mercoledì 10 ottobre 2012

Se il prezzo della democrazia è 50 euro


L'assessore regionale alla casa, Domenico Zambetti, 60 anni, esponente del PdL e membro della giunta Formigoni, è stato arrestato questa mattina a Milano dai Carabinieri. 
Pare abbia comprato un pacchetto di 4.000 preferenze, decisivo per la sua elezione con 11.217 voti nelle regionali 2010, pagando 200.000 euro a due colletti bianchi della ’ndrangheta, uno esponente della cosca calabrese Morabito-Bruzzaniti. La tariffa dunque era 50 euro a voto, cifra "di mercato" valida a livello nazionale, che mi è stata confermata questa estate da un amico napoletano il quale mi raccontò come funzionava la tecnica usata dalla camorra per comprare i voti a Napoli.
Si tratta in realtà di un trucco semplicissimo che chiunque può organizzare; il primo che vota lo fa con una scheda contraffatta e porta fuori la scheda vera ricevendo in cambio 50 euro. Questa viene data già compilata al secondo elettore corrotto che la deposita nell'urna portando fuori la scheda che gli è stata consegnata al seggio. E via di seguito. Un sistema infallibile e poco costoso: 1.000 voti, 50mila euro.
Come si vede, per quanto riguarda la mazzetta pagata da Zambetti alla 'ndrangheta, il conto torna, ma se è così facile per i criminali inquinare le elezioni e se tutti pare ne sono al corrente, perché il legislatore e le forze politiche non fanno niente per cambiare il sistema di voto in modo da renderlo più sicuro e sanare questo insopportabile degrado?

Nessun commento: