Il fatto del giorno sono le nuove regole di partecipazione alle Primarie del Partito Democratico pertanto ho redatto una breve
rassegna stampa dedicata a questo argomento nella
speranza di rendere così un servizio agli iscritti e agli elettori
del PD padernese che tra poco parteciperanno alla consultazione.
Ieri a Roma
l'assemblea nazionale ha votato all'unanimità le modifiche allo
statuto per consentire a Renzi ed altri iscritti al PD di partecipare
alle Primarie in lizza con il segretario e i candidati degli altri
partiti della coalizione. Doppio turno e albo degli elettori
consultabile; campagna all'insegna della sobrietà; sottoscrizione di
un manifesto dell'Alleanza. Sono queste in sintesi le principali
modifiche apportate.
Servizi e commenti sull'assemblea sono
sulle prime pagine dei principali quotidiani di informazione e di
schieramento, cioè di destra e di sinistra, proBersani o
antiBersani. Posizioni che si intrecciano e si dividono formando una
mappa delle opinioni e delle aspettative politiche che dimostrano
come queste Primarie, tanto dileggiate e vilipese, criticate e
sminuite, siano in realtà considerate ormai molto importanti a
livello nazionale e non solo una questione interna al PD e alla sua
nomenclatura.
Il Corriere evidenzia con un titolo la
mossa vincente di Bersani che ha messo d'accordo il partito favorendo
l'approvazione all'unanimità delle nuove regole statutarie chiedendo
e ottenendo il ritiro degli emendamenti contrari a Renzi. Lo sfidante
interno al PD viene evocato da un commento di Aldo Cazzullo dal
titolo: "Quell'esile armistizio con l'assente ingrato",
sottolineando la sostanziale estraneità del sindaco di Firenze dal
partito di cui dice di voler fare il leader. Sono, insomma, gli
incerti della democrazia.
Repubblica preferisce nel titolone di
prima pagina segnalare che Bersani "Sigla la tregua con Renzi e
scarica i notabili". L'editoriale domenicale di Eugenio Scalfari
ricorda che mentre PD e PdL mostrano i segni delle loro crisi interne
il convitato di pietra che incombe sul dopo voto resta Mario Monti.
Anche il Sole-24Ore dedica un titolo in
prima pagina all'esito dell'assemblea PD e in un commento Stefano Folli
spiega: "La semi vittoria di Bersani" dove la vittoria è
aver tenuto unito il partito disinnescando le possibili fratture
poste dalla sfida di Renzi e il rischio insito nel non aver risolto la
contraddizione delle allenze per il governo dal momento che egli ha
dichiarato di voler salvare il meglio di Monti mentre Vendola vuol
fare tabula rasa delle scelte del rettore bocconiano.
Il Giornale berlusconiano scrive che
Bersani fa la pace con Renzi e rottama gli ex amici. L'editoriale di
Giuliano Ferrara titola: "Il ragazzo che imita il Cav",
dove in pratica si afferma che Renzi è il candidato che gli elettori
di destra devono andare a votare imbucandosi alle Primarie del PD.
L'Unità, ovviamente a tutta pagina,dichiara: "Primarie, ora inizia la sfida" mentre il
Manifesto indulge nei suoi stucchevoli giochi di parole: "Tempo
Statuto". L'editoriale di Norma Rangeri con il titolo
"Rottamazioni democratiche", vede invece l'accordo
raggiunto nel PD come l'inizio del Big Bang del partito. La sinistra inconcludente continua
insomma a leggere tutto in negativo sostenendo che non è stata una
scelta autonoma quella di Bersani, ma una apertura imposta dalla
"forza" di Renzi.
Il Fatto infine sostiene che la pace siglata tra
Bersani e Renzi è in realtà "di cartone", ma bontà sua riconosce
che "Il PD ha mille difetti, ma almeno vota". Grazie.
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