giovedì 8 marzo 2012

8 marzo: basta mimose nell'Italia del femminicidio

http://bollettino-di-guerra.noblogs.org/ questo è solo uno dei numerosi indirizzi ai quali sono arrivato stamattina cercando su google la tag "uomini che odiano le donne".
In Italia la violenza soprattutto domestica continua ad essere la prima causa di morte per  le donne tra i 15 e i 44 anni . Ai mazzi di mimosa una volta l'anno si alternano quasi quotidianamente corone e mazzi di fiori dietro una bara. Il bollettino di guerra che segnala il livello del femminicidio in Italia registra 26 donne morte ammazzate dall’inizio del 2012. Alle donne, insomma, i maschi italiani sembrano ben decisi a continuare a "fare la festa".
Violenze private, insulti e mobbing poi battono ogni record, è raro trovare chi nella sua vita non sia mai stata oggetto di “particolari” attenzioni. Nell’epoca del web 2.0 poi ci sono ulteriori sottili modi di agire contro le donne, non sono più rare le denunce di mobbing e violenza virtuale, spesso c’è chi agisce  in modo subdolo nella rete “seguendo” una vittima.
In tutto il mondo, la violenza maschile è la prima causa di morte per le donne, ma in Italia le uccisioni sono in continuo aumento. Le vittime di omicidio da parte di partner o ex partner sono passate da 101 nel 2006 a 127 nel 2010. Molte violenze non vengono neppure denunciate, per quello che è ancora il contesto italiano, patriarcale e incentrato sulla famiglia. Ma il problema vero è che ancora la violenza domestica non venga da noi percepita come reato.
Un quadro giuridico frammentario e l’inadeguatezza delle indagini, delle sanzioni e del risarcimento alle vittime sono fattori che contribuiscono al muro di silenzio e di invisibilità che circonda il femminicidio in atto. L’Italia non ha ancora ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza nei confronti delle donne firmato a Istanbul lo scorso maggio da 10 stati europei. La piattaforma italiana «Lavori in Corsa: 30 anni CEDAW», D.I.Re (Donne in Rete contro la violenza), e l’UDI (Unione Donne italiane), ne chiedono in questi giorni l’immediata ratifica.
Ps. mia figlia sta preparando la sua tesina per la maturità classica. il titolo è "La sventurata rispose. L'onore e la donna". Sono molto orgoglioso della sua scelta.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi complimento per il post e per l'argomentazione scelta da tua figlia. Come donna ho inviato questo messaggio alle amiche e colleghe:
"Tutte sappiamo le motivazioni che hanno portato questa data a ricordare chi prima di noi ha lottato per avere un minimo di diritti in un mondo gestito sempre e solo da uomini. Tutte sappiamo che la strada è ancora lunga, che la parità è solo un vocabolo usato a piacimento di chi vuol sembrare cio’ che non è e non sarà per molto tempo ancora. Tutte sappiamo che è necessario lottare ancora, ma molte lo dimenticano, preferiscono guardare da un’altra parte…facciamo si che ogni giorno sia 8 marzo perché laddove si vede un uomo spingere un passeggino ed accudire un bimbo si pensi che è potuto accadere perché altre prima di noi hanno combattuto per un domani diverso.



Il mio sarà un 8 marzo di silenzio dedicato a chi ha subito e continua a subire



AUGURI A TUTTE

Giovanna Baracchi