"Basta con gli ebrei, ne abbiamo parlato abbastanza. Quest'anno, per il giorno della memoria ho deciso di concentrare la mia lezione sul genocidio del Ruanda" mi ha detto ieri sera un'amica insegnante descrivendo cosa avrebbe fatto oggi a scuola. Non solo gli ebrei, infatti, sono stati vittime nel corso della storia recente di un genocidio.
La lista è tragicamente lunga: Armeni, Tusti ruandesi, zingari, nativi americani, popoli africani e oceaniani durante le colonizzazioni, le vittime dei gulag staliniani e dei campi di lavoro cinesi, le pulizie etniche dei Balcani. Perché dunque parlare sempre della Shoah e non ricordare allo stesso modo gli altri genocidi, si chiedono molti educatori e cittadini? E' questo della "unicità della Shoah" un argomento difficile, che rischia di cadere nelle banalizzazioni se non si tiene conto delle differenze fondamentali che esistono tra lo sterminio degli ebrei tedeschi ed europei e quello subito da altri popoli. In che cosa è stato diverso e unico l'orrore nazista?
L'antisetimismo di Hitler era dichiarato a chiare lettere nel suo Main Kampf scritto nove anni prima della sua ascesa al potere e in questo libro egli aveva scritto: "Uno Stato che, in un'epoca di avvelenamento delle razze, si prende cura dei migliori elementi della propria stirpe deve diventare un giorno signore della Terra". E "prendersi cura della propria stirpe" voleva dire soprattutto spazzar via i tedeschi di sangue semita, accusati di essere i colpevoli della sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale. Le camere a gas non furono una "soluzione finale" ideata dai nazisti nel 1942, ma un chiodo fisso che Hitler aveva fin dal 1924. Infatti nel "Mein Kampf" si rammaricava che durante il conflitto precedente non "si fossero tenuti sotto i gas venefici 12 o 15 migliaia di quegli ebraici corruttori del popolo".
La Shoah come programma politico del governo del paese più colto, più avanzato tecnicamente e scientificamente, il più moderno e più ricco d'Europa. Questo il primo elemento di unicità. Poi ed è ciò che rende davvero unico lo sterminio programmato degli ebrei e che non trova riscontro negli altri orrori conosciuti, c'è l'architettura giuridica e legislativa che lo stato tedesco si è dato per rendere questo sterminio non solo possibile ma "legale".
Dopo la nomina di Hitler a Cancelliere nel 1933 con una serie di successive leggi il governo nazista limitò sempre più le possibili attività della popolazione ebraica fino a giungere, nel settembre 1935, alla promulgazione delle leggi di Norimberga che, di fatto, esclusero i cittadini di origine ebraica da ogni aspetto della vita sociale tedesca.
L'iniziale politica tedesca di obbligare gli ebrei all'emigrazione forzata dai territori del Reich raggiunse il suo apice nel corso del pogrom del 9-10 novembre 1938, passato alla storia con il nome di «Notte dei cristalli», quando circa 30.000 ebrei vennero deportati presso i campi di Buchenwald, Dachau eSachsenhausen ed obbligati ad abbandonare, spogliati di ogni bene, la Germania e l'Austria (annessa nel marzo di quell'anno alla Germania) per poter riottenere la libertà.
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale la politica di emigrazione forzata non poté più essere praticata e la nuova "soluzione" si basò sulla trasformazione dei quartieri abitati tradizionalmente dagli ebrei in ghetti impedendo loro di uscire dalle zone delimitate. I ghetti erano, a tutti gli effetti, prigioni nelle quali molti ebrei morirono di fame e malattie; altri furono uccisi dai nazisti e dai loro collaboratori dopo essere stati sfruttati nell'impiego a favore dell'industria bellica tedesca.
Nel dicembre del 1941 Hitler decise infine di sterminare gli ebrei d'Europa, durante la Conferenza di Wannsee (20 gennaio 1942), molti leader nazisti discussero i dettagli della "soluzione finale della questione ebraica" (Endlösung der Judenfrage). Dalle minute della Conferenza risulta che il dottor Josef Buhler, segretario di Stato per il Governatorato Generale, spinse Reinhard Heydrich ad avviare la "soluzione finale" nel proprio distretto amministrativo. Le decisioni prese a Wannsee portarono alla costruzione dei primi campi di sterminio nel contesto dell'Operazione Reinhard che provvide alla costruzione ed all'utilizzo di tre centri situati nel Governatorato Generale: Bełżec, Sobibór e Treblinka che complessivamente, tra il 1942 ed l'ottobre del 1943, portarono alla morte di 1.700.000 persone deportate dai ghetti attraverso l'utilizzo di camere a gas fisse e mobili che sfruttavano il monossido di carbonio per le uccisioni.
