Dopo l’inserzione per la ricerca di un imprenditore che a luglio è stata ripresa dai più importanti giornali nazionali, i lavoratori Lares, 1.090 giorni di presido della loro fabbrica, non mollano e hanno alzato ancora il livello della loro sfida alla crisi.
Hanno realizzato, infatti, un nuovo piano industriale basato sulle loro competenze individuali e collettive accumulate nel corso degli anni e implementate con i nuovi sviluppi tecnologici e di mercato nei settori sia della microlettronica che della produzione energetica da fonti rinnovabili.
“In estrema sintesi il nuovo business plan, perché di questo si tratta, prevede: 1) la ricollocazone degli ex dipendenti Lares nella misura di 40-70 persone in funzione del futuro sviluppo. 2) l'avvio di una nuova attività produttiva in un’area circostante a Paderno Dugnano per complessivi 5-6.000 mq. 3) un investimento iniziale stimato in circa 5 milioni di euro. 4) una previsone di breack even point a 24 mesi dallo start up dell’attività” dicono i lavoratori. I quali sottolineano che il tutto necessità ovviamente dell’appoggio degli enti territoriali (Provincia, Regione, ecc) i quali dovranno attivare tutti gli strumenti esistenti: Milano Metropoli, BIC La Fucina, Sofit, EBN (European Business & Innovation Centre Network), l’Acceleratore d’Impresa gestito dal Politecnico di Milano, Eupolis Lombardia, Start, ecc.
Il business plan, che verrà presentato ufficialmente agli enti locali, ad associazioni di categoria, sindacati, banche e istituzioni finanziarie locali, cittadini, il 15 dicembre presso la sala consiliare del Comune di Paderno Dugnano, si basa su una puntuale analisi del mercato dei circuiti stampati in Europa che vale oggi, dopo essere stato molto ridimensionato, oltre 2 miliardi di euro e vede presenti 150 aziende. Si tratta di un mercato che dopo aver ceduto all’Asia la produzione di massa oggi si è concentrato nel segmento più ricco del business che non può venire insidiato facilmente dalla concorrenza, cioè prototipi, ricerca di componenti hi tech dedicati a nicchie applicative ad alto valore aggiunto dove è il servizio e non il prezzo a fare la differenza. Segmenti in cui tradizionalmente la Lares, prima della chiusura, era ben presente e molto qualificata.
A questo campo di attività “tradizionale”, la Nuova Lares affianca nel suo progetto di impresa quella nel settore fotovoltaico che al contrario ha davanti ancora divers anni di espansione a due cifre secondo le analsi più conservative. “Un settore tutt'altro che chiuso, in cui fra i principali installatori e manufacturer italiani c'è spazio sia per i grandi gruppi industriali, sia per le aziende a conduzione familiare, sia per le coraggiose iniziative di piccoli imprenditori” affermano i tecnici che hanno aiutato i lavoratori a realizzare il piano.
Su questo fronte il progetto produttivo interno di componenti fotovoltaici appare molto innovativo, flessible, modulare e soprattutto svincolato dai finanziamenti del conto energia, cioè dagli incentivi statali, assicurando un futuro garantito all’azenda anche quando questi non ci saranno più. Le applicazioni privilegeranno il risparmo energetico e il backup elettrico.
“La composzione del fatturato aziendale che il business plan prevede al 2014 è la seguente: 25% recupero clienti vecchia Lares, prototipi 25%, preserie 20%, pccola serie 10%, fortovoltaco e impianti energia rinnovabile 20% - dicono i lavoratori che così concludono -. E’ necessario che l’offerta della Nuova Lares si basi su fattori non riproducibili quali la velocità di consegna, la capacità di progettazione e di sviluppo, le competenze qualificate delle risorse umane e i prodotti innovativi che possono aggiungere un valore elevato e tangibile al contenuto tecnologico. In questo senso diventa importante la differenziazione su mercati alternativi come quello dell’energia in modo da non dipendere in misura esclusiva dalle variazioni del mercato dei circuiti stampati”.
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