sabato 19 maggio 2012

Acqua bene comune: 1.019 firme per modificare lo Statuto

Il Comitato "Acqua bene comune" di Paderno Dugnano stamane ha depositato e protocollato in Municipio le 1.019 firme di cittadini che hanno sottoscritto la petizione per chiedere al Consiglio Comunale di inserire nel suo Statuto un articolo che definisca l'acqua "un bene comune e un diritto umano" che non è possibile piegare alle leggi del mercato. Inutile dire che la maggioranza di destra in Consiglio Comunale ha finora respinto ogni richiesta avanzata dai partiti di centro sinistra all'opposizione di modificare in questo senso lo Statuto.
Le firme depositate oggi rappresentano la volontà dei 20.000 padernesi (pari a più del 54% degli aventi diritto di voto) che l'anno scorso hanno votato si al referendum per abrogare le norme che imponevano la privatizzazione e garantivano alle imprese private i profitti sulla gestione dei servizi idrici. Questo il testo della petizione.

I cittadini di Paderno Dugnano chiedono che nello Statuto Comunale venga inserito un articolo che dichiari:
  1. L’acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato. Tutte le acque, superficiali e sotterranee, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà. 
  2. La disponibilità e l’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile sono garantiti in quanto diritti inalienabili e inviolabili della persona umana e si estrinsecano nell’impegno a garantire ai cittadini un minimo vitale giornaliero.


  3. La proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntate a criteri di equità , solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici.
  4. Il consumo umano delle risorse idriche, deve avere la priorità rispetto ad altri usi.
  5. Il servizio idrico integrato e` un servizio pubblico essenziale, di interesse generale, privo di rilevanza economica e, come tale, non soggetto alla disciplina della concorrenza, ma, rientrante nella competenza esclusiva della Regione (art. 117 Cost.) che deve essere gestito con meccanismi che garantiscano la partecipazione sociale.
  6. In particolare, la gestione dei servizi idrici dovrà avvenire per mezzo di enti pubblici o mediante soggetti imprenditoriali partecipati esclusivamente da enti pubblici istituzionali.

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