mercoledì 19 ottobre 2011

Riscatti 167: un OdG in Consiglio Comunale e un Comitato di Condomini per mobilitare i cittadini in tutti i quartieri

Presentare in Consiglio Comunale un Ordine del Giorno condiviso dai cittadini che chieda alla giunta Alparone di: rivedere i criteri di calcolo dei valori dei terreni e ridurre i costi dei riscatti oggi troppo squilibrati, applicare la riduzione del 60% del valore individuato, confermare la riduzione del 25% del valore venale e  valutare altri criteri di sconto come hanno fatto diverse amministrazioni nelle città vicine a Paderno Dugnano che tengano conto dell’età dell’immobile. Estendere nel tempo le agevolazioni dei pagamenti con rateazioni più lunghe, aiutare i condomini sia con i rogiti gratuiti che tramite convenzioni con le banche locali, confermare infine che i soldi raccolti verranno investiti dal Comune per sviluppare l’edilizia sociale e non per altri scopi. Costituire, inoltre, un Comitato di Condomini 167 per sostenere e organizzare iniziative di informazione e mobilitazione, organizzare la protesta anche in altri quartieri a cominciare dal Villaggio Ambrosiano, e trattare uniti con l’amministrazione.
Queste le principali decisioni scaturite dall’incontro che ha visto ieri sera un centinaio di cittadini di Calderara riuniti nella sede del Quartiere per ascoltare le indicazioni e le proposte che il Partito Democratico ha presentato in tema di riscatti dei diritti di superficie. Dopo la deludente assemblea convocata la settimana scorsa dal vicesindaco Bogani, durante la quale i condomini si sono sentiti ripetere, oltre alle solite bugie basate su dati parziali e incompleti spacciati per veri,  anche inaccettabili “minacce di possibili espropri” da parte di un consulente dell’amministrazione, il PD ha cercato ancora una volta di fare chiarezza e di informare gli interessati su quelli che sono i loro diritti.
La serata è stata aperta dal segretario del partito, Oscar Figus, che ha illustrato quello che fanno gli altri Comuni, cioè come altre amministrazioni calcolano i valori dei diritti di superficie e a quali condizioni li cedono ai cittadini proprietari. “Prima di tutto confermiamo che non ci sono leggi nuove da rispettare, ma solo un’interpretazione, un parere,  della Corte dei Conti a seguito del vuoto legislativo seguito all’abrogazione di leggi vecchie – ha detto Figus -. Pertanto chi come Bogani parla di obblighi di legge dice una bugia. Non ci sono nuove leggi che cambiano le cose e non c’è nessun obbligo di pagare per i cittadini che hanno tempo fino alla scadenza delle convenzioni per riscattare i diritti di superficie”.
Il segretario PD ha poi mostrato i documenti (atti amministrativi) di Cormano in cui si dice che con il nuovo criterio di calcolo “il valore dei corrispettivi, compresi tra 3 e 5.000 euro, sono molto alti” pertanto, tenuto contro della crisi economica la giunta decide di suddividere in 2 rate semestrali i pagamenti. Ciò dimostra che la determinazione del valore venale dei terreni e le rateizzazioni dei pagamenti sono libere scelte dei Comuni e non obblighi di legge come Bogani cerca di affermare.  Continuando nella sua esposizione, Figus ha informato che il Comune di Monza ha deciso una riduzione del 50% del valore venale delle aree oltre alla riduzione del 40% del valore individuato, e ha fatto convenzioni con 15 banche per favorire i cittadini che aderivano alla proposta di riscatto. A Reggio Emilia, invece, la giunta non tiene conto del nuovo criterio di calcolo perché, come si legge negli atti, “il costo è troppo alto rispetto al passato e non si possono fare disparità di trattamento tra cittadini”. Pertanto ha deciso di mantenere le vecchie regole e di offrire condizioni di favore con rateazioni semestrali. Insomma emerge dappertutto la volontà di favorire i cittadini, mentre è sempre più chiaro che a Paderno Dugnano la giunta di destra li si vuol solo taglieggiare.
Numerosi gli interventi dei cittadini che in queste settimane hanno studiato e approfondito l’argomento andando a vedere come questa stessa giunta ha trattato la questione riscatti fino al 2010. “L’anno scorso hanno liquidato sei cooperative padernesi con criteri di calcolo molto diversi e a cifre molto più basse tra i 3 e i 6mila euro – ha affermato Tiziano Gallo –, come mai?”. Un altro cittadino, Gianni Biffi, ha detto che “Il tecnico esterno portato da Bogani ha affermato che le nostre case che sono vecchie di 30 anni varrebbero 2.250 euro al mq, mentre i valori reali secondo la banca dati dell’Agenzia delle Entrate non superano i 1.250 euro. Non sono credibili e di fronte a questo comportamento possiamo solo imboccare due strade: non pagare e aspettare tempi migliori o discutere per trovare una soluzione ragionevole. Tutti gli altri Comuni fanno condizioni più equilibrate ed accettabili. Perché Bogani invece mantiene una chiusura totale nei nostri confronti e nega l’evidenza? Noi cittadini vogliamo solo pagare il giusto, non accettiamo soprusi. Per questo propongo di fare un Comitato di condomini per organizzare la nostra lotta e convincere l’amministrazione che deve scendere a patti con noi perché un accordo è nell’interesse di tutti”.  (segue il testo dell'OdG proposto dal Partito Democratico)
IL CONSIGLIO COMUNALE DI PADERNO DUGNANO

