domenica 27 maggio 2012

Il nemico da battere? Il PD naturalmente

"Cosa lancia Bersani? Ancora non lo sappiamo. Sappiamo invece ciò che proponiamo noi: ripartire da Vasto andando oltre quell'alleanza, che deve essere un punto di partenza. Poi ci saranno tante altre sigle, noi per primi riteniamo che se non ci apriamo, se non coinvolgiamo la società civile, non bastiamo più neppure noi, rischiamo di diventare superflui". Ad Antonio Di Pietro che scalpita fa eco Niki Vendola il quale afferma "Bisogna far emergere un soggetto nazionale evocato, ma poi scomparso, il centrosinistra".
Gli alleati (all'opposizione del governo Monti) dentro e fuori il parlamento tirano per la giacchetta il segretario del PD per costringerlo a dar vita con loro e al più presto un nuovo soggetto politico del centrosinistra a livello nazionale che vada oltre la "foto di Vasto" e coinvolga la "società civile".
Bersani però non risponde a queste sollecitazioni e fa bene. I tre partiti oggi non sono affatto concordi nel proporre ricette credibili per il futuro, un nuovo modello di sviluppo per l'azienda Italia, il lavoro per i giovani, il welfare, una società più aperta, che sono i veri problemi sul tappeto. Il compito che hanno di fronte i tre leader non è superare volontaristicamente la foto di Vasto allargandola ad altre sigle e partiti, ma discutere e poi approvare insieme un programma condiviso prima di dare vita alla coalizione che si presenterà alle elezioni.
Il PD è in questo momento tirato da tutte le parti e non a caso è il bersaglio principale dell'offensiva populista di Grillo. Lui e le forze che criticano il PD dicendosi suoi alleati, ma definendolo sempre inadeguato al suo ruolo, attuano contro il partito di Bersani una forte pressione perché hanno in comune l'ideologia antisistema e vedono nel PD il principale difensore del sistema, cioè dell'Italia democratica figlia dalla Costituzione.
Sull'altro fronte l'attacco più pesante viene dai soliti "poteri forti". Da una settimana il Corriere della Sera ha in prima pagina Grillo e il suo movimento presentato come l'unico vincitore delle elezioni amministrative, il soggetto politico che ha trasformato per sempre lo scenario politico italiano. In prima pagina oggi, il Corriere, pubblica un sondaggio dal quale il movimento grillino viene accreditato del 30% delle intenzioni di voto. E in un editoriale affidato all'ex di turno, Antonio Polito, ricorda che la sinistra nelle uniche due volte che ha governato in 60 anni ha fallito. 
Polito sottolinea che se in Italia persiste l'anomalia che spinge gli elettori a non scegliere il PD di fronte al fallimento delle destre, preferendo affidarsi a un demagogo qualunque, la colpa è della sinistra che non dimostra di essere cambiata. Come se il PD di Bersani, un partito nato 4 anni fa, fosse identico ai DS di D'Alema. Il quale, commentando la situazione, si rivela come sempre il migliore analista affermando che: "c'è una parte della borghesia italiana pronta a tutto pur di impedire che si esca a sinistra dal berlusconismo".   
E questo non è un fatto nuovo, ma una vecchia realtà, che emerge ogni qual volta la sinistra si avvicina al governo; un fatto che nella sua persistenza spiega molte cose.

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