Alle 8 di questa mattina a Baraggiole, fuori dalla casa dove abita (ancora per poco) Lulzim Shuli, uno dei
lavoratori sopravvissuti alla strage della Eureco, il "presidio
di solidarietà" al manovale albanese che ha ricevuto uno
sfratto esecutivo per morosità era così composto: cinque giornalisti e cinque cittadini, esponenti di partiti e movimenti
politici aderenti al Comitato di sostegno promotore dell'iniziativa.
La solidarietà della città alle
vittime della Eureco, quella che si vede e si può concretamente misurare, è tutta qui.
Lulzim, che ha visto morire orrendamente bruciati vivi quattro operai come lui nella ditta di Palazzolo un anno e mezzo fa, e si
è salvato per miracolo, da allora è senza lavoro e da ottobre 2011, finito il
periodo di malattia riconosciuto dall'Inps, è privo di reddito.
Con una moglie e una bambina di 4 anni tira avanti come può, con i 200 euro al mese dei servizi sociali e i pacchi viveri della Caritas, ma non riesce proprio a pagare l'affitto e adesso lo vogliono buttare fuori dalla sua casa.
Con una moglie e una bambina di 4 anni tira avanti come può, con i 200 euro al mese dei servizi sociali e i pacchi viveri della Caritas, ma non riesce proprio a pagare l'affitto e adesso lo vogliono buttare fuori dalla sua casa.
Abbastanza per sposarsi nel 2003, con una ragazza albanese metter su famiglia e diventare padre di una
bambina. Tutto, insomma, era andato bene fino a quel terribile 4
novembre dove in un attimo il sogno realizzato da Lulzim è svanito,
bruciato nel rogo del capannone assieme ai suoi amici lasciandolo
senza presente e senza futuro.
"Pochi giorni prima dell'incidente
mentre lavoravo alla Eureco tre farfalle bianche mi sono volate
attorno alla testa e non volevano andare via. Forse era il segno che
mi sarei salvato per miracolo – afferma -; il coperchio del container
ha deviato le fiamme dell'esplosione e io che ero nella cabina del
"ragno" mi sono appiattito sotto il volante evitando la
ventata ardente dell'incendio, poi sono sceso e sono scappato". L'operaio è
ancora traumatizzato dalla tragedia. E' rimasto ferito, non nel corpo, ma nell'anima, e se la
televisione trasmette un Tg o un filmato dove si vedono scene di
guerra o incidenti con incendi ed esplosioni, scoppia a piangere come
un bambino.
"Lavoro non ne ho mai più trovato
anche se continuo a cercarlo. Tutti a partire da Merlino, il padrone
della Eureco, e dal sindaco di Paderno Dugnano, mi avevano fatto
promesse, ma non le hanno mai mantenute – dice – gli unici che mi
sono stati vicino e mi hanno aiutato sono stati gli amici del
Comitato e la Caritas. L'assessore ai servizi sociali mi ha detto che
valuteranno se possono fare qualcosa nel secondo semestre dell'anno e
questo è tutto. Ieri sera il padrone di casa di ha telefonato per
chiedermi di restituire le chiavi, ma io non posso, dove vado con la mia
famiglia?".
L'iter dello sfratto esecutivo gli
consentirà probabilmente di rimanere nell'abitazione fino a dopo
l'estate, poi dovrà comunque andarsene se non intervengono le
istituzioni. Lulzim però non vuole la carità, ha meno di
quarantanni vuole lavorare. Vorrebbe almeno poter frequentare un
corso di formazione per imparare un mestiere in modo da aumentare la
possibilità di trovare un nuovo impiego e riuscire così a rimettere
la sua vita sui binari dai quali l'incidente lo ha fatto deragliare.
Il Comune di Paderno Dugnano, il sindaco Alparone e l'assessore
Ghioni, almeno questo sono capaci di farlo?
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