domenica 7 ottobre 2012

Primarie: il titolo è...


Il fatto del giorno sono le nuove regole di partecipazione alle Primarie del Partito Democratico  pertanto ho redatto una breve rassegna stampa dedicata a questo argomento nella speranza di rendere così un servizio agli iscritti e agli elettori del PD padernese che tra poco parteciperanno alla consultazione.
Ieri a Roma l'assemblea nazionale ha votato all'unanimità le modifiche allo statuto per consentire a Renzi ed altri iscritti al PD di partecipare alle Primarie in lizza con il segretario e i candidati degli altri partiti della coalizione. Doppio turno e albo degli elettori consultabile; campagna all'insegna della sobrietà; sottoscrizione di un manifesto dell'Alleanza. Sono queste in sintesi le principali modifiche apportate.
Servizi e commenti sull'assemblea sono sulle prime pagine dei principali quotidiani di informazione e di schieramento, cioè di destra e di sinistra, proBersani o antiBersani. Posizioni che si intrecciano e si dividono formando una mappa delle opinioni e delle aspettative politiche che dimostrano come queste Primarie, tanto dileggiate e vilipese, criticate e sminuite, siano in realtà considerate ormai molto importanti a livello nazionale e non solo una questione interna al PD e alla sua nomenclatura.
Il Corriere evidenzia con un titolo la mossa vincente di Bersani che ha messo d'accordo il partito favorendo l'approvazione all'unanimità delle nuove regole statutarie chiedendo e ottenendo il ritiro degli emendamenti contrari a Renzi. Lo sfidante interno al PD viene evocato da un commento di Aldo Cazzullo dal titolo: "Quell'esile armistizio con l'assente ingrato", sottolineando la sostanziale estraneità del sindaco di Firenze dal partito di cui dice di voler fare il leader. Sono, insomma, gli incerti della democrazia.
Repubblica preferisce nel titolone di prima pagina segnalare che Bersani "Sigla la tregua con Renzi e scarica i notabili". L'editoriale domenicale di Eugenio Scalfari ricorda che mentre PD e PdL mostrano i segni delle loro crisi interne il convitato di pietra che incombe sul dopo voto resta Mario Monti.
La Stampa fa il titolo sul segretario che convince il partito ad aprire a Renzi mentre un commento di Federico Geremicca titola: "Onore al segretario. Rischia la trappola" valorizzando il coraggio di Bersani che da questa sfida (che stando allo statuto poteva evitare) "ha tutto da perdere e poco o niente da guadagnare".
Anche il Sole-24Ore dedica un titolo in prima pagina all'esito dell'assemblea PD e in un commento Stefano Folli spiega: "La semi vittoria di Bersani" dove la vittoria è aver tenuto unito il partito disinnescando le possibili fratture poste dalla sfida di Renzi e il rischio insito nel non aver risolto la contraddizione delle allenze per il governo dal momento che egli ha dichiarato di voler salvare il meglio di Monti mentre Vendola vuol fare tabula rasa delle scelte del rettore bocconiano.
Il Giornale berlusconiano scrive che Bersani fa la pace con Renzi e rottama gli ex amici. L'editoriale di Giuliano Ferrara titola: "Il ragazzo che imita il Cav", dove in pratica si afferma che Renzi è il candidato che gli elettori di destra devono andare a votare imbucandosi alle Primarie del PD.
L'Unità, ovviamente a tutta pagina,dichiara: "Primarie, ora inizia la sfida" mentre il Manifesto indulge nei suoi stucchevoli giochi di parole: "Tempo Statuto". L'editoriale di Norma Rangeri con il titolo "Rottamazioni democratiche", vede invece l'accordo raggiunto nel PD come l'inizio del Big Bang del partito. La sinistra inconcludente continua insomma a leggere tutto in negativo sostenendo che non è stata una scelta autonoma quella di Bersani, ma una apertura imposta dalla "forza" di Renzi.
Il Fatto infine sostiene che la pace siglata tra Bersani e Renzi è in realtà "di cartone", ma bontà sua riconosce che "Il PD ha mille difetti, ma almeno vota". Grazie.

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