I soliti poteri italiani che non sono
forti, ma utilizzano le poche energie disponibili per non mollare le
loro posizioni privilegiate sono molto preoccupati. Il cupio dissolvi
di Berlusconi e il vento del tutti a casa che sembra disperdere
l'elettorato del centro destra un tempo basato sull'alleanza di
interessi costituita dall'asse del Nord e dagli ascari del Sud, apre
la strada a un possibile governo di centro sinistra a guida per una
volta non populista, ma socialdemocratica garantita dall'affidabile
cultura politica ed economica di Pierluigi Bersani.
I soliti poteri italiani temono infatti
un governo guidato dall'unico vero liberalizzatore della recente
storia nazionale, perché questi poteri che hanno il loro organo
istituzionale nel Corriere della Sera, non sono liberali come
pretendono di definirsi dal momento che la loro unica politica è
sempre stata la privatizzazione degli utili e la socializzazione
delle perdite. Un governo che li costringesse a fare la loro parte
per sostenere il Paese piuttosto che scaricare l'onere sulle spalle
dei loro dipendenti e collaboratori al 30% precari, non lo vogliono di certo.
Per questo oggi che la stella del loro
"Cayman candidate" sembra tramontare e la vittoria di
Bersani alle Primarie del PD apparire inevitabile, agitano
furiosamente lo spauracchio dell'ingovernabilità del Paese che
uscirà dalle elezioni della primavera prossima. Il babau lo ha
descritto bene Angelo Panebianco nel suo editoriale di oggi intitolato
"La normalità è una chimera" in cui egli presenta questo
scenario: se Bersani non vince al primo turno avrà bisogno dei voti
di Vendola che lo condizioneranno schiacciandolo all'estrema
sinistra e addio governabilità.
Panebianco rivela così tutte le
contraddizioni che stanno dietro il gioco scoperto della neo
borghesia italiana che ci vorrebbe imporre il rettore della Bocconi
primo ministro a vita schiacciando la democrazia, una volta per
tutte, sotto le leggi dell'economia, cioè dei loro interessi
privati.
Se il segretario dei Democratici, come
mi auguro, vincerà con largo margine la competizione delle Primarie,
inoltre, costringerà il centro destra a opporre alla sua candidatura
una figura moderata e democratica non così aliena e nemica della
nostra democrazia costituzionale come lo sono stati per 20 anni
Berlusconi e Bossi. Politici come Alfano, Pisanu, Schifani, Casini sono mille volte
più affidabili e "normali" dell'impresario del bunga bunga
e del "guerriero" padano.
Chiedo a Panebianco e ai lettori: una competizione
elettorale tra Bersani e Alfano, cioè tra due opzioni di governo
chiaramente rappresentate da questi due leader politici, non sarebbe finalmente "normale"? Perché per il Corriere e i suoi padroni un
confronto del genere, che è nelle cose e farebbe uscire dalle urne
un risultato chiaro e trasparente, è invece "una chimera" da esorcizzare?
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