sabato 29 settembre 2012

Senza negozi la città è un dormitorio


Paderno Dugnano è diventata una città dormitorio? Se è così la colpa è anche nostra che non facciamo niente per invertire questa tendenza al declino.
Le nostre città vivono se ci sono negozi aperti, con le loro vetrine e insegne, perché il commercio, lo scambio, sono la vita di un centro urbano che storicamente, era già così nell'antichità, nasce e diventa città attorno a due precisi elementi: il mercato e il tempio senza i quali non esiste la comunità.
Senza clienti però i negozi chiudono e quando questo accade tutti perdiamo qualcosa perché la città declina e le strade, le piazze di Paderno Dugnano si trasformano in un deserto e la gente si ritrova fuori dalla città, nei grandi centri commerciali lungo le autostrade che però non sono i luoghi attorno ai quali nasce e si sviluppa una città. I clienti degli ipermercati, infatti, non sono cittadini, ma dei semplici consumatori, restano cioè degli individui che non comunicando tra loro, non diventano "comunità". Quando acquisti in un negozio ti metti in relazione con il commerciante, che spesso è un tuo vicino di casa. Quando acquisti in un centro commerciale ti limiti a scegliere un articolo su uno scaffale e pagarlo alla cassa facendo dialogare solo la tua carta di credito con il sistema elettronico di pagamento.
Per sensibilizzare i giovani padernesi su questo importante tema posto dalla modernità che li riguarda da vicino perché riguarda il loro futuro prossimo, l'associazione Paderno Si Muove, presieduta da Pierino Favrin, ha lanciato un concorso rivolto agli studenti delle quinte elementari, terze medie, quarte e quinte superiori che frequentano l'anno scolastico in corso.
I concorrenti dovranno, dopo aver fatto un'indagine sul commercio di vicinato e sulle abitudini di aquisto delle famiglie, tramite interviste ai negozianti del loro quartiere, a parenti, amici e conoscenti, elaborare un messaggio che potrà avere la forma di un testo pubblicitario, slogan, motto, disegno, fotografia, spot, per invogliare i consumatori a fare una parte dei loro acquisti nei negozi, mantenendo così viva la loro città.
I messaggi giudicati migliori verranno presentati a novembre durante una manifestazione pubblica al teatro Metropolis. I negozi aderenti all'iniziativa che è patrocinata dalla Delegazione di Confcommercio di Paderno Dugnano esporranno un volantino e raccoglieranno gli elaborati. Tutte le informazioni si possono richiedere a: info@padernosimuove.it o a pierino.favrin@favrin.it

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Carlo sono daccordo con te.
Una parte di questa situazione è attribuibile ai centri commerciali/shopping center/cinema multisala.
A Paderno in particolare abbiamo Carrefour, Brico, Gran casa, Leroy Merlin (al confine), Le giraffe, Superdì.
Ikea recentemente ha avanzato una proposta di insediamento in una zona di confine ed il nostro Comune, invece di bocciarla a priori, ha semplicemnte bocciato questa proposta viabilistica.
In alcuni articoli di giornale (Notiziario e Cittadino) poco tempo fa sono state riportate prevalentamente dichiarazioni di persone pro-Ikea, con motivazioni che rasentavano l'assurdo (come per esempio "cè talmente tanto traffico che l'insediamento non lo aggraverebbe" o che "l'aria è già compromessa, quindi non cambia nulla").
Non lessi interventi che sollevavano perplessità, a parte una considerazione del Sig. Favrin. Scrissi una lettera, piuttosto articolata, ad uno di questi giornali (e ad alcuni esponenti dell'AC) per far emergere tutte le criticità del caso, al di là della semplicistica battuta "che bello l'Ikea a Paderno!".
Credo sia necessaria una profonda riflessione sull'opportunità di continuare a insediare centri commerciali.
Per questo motivo e per sostenere il commercio locale al prossimo incontro di quartiere per la discussione del PGT intendo proporre lo stop ad ulteriori centri commerciali sul nostro territorio.

carlo arcari ha detto...

Personalmente non sono contrario ai centri commerciali in sé. Mi preoccupano però le città artificiali che riproducono all'interno di un luogo chiuso il centro commerciale naturale di una città, quando si sostituiscono a questo che viene abbandonato al degrado o al deserto, come sta avvenendo a Paderno. Dire basta ad altri centri commerciali è giusto, ma solo se contestualmente si promuove un progetto (discusso e condiviso con i commercianti)a livello politico e amministrativo di rilancio del centro commerciale urbano. Diversamente lo stop resterà solo una parola

Anonimo ha detto...

