È in arrivo una rivoluzione in campo sanitario? Il Ministro Balduzzi ha avanzato una proposta che dovrà essere sottoposta al vaglio delle Regioni in vista del Patto della Salute, che -se sarà approvata- porterà alla eliminazione dell'attuale sistema dei ticket sanitari, introdotto con la legge Finanziaria del 1982.
Il nuovo sistema funzionerebbe con una franchigia individuale, calcolata in percentuale del reddito, fino al concorrere della quale il cittadino dovrebbe pagare interamente ogni prestazione sanitaria, farmaco, analisi o intervento chirurgico. Ad esempio, un pensionato con 10mila euro di reddito lordo, con una aliquota fissata al 3 per mille avrebbe una franchigia di 30 euro: questa cifra sarebbe il costo massimo che pagherebbe per qualsiasi prestazione sanitaria, medicinali, visite specialistiche o intervento chirurgico. Oltre questo plafond, ogni prestazione sarebbe tutta gratuita.
Per un reddito lordo invece di 100mila euro, ad esempio, si avrebbe una franchigia, in proporzione, di 300 euro, e quindi fino al raggiungimento di questa cifra acquistando farmaci o sottoponendosi ad una visita specialistica di costo inferiore alle 300 euro l'interessato dovrebbe pagare tutto, essendo gratuite solo le prestazioni di costo superiore.
La franchigia sarebbe calcolata per l'arco degli ultimi dodici mesi, e il tutto sarebbe gestito attraverso una tessera sanitaria intelligente, dotata di chip come un bancomat e che andrebbe a sostituire, entro un anno, le attuali tessere.
Questo sistema riguarderebbe tutti, non ci sarebbero più esenzioni totali in base al reddito o all'età, o alla cronicità o all'invalidità: tutti avrebbero una franchigia in base al reddito, che in ogni caso verrebbe rideterminato attraverso un Isee calcolato secondo un quoziente famigliare che terrebbe conto adeguatamente anche della consistenza patrimoniale e del numero di figli. Che dire? In Regione Lombardia abbiamo combattuto come PD una vera battaglia contro i ticket uguali per tutti (salvo esenzioni) introdotti l'estate scorsa da Formigoni: l'idea di una compartecipazione progressiva alla spesa sanitaria, in base al reddito, è un'idea da sostenere con forza, facendo salva l'universalità dell'accesso alla cura della salute sancita dalla Costituzione per i livelli essenziali. Resta da capire come reagiranno le Regioni a una tale proposta, e resta da capire se, e come, tale nuovo sistema -a conti fatti- risulterà economicamente sostenibile per lo Stato senza tradursi in un aggravio complessivo dei costi sostenuti dai cittadini. A noi, comunque, l'idea non spiace affatto...
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