L'assessore regionale alla casa,
Domenico Zambetti, 60 anni, esponente del PdL e membro della giunta Formigoni, è stato arrestato questa mattina a
Milano dai Carabinieri.
Pare abbia comprato un pacchetto di 4.000
preferenze, decisivo per la sua elezione con 11.217 voti nelle
regionali 2010, pagando 200.000 euro a due colletti bianchi della
’ndrangheta, uno esponente della cosca calabrese
Morabito-Bruzzaniti. La tariffa dunque era 50 euro a voto, cifra "di mercato" valida a livello nazionale, che
mi è stata confermata questa estate da un amico napoletano il quale
mi raccontò come funzionava la tecnica usata dalla camorra per comprare i voti a
Napoli.
Si tratta in realtà di un trucco semplicissimo che chiunque può organizzare; il primo che vota lo fa con una scheda contraffatta e porta fuori la
scheda vera ricevendo in cambio 50 euro. Questa viene data già
compilata al secondo elettore corrotto che la deposita nell'urna
portando fuori la scheda che gli è stata consegnata al seggio. E via
di seguito. Un sistema infallibile e poco costoso: 1.000 voti, 50mila
euro.
Come si vede, per quanto riguarda la mazzetta pagata da Zambetti alla 'ndrangheta, il conto torna, ma se è così facile per i criminali
inquinare le elezioni e se tutti pare ne sono al corrente, perché il legislatore e le forze politiche non fanno niente per cambiare il sistema di voto in modo da renderlo più sicuro e sanare questo insopportabile degrado?
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