristi. Io non ho detto che ho bisogno di una legge per riconoscere alle donne di avere uguali diritti, ma che le leggi vigenti sono maschiliste, favoriscono i maschi dal punto di vista del potere e ho ammesso con sincerità che il mio istinto predatorio maschile mi ha portato in passato ad approfittarne. E dunque ben venga una legge che mi obbliga invece a praticare la parità nei fatti cioè ad esempio nella scelta delle candidature alle cariche pubbliche, nelle nomine nei consigli di amministrazione delle grandi società per azioni, in tutte le realtà in cui donne e uomini dovrebbero competere alla pari, ma dove la parità non c'è ancora. Faccio solo questo esempio per capirci. Attualmente in Italia c'è una sola donna al governo di una Regione e le Regioni sono 20. Volete andare avanti così? Contenti voi..