Acque agitate nel centro destra milanese. Il sito padernese del
partito del sindaco ha pubblicato ieri un appello della
frazione rifondarola del PdL. Il documento è
intitolato "NOI NON CI STIAMO! RIFONDARE IL PDL PER RIDARE
SPERANZA ALLA LIBERTÀ" ed è un vero e proprio manifesto
politico lanciato da un gruppo di amministratori locali.
Dopo aver stigmatizzato e denunciato
gli scandali e il malcostume di troppi esponenti del
PdL che hanno messo in difficoltà il partito e vanificato i
risultati raggiunti (?) i rifondatori della libertà elencano in 8 punti la lista delle cose da fare per salvare il progetto "più
ambizioso della storia politica repubblicana" cioè costruire
una casa comune per le culture alternative alla sinistra, quelle clericale, neofascista, liberista e craxiana.
Gli 8 punti del manifesto dei
rifondaroli di destra sono: selezione meritocratica della classe
dirigente, limite di due mandati, codice etico che prevede
l'incandidabilità di chi ha processi pendenti e l'espulsione dei
condannati in primo grado, trasparenza sull'uso dei fondi pubblici,
nominare negli enti solo i competenti, eliminare liste bloccate e
listini, introdurre le primarie per la scelta delle candidature,
eleggere "dal basso" tutti gli organi del PdL. E, ovviamente, un rinnovamento del programma mai attuato di Berlusconi.
Senza fare questo i firmatari del manifesto prevedono, per la
primavera prossima, la scontata vittoria elettorale "del duo
Vendola-Bersani".
La cosa più interessante è però
scoprire, leggendo l'appello, qual è l'exit strategy elettorale di
questi innovatori, i quali in caso di sconfitta del loro tentativo,
giudicano il male minore "lasciare interpretare a Renzi le
speranze di rinnovamento e ripresa della nostra gente".
Un'ultima annotazione infine. Tra le 10
firme in calce al documento c'è anche quella di un consigliere
comunale in carica di Paderno Dugnano: Mario Giovanni Mosconi,
presidente semimuto della Commissione Territorio, personaggio
incolore che nel suo ruolo non si esprime mai, non dichiara pensieri
né opinioni, limitandosi durante le riunioni a dare la parola
all'assessore e a ritirarsi nell'ombra. Oggi Mosconi ha finalmente preso posizione, ma le reali possibilità che il suo appello venga raccolto sono scarsine.
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