Le «esperienze» maturate nei campi dell'Operazione Reinhard condussero all'ampliamento del campo di concentramento di Auschwitz, situato strategicamente in una zona di facile accessibilità ferroviaria, e alla creazione di quattro nuove grandi camere a gas ed impianti di cremazione presso il centro distaccato di Auschwitz II - Birkenau. Ad Auschwitz, per lo sterminio degli ebrei, vennero studiate nuove «soluzioni» che permettessero di eliminare il maggior numero di soggetti nel modo più rapido ed efficiente. Negli alti comandi nazisti, in particolare, si mirava al risparmio delle munizioni che divenivano preziosissime per l'avanzata sul fronte orientale. Vennero dunque utilizzate le camere a gas, nelle quali il veleno Zyklon B (acido cianidrico) veniva immesso attraverso aperture nel soffitto, nascoste tra le finte docce: le vittime morivano per asfissia nell'arco di 10-15 minuti. Si calcola che durante la seconda guerra mondiale persero la vita circa sei milioni di ebrei (Wikipedia).
Ricapitolando, l'orrore della Shoah è stato reso possibile da un programma politico ben definito che lo prevedeva, e comunicato chiaramente da un leader che presentatosi alle elezioni conquistò la maggioranza relativa dei voti. Una volta al potere il governo nazista mise in pratica il suo programma rendendo legale con una serie di 13 norme, prima l'esclusione dalla cittadinanza e dal diritto di voto, dalla possibilità di lavorare, ricoprire cariche pubbliche, di gestire attività economiche, poi l'impossibilità di movimento e di espatrio (revoca dei passaporti), la deportazione in luoghi definiti, l'obbligo di portare la stella di Davide, la spogliazione degli ebrei che volevano espatriare (fino al 30 ottobre 1941, le donazioni degli ebrei stranieri hanno permesso ai nazisti di raccogliere una somma pari a circa 9.500.000 dollari in valuta straniera), l'istituzione del lavoro forzato con deportazione nei campi dell'Est, la sterilizzazione dei tedeschi di sangue misto non deportati, il razionamento del cibo distribuito agli internati ebrei nei campi, fino all'uccisione "ordinata" e ben organizzata tecnicamente di milioni di uomini, donne e bambini.
Questa è la differenza principale che fa della Shoah un unicum nella storia tragica dell'orrore umano, un programma politico che diventa legge che diventa strage legale. Portato avanti scientificamente e caparbiamente dai nazisti anche quando questo programma rappresentava un oggettivo intralcio alla guerra che la Germania stava combattendo. Immaginate un paese con fronti aperti ovunque che investe grandi risorse di uomini e mezzi per tenere fede alla missione di portare in giro per l'Europa, dalla Francia, alla Grecia alla Polonia, su treni scortati da truppe distolte dal combattimento in prima linea, milioni di esseri umani ininfluenti per l'esito della guerra. Probabilmente Auschwitz ha accelerato la fine della Germania nazista. Ma Hitler e il nazismo erano andati al potere solo per realizzare quello che era il loro programma politico principale, la Shoah, e hanno preferito morire che non eseguirlo fino all'ultimo.
1 commento:
Io nella Shoah vedo una cosa che magari non è unica (la vedo anche nella persecuzione degli zingari) ma secondo me è fondamentale: l'800 ha portato il mito degli stati nazione: un popolo, una lingua, una religione.
Gli ebrei sono un pugno nell'occhio a tutto ciò perché sono un popolo senza patria che non si lascia assimilare da nessuna religione, e mantiene la sua cultura e la sua lingua. E sono una cartina di tornasole del degenerare antidemocratico dei nazionalismi.
Non a caso chi ha combattuto e voluto superare il fascismo (termine con cui all'estero si indica sia il nazismo tedesco che il fascismo italiano) ha progettato nel manifesto di Ventotene di Spinelli (a cui ricordo che Paderno ha dedicato un parco) e Rossi un superamento dello Stato Nazione con una nuova idea di Europa poi messa in pratica da De Gasperi, Adenauer e Schumann. Sarebbe bello celebrare un giorno della memoria dove si ricordassero anche loro, magari proprio al Parco Spinelli.
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