Ricevo da Lorena Tacco questa lettera che ci informa della morte di Oscar Misin, un lavoratore esposto all'amianto per anni che l'amianto ha ucciso, come tanti suoi compagni. Il lavoro nocivo che alcuni lavoratori sono costretti a soppportare per mantenere la famiglia, uccide. Anche a molti anni di distanza. Diciamo basta morire di lavoro e per il lavoro.
Ciao Oscar
Oscar Misin non c’è più, se l’è portato via il mesotelioma pleurico, la maledetta malattia dell’amianto, amianto che ha respirato per anni alla centrale termoelettrica di Turbigo. Ha visto morire tanti suoi compagni di lavoro, è stato loro vicino e si è sempre impegnato per portare avanti la battaglia contro l'amianto e per avere giustizia. A luglio si è ammalato anche lui.
E’ l'ennesima vittima di quella maledetta centrale, ed è l’ennesima vittima del profitto, di chi ha fatto soldi sulla pelle altrui. Oscar , insieme ad Emilio e Fulvio, ci ha aiutato a costituire la sezione dell’aiea di Paderno Dugnano e con il suo contributo abbiamo organizzato tante iniziative sul nostro territorio. La sua perdita è un gran dolore per tutti noi e per chi ha perso un proprio famigliare allo stesso modo, come me, è un dolore che si rinnova.
Voglio ricordarlo con questa foto che lo ritrae durante la manifestazione di solidarietà per i lavoratori vittime dell’incendio all ’Eureco di Paderno Dugnano nel dicembre 2010, era venuto con altri compagni della centrale di Turbigo a portare la solidarietà di altre vittime, quelle dei morti per il lavoro, le vittime dell’amianto.
Allego anche una lettera che i suoi compagni dell'Associazione Italiana Esposti Amianto di Turbigo hanno scritto per ricordarlo.
Grazie Oscar ti vogliamo bene !!
Lorena Tacco
a.i.e.a. sez. di Paderno Dugnano
Oscar lo sapeva.
Sapeva fin dal primo momento cosa significava la malattia che gli avevano trovato e fin dal primo momento sapeva le sofferenze a cui sarebbe andato incontro e le conseguenze finali,
Lo sapeva perchè, lui primo, insieme a noi dell’associazione, era andato a trovare, a seguire, i nostri compagni di lavoro che prima di lui si erano ammalati e con loro aveva percorso la dolorosa e triste trafila della malattia.
Malattia che non guarda in faccia a nessuno, che alla cieca colpisce alcuni tra quelli che hanno respirato la fibra killer dell’amianto. Lui, come noi, l’aveva respirata nella fabbrica dove abbiamo lavorato: lavoro che da ragione di vita si è trasformato in causa di morte. Oscar lo sapeva perchè era una persona che non chiude gli occhi, che non si rassegna, che non accetta che le malattie dell’amianto siano fatte passare per un male inevitabile, di cui nessuno ha colpa, uguali a tanti mali e disgrazie che ci colpiscono nella vita.
Così, dopo essersi impegnato per la bonifica dell’amianto sul lavoro, sfidando il disinteresse e a volte l’irrisione di quelli che non capivano o volevano tenere la testa sotto la sabbia, quando poi è andato in pensione, è stato socio fondatore della Associazione nazionale degli esposti all’amianto. E poi, per l’impegno dato e il lavoro fatto, è stato designato responsabile della sezione di Turbigo.
Di tutte le iniziative dell’associazione Oscar è stato animatore, sempre presente alle iniziative: le Conferenze di Monfalcone e di Torino, il presidio di due giorni davanti al Senato, il Fondo per le vittime dell’amianto, la Sorveglianza sanitaria della regione Lombardia.
Tornano in mente le tante riunioni, il suo meticoloso lavoro per mantenere i contatti con i compagni di lavoro e gli iscritti,la sua costante sollecitazione a impegnarsi nella denuncia del pericolo e a partecipare alle iniziative.
Viene da pensare, quando sta per sovrastarci il dolore per la perdita di questo amico e compagno di lavoro: perchè proprio lui?
lui che da subito sul lavoro si è battuto contro l’amianto e che tanto lavoro e iniziative ha fatto per far capire a tutti il pericolo e per arrivare alla sua eliminazione? Perchè proprio lui?
Come se ci fosse in questo un di più di crudeltà nella crudeltà già insoppartabile della morte.
Ma poi noi che gli abbiamo lavorato a fianco sappiamo la risposta: tutti gli esposti hanno lo stesso rischio, l’amianto non guarda in faccia a nessuno. Oscar fino all’ultimo ha lavorato perché il rischio dell’amianto non passasse sotto silenzio, perché il rischio fosse eliminato con la bonifica dei posti pericolosi, perché i colpiti avessero giustizia delle loro sofferenze.
Noi proseguiremo su questa strada che è stata tanta parte del suo impegno in vita.
Sarà il modo migliore per ricordarlo e restituirgli l’impegno che per tutti ha dato.
Crediamo che la sezione di Turbigo dell’associazione debba, da ora, portare il suo nome.
Gli amici della Associazione degli esposti all’amianto
1 commento:
Avevo un papà meraviglioso...
Io continuerò la sua guerra.
Un sentito grazie a Tutti. A tutti coloro che lo conoscevano, a tutti coloro che hanno lottato, lottano e continueranno a lottare.
Chiara Misin
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