Il 25 dicembre si avvicina e ho deciso di scrivere anch'io una letterina a Babbo Natale con la lista dei regali che a nome mio e dei lettori di PadernoForum, gli chiedo di portare a Paderno Dugnano. Spero che Babbo Natale mi ascolti perché questa città merita fiducia.
Paderno, ieri sera, mi è apparsa sotto una luce diversa dal solito. Assistevo, infatti (vagamente depresso), assieme a uno sparuto gruppo di cittadini e lavoratori ex dipendenti della fabbriche padernesi chiuse, alla presentazione in aula consiliare del progetto di rilancio della Lares. Ero addolorato perché nell'aula che la giunta aveva concesso per l'occasione, non vedevo nessun rappresentante dell'amministrazione e nemmeno della maggioranza di governo a riprova del loro disinteresse per i problemi veri della nostra città, ma pian piano mi sono reso conto di stare assistendo a un fatto straordinario.
L'aula era sì sorda e grigia, ma si stava riempiendo di uno spirito nuovo che mi dava un po' di speranza. Mentre ascoltavo le spiegazioni dei lavoratori e dei volontari che avevano realizzato insieme il progetto - un vero e proprio business plan di alto livello professionale, dettagliato in tutte le sue voci, con previsioni di bilancio a tre, quattro anni, basato su un innovativo modello di impresa e di mix produttivo - sentivo crescere l'entusiasmo e l'ammirazione per quanto avveniva in quell'aula semideserta.
Paderno Dugnano mi appariva, per la prima volta, un luogo straordinario. Davanti a me, degli ex tecnici e operai licenziati, in presidio da oltre 1.000 giorni, stavano illustrando le caratteristiche della nuova impresa hi tech che vorrebbero riaprire nella nostra città. Di fianco a me stava seduto Ferruccio Porati, l'ingegnere padernese che insieme all'architetto Allegro e a un pugno di cittadini volontari ha promosso la progettazione nientemeno che di una soluzione interrata e a ridotto impatto ambientale della Rho-Monza, in alternativa al pessimo progetto di autostrada a cielo aperto che i tecnici di Serravalle ci vorrebbero imporre.
Due cose mai viste, due iniziative di "governo" dal basso dello sviluppo e della gestione del territorio e dell'attività produttiva, di cui non esistono esempi in Italia e forse nel mondo. Davanti a me ieri sera vedevo crescere l'embrione di mondo nuovo, o quanto meno di un nuovo modello di società dove i cittadini sono i veri protagonisti perché riescono a immaginare insieme il loro futuro e a coinvolgere nei progetti di crescita la società civile, la politica e le istituzioni, alle quali riconoscono il ruolo che loro spetta.
Il progetto presentato dai lavoratori del presidio Lares è fattibile e credibile, come lo è il progetto di riqualificazione della Rho-Monza, messo a punto a sostenuto nei mesi scorsi dal CCIRM, dai comitati dei cinque Comuni e dalle rispettive amministrazioni. Come loro anche i promotori del progetto Lares devono credere in quello che hanno fatto e forti di questo devono convincere tutti, cittadini, politici e amministratori, che il rilancio dell'attività produttiva su nuove basi a Paderno è possibile.
Durante la serata sono stati illustrati i dettagli tecnici del piano industriale ideato dai lavoratori che a grandi linee erano già state presentati. Ma quello che mi ha colpito del progetto, non è tanto l'innovazione del mix produttivo previsto e la flessibilità del sistema produttivo basato su due linee, microelettronica e fotovoltaico, quanto il fatto che la Nuova Lares dovrà avere una struttura proprietaria pubblico-privata sostanzialmente paritaria, nella quale l'imprenditore che si impegna a realizzare il piano avrà il controllo del 51% delle azioni mentre il 49% sarà di proprietà pubblica (lavoratori, azionariato popolare di cittadini, associazioni, enti locali, ecc). Perchè per dar vita a imprese innovative basate sulla tecnologia e la ricerca occorrono risorse che da solo il privato non può garantire. Inoltre il nuovo modello pone al suo centro come motore dello sviluppo il cittadino soggetto della comunità mentre politici, amministratori, le istituzioni democratiche, sono gli strumenti abilitanti dei suoi progetti di sviluppo sociale, economico e territoriale.
Chiedo pertanto a Babbo Natale di farci questo regalo: convincere il sindaco a credere anche lui alla centralità dei cittadini, al loro progetto e a fare la sua parte. Sostenere il più possibile i lavoratori Lares, che stanno ancora in mezzo a una strada e non hanno una sede dove ricevere gli eventuali imprenditori interessati al loro business plan, cominciando col mettere magari a disposizione gratuitamente i locali comunali vuoti di via Fante d'Italia, dando anche formalmente il segnale che lui crede alla loro iniziativa e l'appoggia materialmente; acquistare come cittadino la sua quota personale di azioni della Nuova Lares dando così l'esempio ai padernesi perchè il progetto ambizioso che si propone di conservare e proiettare nel futuro questo ricco patrimonio produttivo ha bisogno per riuscire del sostegno di tutta la città e del suo prima di tutti.
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