giovedì 31 maggio 2012

La famiglia (secondo Favrin e il sottoscritto)


C'è una cosa che spesso mi fa riflettere. Mi sento in molte occasioni più vicino culturalmente e politicamente, e non da oggi, ai liberali moderati che a molti esponenti della sinistra progressista, soprattutto se provenienti dal mondo cattolico-sociale. Forse sarà la mia natura di laico e di individualista, ma insomma è così. Prova ne sia la poesia che qui pubblico sul tema della famiglia, in questi giorni di grande attualità. L'autore è Pierino Favrin, un liberale classico, che me l'ha inviata con questa lettera:

Caro Arcari, Ti invio questa mia poesia come vedi scritta in tempi non sospetti, per concorrere al dibattito sulla "famiglia normale". Decidi Tu se pubblicare o no.
La pubblico molto volentieri.

Una preghiera
Perché ridurre tutto ad un contratto,
un documento astratto,
esso non è l’afflatto
è il sigillo finale
tutto sentimental
di un officiante ufficiale
Con paramento ecclesiale,
O fascia tricolore
Indissolubile promessa dell’amore.

Ed è opportuno e giusto
che anche formalmente
con i registri a posto
La promessa sia fatta
Un po’ solennemente.
La firma degli sposi,
quella dei testimoni
e poi gli evviva,
viva la mamma
viva i padri orgogliosi,
baci, saluti e pacche sulle spalle,
il lancio del riso
la foto ufficiale.
Prego… guardate l’obiettivo,
alt! Fermi! prego un sorriso.

Ma per godere questo
Il sesso deve essere diverso.
Non son concessi amori,
che offendono i pudori,
tra stessi sessi omosessuali
altrimenti son strali.
Se sono uguali i vostri stessi sessi
siete marchiati, siete tutti perversi.
E dunque rifiutiamo la natura?
Ripudiamo la diversa cultura?
Il miracolo di un bel corpo maschile
dove s’immerge un istinto femminile,
O la natura maschile
Immersa dentro il corpo
Dal bel aspetto tutto femminile.

Forse è per questo
di Dio il grande gesto
Che Il marchio di quei genii
In quelle menti riposti
Fossero Espliciti
e non mai nascosti.

Ma noi bigotti benpensanti
Sordi a tanto segnale
Di quelle intelligenze
abbiamo fatto strale.
Incarcerato Wild
fucilato Lorca
tutti gli omo
sian messi sulla forca,
Rimbaud alla gogna
Verlaine nelle vergogna.

Uccisi a migliaia
Con zingari ed ebrei
In quel terribile
Crepuscol degli dei.
Così per chi soffre e soffrì
Questa tragedia immane
una preghiera rimane
In questo mondo che tace
Requiescànt in pace,
amen.

Pierino Favrin
18 aprile 2012

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