Sono poche le note positive del rapporto diffuso dalla Federazione degli editori 'La stampa in Italia 2009-2011'. Tra queste c'è certamente il boom degli utenti sui siti web dei quotidiani, che ha portato anche ad un notevole incremento dei ricavi del settore. Vi segnalo sul tema questo articolo di Michele Cassano dell'ANSA
Roma, 18 aprile 2012. Il colore rosso regna nei conti 2011 dell'editoria italiana ed i primi segnali del 2012 sono tutt'altro che incoraggianti. Sono poche le note positive del rapporto della Federazione degli editori 'La stampa in Italia 2009-2011'. Tra queste c'è certamente il boom degli utenti sui siti web dei quotidiani, che ha portato anche ad un notevole incremento dei ricavi del settore, ma anche la tenuta dei lettori, a fronte di un calo delle vendite. «C'è la necessità di una rivoluzione industriale - afferma il presidente della Fieg, Giulio Anselmi -. La domanda di informazione cresce, si tratta di intercettarla e questa è la nostra sfida». «Nel 2011 - si legge nel rapporto - nonostante l'azione di contenimento dei costi sia proseguita, gli elementi di criticità si sono riaffacciati con crescente intensità». Dopo il crollo del 2009 e l'andamento non particolarmente negativo del 2010, l'anno scorso i ricavi dei quotidiani sono tornati a scendere del 2,2%, soprattutto per il calo della pubblicità (-5,7%). Dopo le pesanti ristrutturazioni del 2009 e 2010, nel 2011 la riduzione dei costi si è scontrata con l'aumento dei prezzi della carta e dei servizi. Un quadro che ha portato ad una contrazione del 29,6% del margine operativo lordo delle imprese. Dal 2009 al 2011, il numero degli utenti di siti web di quotidiani in un giorno medio è passato da 4 a 6 milioni, con un incremento del 50%. I ricavi dall'attività online sono in forte crescita (+32% nel 2011), anche se in valori assoluti l'incidenza sul fatturato è ancora limitata (1,4%). Giù tutto il resto: dai ricavi pubblicitari a quelli per le vendite in abbonamento, ai collaterali. Tengono, grazie agli aumenti dei prezzi, i ricavi da vendite, che sono però calate del 2,6%. Non così i lettori che si attestano a quota 24,2 milioni per i quotidiani e 32,5 milioni per i periodici. La loro crescita non è però omogenea nel Paese, con il Sud ancora fortemente indietro.
Capitolo dolente quello dell'occupazione: nel 2011 i giornalisti sono diminuiti del 6,1%, i poligrafici del 3,7%. «L'editoria cartacea attraversa una fase di crisi ma non è un malato terminale», ha sintetizzato Anselmi, parlando di numeri «di una forza straordinaria». Il presidente della Fieg e dell'ANSA, in occasione della presentazione dello studio, ha aggiunto che «la rivoluzione della multimedialità è inevitabile e non può essere condotta con superficialità». Anselmi, pur lodando i primi interventi del governo, ha chiesto di proseguire sulla strada «della moralizzazione e della trasparenza» sui contributi pubblici che dovrebbero essere indirizzati «verso i giornali veri: per copie vendute e per numero di dipendenti con regolari contratti». E «poichè i partiti hanno già accesso ai fondi pubblici - ha aggiunto -, dovrebbero essere esclusi i giornali politici». Quindi un nuovo appello alla politica per la difesa del copyright: «Le aziende - ha detto - hanno diritto che la proprietà intellettuale venga garantita, perchè si tratta di uno strumento necessario per la loro sopravvivenza». Su questo tema, il sottosegretario all'Editoria, Paolo Peluffo, presente all'incontro, ha, non solo auspicato un intervento dell'Agcom, che si appresta ad approvare un regolamento sul tema, ma anche promesso che il governo dirà la sua nell'ambito dell'agenda digitale. Quanto ai contributi pubblici, Peluffo ha ricordato che «le risorse sono scarse» e che entro i prossimi tre anni bisognerà rivedere il sistema per «selezionare le aziende meritevoli». «Gli editori devono investire sui giornalisti e non considerarli personale da precarizzare, ma professionisti da fidelizzare alle testate», è il commento del segretario della Fnsi, Franco Siddi. Ironico il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino: «Sono grato alla Fieg che, grazie al rapporto, ci ha permesso di sapere che nel 2011 sono stati in vario modo rottamati 637 giornalisti». (ANSA).
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