lunedì 22 ottobre 2012

La normalità che il Corriere non vuole


I soliti poteri italiani che non sono forti, ma utilizzano le poche energie disponibili per non mollare le loro posizioni privilegiate sono molto preoccupati. Il cupio dissolvi di Berlusconi e il vento del tutti a casa che sembra disperdere l'elettorato del centro destra un tempo basato sull'alleanza di interessi costituita dall'asse del Nord e dagli ascari del Sud, apre la strada a un possibile governo di centro sinistra a guida per una volta non populista, ma socialdemocratica garantita dall'affidabile cultura politica ed economica di Pierluigi Bersani.
I soliti poteri italiani temono infatti un governo guidato dall'unico vero liberalizzatore della recente storia nazionale, perché questi poteri che hanno il loro organo istituzionale nel Corriere della Sera, non sono liberali come pretendono di definirsi dal momento che la loro unica politica è sempre stata la privatizzazione degli utili e la socializzazione delle perdite. Un governo che li costringesse a fare la loro parte per sostenere il Paese piuttosto che scaricare l'onere sulle spalle dei loro dipendenti e collaboratori al 30% precari, non lo vogliono di certo.
Per questo oggi che la stella del loro "Cayman candidate" sembra tramontare e la vittoria di Bersani alle Primarie del PD apparire inevitabile, agitano furiosamente lo spauracchio dell'ingovernabilità del Paese che uscirà dalle elezioni della primavera prossima. Il babau lo ha descritto bene Angelo Panebianco nel suo editoriale di oggi intitolato "La normalità è una chimera" in cui egli presenta questo scenario: se Bersani non vince al primo turno avrà bisogno dei voti di Vendola che lo condizioneranno schiacciandolo all'estrema sinistra e addio governabilità.
Panebianco rivela così tutte le contraddizioni che stanno dietro il gioco scoperto della neo borghesia italiana che ci vorrebbe imporre il rettore della Bocconi primo ministro a vita schiacciando la democrazia, una volta per tutte, sotto le leggi dell'economia, cioè dei loro interessi privati.
Se davvero Panebianco e il Corriere volessero perseguire la "normalità", infatti, dovrebbero sostenere Bersani e appoggiare la sua vittoria al primo turno con largo margine così da rafforzare la strategia politica solidamente riformista ed europea del PD, valorizzare la guida di Bersani, ridimensionando il contributo di Vendola che non potrebbe condizionare molto il futuro perché i suoi voti non peserebbero più di quel che valgono effettivamente.
Se il segretario dei Democratici, come mi auguro, vincerà con largo margine la competizione delle Primarie, inoltre, costringerà il centro destra a opporre alla sua candidatura una figura moderata e democratica non così aliena e nemica della nostra democrazia costituzionale come lo sono stati per 20 anni Berlusconi e Bossi. Politici come Alfano, Pisanu, Schifani, Casini sono mille volte più affidabili e "normali" dell'impresario del bunga bunga e del "guerriero" padano.
Chiedo a Panebianco e ai lettori: una competizione elettorale tra Bersani e Alfano, cioè tra due opzioni di governo chiaramente rappresentate da questi due leader politici, non sarebbe finalmente "normale"? Perché per il Corriere e i suoi padroni un confronto del genere, che è nelle cose e farebbe uscire dalle urne un risultato chiaro e trasparente, è invece "una chimera" da esorcizzare?

Nessun commento: