mercoledì 24 ottobre 2012

Rifondare il PdL, lo chiede anche Mosconi


Acque agitate nel centro destra milanese. Il sito padernese del partito del sindaco ha pubblicato ieri un appello della frazione rifondarola del PdL. Il documento è intitolato "NOI NON CI STIAMO! RIFONDARE IL PDL PER RIDARE SPERANZA ALLA LIBERTÀ" ed è un vero e proprio manifesto politico lanciato da un gruppo di amministratori locali.
Dopo aver stigmatizzato e denunciato gli scandali e il malcostume di troppi esponenti del PdL che hanno messo in difficoltà il partito e vanificato i risultati raggiunti (?) i rifondatori della libertà elencano in 8 punti la lista delle cose da fare per salvare il progetto "più ambizioso della storia politica repubblicana" cioè costruire una casa comune per le culture alternative alla sinistra, quelle clericale, neofascista, liberista e craxiana.
Gli 8 punti del manifesto dei rifondaroli di destra sono: selezione meritocratica della classe dirigente, limite di due mandati, codice etico che prevede l'incandidabilità di chi ha processi pendenti e l'espulsione dei condannati in primo grado, trasparenza sull'uso dei fondi pubblici, nominare negli enti solo i competenti, eliminare liste bloccate e listini, introdurre le primarie per la scelta delle candidature, eleggere "dal basso" tutti gli organi del PdL. E, ovviamente, un rinnovamento del programma mai attuato di Berlusconi. Senza fare questo i firmatari del manifesto prevedono, per la primavera prossima, la scontata vittoria elettorale "del duo Vendola-Bersani".
La cosa più interessante è però scoprire, leggendo l'appello, qual è l'exit strategy elettorale di questi innovatori, i quali in caso di sconfitta del loro tentativo, giudicano il male minore "lasciare interpretare a Renzi le speranze di rinnovamento e ripresa della nostra gente".
Renzi, insomma, è ufficialmente il loro candidato da votare alle Primarie "aperte" del PD. In questa ottica si spiega bene perché il sindaco di Firenze, sostenuto dai finanzieri delle Isole Cayman, si agita tanto minacciando vertenze legali per impedire che i partecipanti alle Primarie debbano iscriversi al registro pubblico degli elettori del centrosinistra. Registro che era previsto anche nel 2009 alle elezioni fiorentine che hanno visto vincitore proprio lui e questo fatto  sottolinea la malafede e la slealtà sostanziale del sedicente "rottamatore".
Un'ultima annotazione infine. Tra le 10 firme in calce al documento c'è anche quella di un consigliere comunale in carica di Paderno Dugnano: Mario Giovanni Mosconi, presidente semimuto della Commissione Territorio, personaggio incolore che nel suo ruolo non si esprime mai, non dichiara pensieri né opinioni, limitandosi durante le riunioni a dare la parola all'assessore e a ritirarsi nell'ombra. Oggi Mosconi ha finalmente preso posizione, ma le reali possibilità che il suo appello venga raccolto sono scarsine.

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