Generalmente io invece preferisco ai centri commerciali classici, i centri commerciali naturali.
Figuriamoci se poi, una cittadina come Paderno, dove tra l'altro io e penso anche te ci viviamo, abbia in "dote" un numero cospicuo di questi.
Perchè di questo si tratta, nel corso degli anni si sono detti troppi sì a queste aperture.
E se qualcuno (finora solo una persona), semplicisticamente, mi dice che non si può dire sempre no, io ricordo tutti i sì che sono stati detti alla GDO da Paderno.
Per rilanciare il commercio locale, è innanzitutto necessario, anzi obbligatorio, stoppare qualsiasi ulteriore insediamento.
Perchè purtroppo quelli presenti, ahimè sono ineliminabili.
Chiaramente bisognerà operare poi una serie di interventi di riqualificazione e di rilancio del commercio locale (non per altro per dare un senso compiuto alla funzione di una cittadina), ma continuare ad aprire centri commerciali e contestualmente lamentarsi che i negozi soffrono, etc etc è assolutamente un controsenso.
Per non dire un'ipocrisia bella e buona.
Spero concorderai con me.

Andrea

PS chiedo scusa se prima non mi sono firmato

carlo arcari ha detto...

Concordo. Guardavo oggi la via Rotondi, via principale di Dugnano. due panettieri e un macellaio alle estremità distanti 3-400 metri circa, in mezzo quattro bar, un parrucchiere, 5 banche, i negozio Vodafone, 5 o 6 agenzie immobiliari, un tabaccaio, due ottici, una pizzeria da asporto, una merceria, quattro negozi di abbigliamento, un lavasecco, un negozio di oggetti etnici, due saracinesche chiuse, un'agenzia di viaggi e l'ufficio del gas Eon. L'offerta commerciale è molto squilibrata. Per comprare dei surgelati o la frutta devo prendere l'auto.

Anonimo ha detto...

Ma come? E il fruttivendolo di via Buozzi se l'è dimenticato?

carlo arcari ha detto...

No, me lo ricordo, ma non è in via Rotondi. Io penso ad esempio che l'apertura di un piccolo market a metà della strada in grado cioè di servire sia i cittadini che vivono tra via oslavia, via 25 aprile e via buozzi farebbe buoni affari e darebbe un servizio di vicinato apprezzato dai padernesi. Dove c'era la cooperativa oggi c'è un negozio vodafone. Io non lo considero un miglioramento dell'offerta commerciale.

Anonimo ha detto...

C'è sicuramente una carenza commerciale sia come diversificazione che come livello qualitativo, basso.
A questo concorre una scarsissima cura per quelle vie che di fatto dovrebbero essere l'asse portante della cittadina, come Via rotondi o come la parte finale di Via roma, incluse Via Gramsci e Via IV novembre.
In molti tratti, dove sono venuti via dei san pietrini, è stato messo del catrame come sostitutivo con un risultato estetico pessimo.
Spesso si trovano tali pozze anche proprio di fronte l'ingresso di negozi, e di panifici o di bar.
Faccio notare che dopo aver lamentato ripetutamente e anche pubblicamente in un'assemblea le pozze poco di fianco all'Antares, il danno venne rimesso a posto.
Preciso che io non abito, nè ho un negozio, dove ho detto poc'anzi cioè davanti all'Antares, anzi ci passo di rado, a differenza di chi ci abita o di ha un interesse economico.
Nel frattempo altrove si sono "create" nuove pozze.
Mi chiedo: che cosa fanno, che cosa dicono i commercianti che si trovano di fronte alla vetrina questi scempi? E gli abitanti delle case con annesso marciapiede rovinato?
L'associazione dei commercianti ha mai sollecitato il comune per la risoluzione??
Io non ho mai sentito nessuna lamentela, nè a mezzo stampa, nè di altra forma.
Altra cosa di interesse visto che tocca una zona particolare: la piazza della Resistenza, ha subito un restyling quantomeno discutibile.
La fontana coperta dal pavimento in legno sembra francamente un sepolcro, oltre ad essere un grande pugno nell'occhio, le panchine seriali, in zone esposte perennemente al sole sono indifendibili e per l'illuminazione
di stampo modernista/ essenziale non c'entra nulla con il contesto per tre quarti di rilevanza storica.
Non oso pensare che tipo di edicola metteranno....
Riqualificare vuol dire innanzitutto non peggiorare la situazione.
Quante persone si sono lamentate della cosa, a parte quelle che stanno su una dita di una mano?

Andrea