CONFERMANDO
gli indirizzi indicati nella delibera di C.C. n. 50 del 28/06/2011 avente per oggetto “Modifica delibera del Consiglio Comunale n. 68 del 21/07/2003 avente ad oggetto “Approvazione procedura per la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà per le aree residenziali convenzionate”, determinati dalla “delibera a Sezioni Riunite in sede di controllo n. 22 del 14/04/2011 che stabilisce inequivocabilmente il criterio da applicarsi e precisamente “…deve essere determinato dai comuni, su parere del proprio ufficio tecnico, al netto degli oneri di concessione del diritto di superficie rivalutati, applicando la riduzione del 60 per cento al valore individuato facendo riferimento ai vigenti criteri di calcolo dell’indennità di espropriazione,...In ogni caso, il costo dell’area non deve risultare maggiore di quello stabilito dal comune per le aree cedute direttamente in diritto di proprietà, al momento della trasformazione…”;
rilevato, altresì, che  “il corrispettivo….dovrà essere determinato tenendo conto del valore venale del bene trasformato…ridotto del 25 per cento, trattandosi di interventi di riforma economico-sociale”;
dato il richiamo alla deliberazione di C.C. n. 68 del 21/07/2003, con la quale si è approvata la procedura per la trasformazione delle proprietà in parola sulla base degli atti assunti dal CIMEP in base ai criteri di stima…e in cui si definisce il valore di mercato “elemento fondamentale è il calcolo del primo termine della media ossia il valore di mercato. Detto valore può essere determinato con un sistema di calcolo sintetico oppure a costo di trasformazione”;
tenuto conto che il valore venale del bene ai fini della determinazione del corrispettivo deve essere calcolato…puntualmente attraverso stime analitiche con l’utilizzo di criteri stimativi atti a fornire la valutazione più rispondente alla realtà oggetto di stima utilizzando un criterio agevolativo per soddisfare esigenze di carattere solidaristico-sociale già previste…;
RICHIAMANDO
le dichiarazioni espresse durante la seduta di Consiglio Comunale del 28/06/2011, così come verbalizzate, da parte dell’Assessore Bogani: “Se noi dovessimo continuare ad applicare per arrivare a determinare il valore venale il valore ICI, il rischio è quello di raddoppiare le stime dei valori per le famiglie…facciamo una stima analitica puntuale di quelle che sono queste aree…andiamo a valutare la situazione reale e non stime che non sono più attuali con la realtà…Questa situazione ci evita di raddoppiare questi costi…riduciamo questo aumento e lo portiamo più o meno all’incirca, perché poi va fatto caso per caso, viene applicato un aumento che si aggira tra il 10% e il 15%...” ;
RILEVANDO
la diffusa protesta da parte di numerosi cittadini interessati dal provvedimento, che si sono visti sottoporre un calcolo oneroso più alto rispetto alle attese e anche rispetto ai valori medi di chi ha già riscattato il diritto di superficie con i criteri della precedente deliberazione;
RITENENDO
che debba esserci coerenza tra gli indirizzi indicati, le premesse e le dichiarazioni fatte sulla base delle quali il Consiglio Comunale si è espresso all’unanimità dei presenti non aventi conflitto d’interesse rispetto all’oggetto della deliberazione,
RITENENDO
altresì del tutto insufficiente l’azione dell’Amministrazione Comunale, che di fronte alle numerose obiezioni venute da più parti si è limitata a procrastinare i tempi di pagamento, peraltro del tutto arbitrari, senza interrogarsi sulla effettiva ricaduta delle scelte operative fatte e se queste rispondessero effettivamente ai presupposti da cui muoveva l’intera deliberazione;
CHIEDE AL SINDACO E ALLA GIUNTA
1 – di verificare il valore venale iniziale ed i criteri di calcolo con gli uffici preposti al fine di contenere i costi a carico dei cittadini, oggi squilibrati sia rispetto alle intenzioni esposte sia rispetto ai calcoli precedenti;
2 – di intendere, all’interno della deliberazione n. 50 del C.C. del 28/06/2011, nella parte del dispositivo la lettura del punto 4 “ulteriore abbattimento al 60%” come “ulteriore abbattimento del 60%”, in corrispondenza con quanto già affermato nella parte relativa alle premesse, dove si legge “applicando la riduzione del 60% al valore individuato”;
3 – di confermare la riduzione del 25% del valore venale e valutare anche altri criteri di “sconto” che altri enti hanno adottato nelle loro deliberazioni – ad esempio, calcolando in detrazione la vetustà dell’immobile anche in relazione alla permanenza di chi lo occupa;
CHIEDE INOLTRE
1 – di ampliare le condizioni di agevolazione dei pagamenti, sia rispetto ai tempi (che possono estendersi ad esempio all’intero arco di durata della legislatura) sia rispetto alle possibili rateizzazioni;
2 – di supportare i cittadini interessati sia attraverso l’informazione sia attraverso la mediazione presso banche e istituti di credito, oltre al supporto garantito del Segretario Comunale per le operazioni di rogito senza alcuna limitazione;
3 – di confermare che l’intero gettito derivante dalla trasformazione del diritto di superficie deve essere investito con finalità di sviluppo dell’edilizia sociale, non in termini fittizi ma sostanziali.


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