venerdì 11 novembre 2011

Villaggio Ambrosiano: Alparone, come Erode, ama i bambini

Nella scuola dell’Infanzia di via Tunisia ci sono 80 bambini costretti a vivere nella muffa a tempo indeterminato. Questa la denuncia più urgente che ieri sera è stata fatta all’assemblea di Quartiere che il PD ha organizzato al Villaggio Ambrosiano.
Il sindaco aveva promesso a marzo ai genitori che “in tempi brevissimi” si sarebbe trovata una soluzione provvisoria al problema umidità in attesa del trasferimento della scuola insalubre presso i locali della Curiel, ma così non è stato. Questa estate è stata data una semplice imbiancata ai locali, ma niente altro e l’umidità che produce pericolose muffe continua a trasudare dal pavimento. Le vetrate continuano a rappresentare un pericolo per i piccoli cittadini-utenti del servizio pubblico e così i caloriferi che sono rimasti scoperti.
Possibilità che le cose cambino a breve non ce ne sono. Ancora all’ultima riunione del Consiglio Comunale, Alparone, ha confermato, rispondendo a un’interrogazione della consigliera Caniato, che il Comune non sa quando trasferirà la scuola nei locali della Curiel: "Guardate che non c'è una certezza... C'è una volontà, una volontà di valutare un'ipotesi...". Insomma i genitori del Villaggio Ambrosiano che da un anno chiedono venga garantita la sicurezza per i loro bambini sono stati presi in giro da questa giunta e trattati da cittadini di serie B. Nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche, infatti, non c’è traccia di stanziamenti previsti per questo trasferimento da qui al 2014, mentre sono elencati precisi impegni per altre scuole.
“Noi crediamo sia possibile in sei mesi fare il trasferimento nei locali della Curiel e (se non si vuol costruire una nuova scuola) dare soluzione al problema umidità in modo semplice: cioè togliere il linoleum, scavare il vecchio pavimento, fare il vespaio che non c’è mai stato e coprire il nuovo pavimento con linoleum elettrosaldato che elimina il problema muffe” dicono i genitori che hanno anche consultato un architetto per definire tecnicamente la soluzione.  "Ma è giusto che, ancora una volta, devono essere solo i cittadini a farsi carico di realizzare opere pubbliche a Paderno Dugnano? A questo livello di incompetenza e assenza è arrivata la nostra amministrazione?".
L’irresponsabilità della giunta di destra non è più accettabile ed è particolarmente odiosa in questo caso perché Alparone mette i genitori di fronte a una scelta impossibile: fare una denuncia alla Magistratura contro il sindaco che non ottempera le prescrizioni dell’ASL e non tutela la salute dei bambini vuol dire infatti far chiudere la scuola subendo così il danno senza avere in cambio il servizio.
Per rompere questa inaccettabile gabbia il PD si è impegnato a chiedere una riunione urgente della Commissione Servizi per procedere a un’ispezione nella scuola e ottenere dalla giunta dei tempi certi di realizzazione dei lavori alla Curiel per programmare il trasferimento dei bambini entro il 2012, inoltre definire charamente il futuro della scuola dell’infanzia del Villaggio che deve essere mantenuta nel quartiere.
L’assemblea si è occupata anche molto del problema dei riscatti dei diritti di superficie per i titolari di immobli 167. I membri del Comitato dei Condomini (http://caraterramia.blogspot.com/) hanno fatto il punto sull'andamento della mobilitazione e confermato che per ora solo il 20% circa dei titolari hanno aderito alla proposta vergognosa dell’ammnistrazione. Hanno risposto alle numerose domande dei cittadini del quartiere (oltre 200 pare siano le famiglie coinvolte tra via Brasile e via Argentina) i quali dopo avere avuto spiegazioni hanno confermato che non intendono pagare a queste condizioni, ma attendere il cambio di amministrazione nel 2014. Anche in questo caso i consiglieri del PD presenti hanno rassicurato i cittadini che costringeranno la giunta a correggere la delibera sulle modalità d definizione del valore del terreno, sugli incentivi e le pari condizioni tra condomini, e che vigileranno sulla destinazione dei soldi raccolti, sia dai riscatti che dalla vendita delle case comunali, i quali per legge devono venire investiti nell’edilizia sociale e non finire nel calderone della spesa corrente. 

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