martedì 15 maggio 2012

Eureco: siamo tutti manovali albanesi


Alle 8 di questa mattina a Baraggiole, fuori dalla casa dove abita (ancora per poco) Lulzim Shuli, uno dei lavoratori sopravvissuti alla strage della Eureco, il "presidio di solidarietà" al manovale albanese che ha ricevuto uno sfratto esecutivo per morosità era così composto: cinque giornalisti e cinque cittadini, esponenti di partiti e movimenti politici aderenti al Comitato di sostegno promotore dell'iniziativa.
La solidarietà della città alle vittime della Eureco, quella che si vede e si può concretamente misurare, è tutta qui. Lulzim, che ha visto morire orrendamente bruciati vivi quattro operai come lui nella ditta di Palazzolo un anno e mezzo fa, e si è salvato per miracolo, da allora è senza lavoro e da ottobre 2011, finito il periodo di malattia riconosciuto dall'Inps, è privo di reddito. 

Con una moglie e una bambina di 4 anni tira avanti come può, con i 200 euro al mese dei servizi sociali e i pacchi viveri della Caritas, ma non riesce proprio a pagare l'affitto e adesso lo vogliono buttare fuori dalla sua casa.
"L'Italia e Paderno Dugnano sono stati il luogo dove ho costruito tutto quello che ho – racconta –. Dopo il militare sono emigrato in cerca di lavoro, prima in Grecia e poi in Puglia e infine qui. In Albania non c'era e non c'è speranza. La mia famiglia ha un piccolo terreno agricolo di nemmeno mezzo ettaro e una mucca con la quale certo non si vive. Nel 2000 ho iniziato a lavorare alla Eureco assunto dalla cooperativa e da allora questo è stato il mio lavoro. Non mi sono mai tirato indietro e con gli straordinari pagati in nero riusciovo a mettere insieme anche 1.500 euro al mese".
Abbastanza per sposarsi nel 2003, con una ragazza albanese metter su famiglia e diventare padre di una bambina. Tutto, insomma, era andato bene fino a quel terribile 4 novembre dove in un attimo il sogno realizzato da Lulzim è svanito, bruciato nel rogo del capannone assieme ai suoi amici lasciandolo senza presente e senza futuro.
"Pochi giorni prima dell'incidente mentre lavoravo alla Eureco tre farfalle bianche mi sono volate attorno alla testa e non volevano andare via. Forse era il segno che mi sarei salvato per miracolo – afferma -; il coperchio del container ha deviato le fiamme dell'esplosione e io che ero nella cabina del "ragno" mi sono appiattito sotto il volante evitando la ventata ardente dell'incendio, poi sono sceso e sono scappato". L'operaio è ancora traumatizzato dalla tragedia. E' rimasto ferito, non nel corpo, ma nell'anima, e se la televisione trasmette un Tg o un filmato dove si vedono scene di guerra o incidenti con incendi ed esplosioni, scoppia a piangere come un bambino.
"Lavoro non ne ho mai più trovato anche se continuo a cercarlo. Tutti a partire da Merlino, il padrone della Eureco, e dal sindaco di Paderno Dugnano, mi avevano fatto promesse, ma non le hanno mai mantenute – dice – gli unici che mi sono stati vicino e mi hanno aiutato sono stati gli amici del Comitato e la Caritas. L'assessore ai servizi sociali mi ha detto che valuteranno se possono fare qualcosa nel secondo semestre dell'anno e questo è tutto. Ieri sera il padrone di casa di ha telefonato per chiedermi di restituire le chiavi, ma io non posso, dove vado con la mia famiglia?".
L'iter dello sfratto esecutivo gli consentirà probabilmente di rimanere nell'abitazione fino a dopo l'estate, poi dovrà comunque andarsene se non intervengono le istituzioni. Lulzim però non vuole la carità, ha meno di quarantanni vuole lavorare. Vorrebbe almeno poter frequentare un corso di formazione per imparare un mestiere in modo da aumentare la possibilità di trovare un nuovo impiego e riuscire così a rimettere la sua vita sui binari dai quali l'incidente lo ha fatto deragliare. Il Comune di Paderno Dugnano, il sindaco Alparone e l'assessore Ghioni, almeno questo sono capaci di farlo?

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