La macerazione putrida in cui si sta consumando la lenta fine politica di Silvio Berlusconi finirà anch’essa in tribunale? Probabilmente sì e ancora una volta l’ipotesi di reato sarà legata ai soldi, che poi sono la sostanza di cui è sempre stato fatto il “sogno” berlusconiano.
"Le speculazioni su Berlusconi fanno muovere i mercati". Il Financial Times come tutti i siti e le agenzie mondiali spiega così l’andamento delle Borse, prima fra tutte quella di Milano, influenzate dalle voci messe in giro sulle imminenti dimissioni di Berlusconi. A lanciare la notizia è stato niente meno che Giuliano Ferrara, non una persona qualunque, ma un suo spin doctor da sempre, consulente principe delle campagne stampa del capo del PdL.
Sulla notizia (vera o falsa) delle dimissioni di Berlusconi, oggi Piazza Affari è passata da una perdita di oltre un punto percentuale a un guadagno di tre punti. Un caso di aggiotaggio? A chiederlo alla Consob ci ha pensato un deputato di Futuro e Libertà, Aldo Di Biagio, che ha chiesto all’Autorità di Vigilanza di intervenire. La notizia diffusa da due giornalisti vicini al Cavaliere, Ferrara e Bechis, smentite poi dall’interessato, rappresentano una evidente turbativa dei mercati.
Domani Berlusconi uscirà finalmente di scena o resisterà ancora qualche giorno o settimana? Non si sa e in fondo a nessuno frega più niente. Berlusconi è ormai stato gettato dietro le spalle dagli italiani, è un morto che cammina, uno scarto, un vuoto a perdere. L’attenzione di tutti è rivolta al dopo, a come uscire da questa palude in cui la fiducia accordata dagli elettori a un uomo che non ne era degno ci ha cacciati. Le opzioni possibili dopo le dimissioni dell’attuale capo del governo sono tre: elezioni a gennaio, governo d’emergenza nazionale appoggiato da tutti i partiti affidato a una figura di garanzia che la UE consideri affidabile, governo tecnico incaricato di realizzare il programma d’emergenza che resti in carica fno alla fine della legislatura. Qual è la migliore? Mi viene da dire una qualsiasi piuttosto che continuare a convivere con questa puteolente agonia.
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