mercoledì 14 settembre 2011

Idee d'impresa: il ristorante dove il cliente cucina e mangia

“Dall’Idea all’Impresa” è un concorso promosso dal Consiglio Notarile di Milano insieme a Gruppo Giovani Imprenditori di Assolombarda, Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano, Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo e BIC La Fucina, per favorire la nascita di nuove attività imprenditoriali.
I progetti vincitori del concorso di quest’anno sono i seguenti: Freeairbaby (un sistema per pulire l’aria che i bimbi respirano all’interno dei passeggini), Frankenstein Garage (un laboratorio in outsourcing che agevola la realizzazione di prototipi), I-Kiwi (un programma online di educazione e prevenzione per gli alunni della scuola dell’obbligo ), Kook Sharing (un ristorante in condivisione, senza cuochi, aperto 24 ore su 24) e Spot Game (giochi online a premi sulle campagne pubblicitarie delle aziende). I giovani neoimprenditori, tutti under 40, titolari dell’idea progettuale avranno ora a disposizione servizi, spazi d’incubazione e una consulenza ad hoc per costituire e gestire la propria impresa. Entro i prossimi quattro mesi le loro idee dovranno concretizzarsi nella costituzione di una società a responsabilità limitata o una società per azioni, di cui dovranno detenere almeno i 2/3 del capitale, con sede legale e/o operativa in provincia di Milano.
Tra questi ha attirato la mia attenzione in particolare Kook Sharing, il primo ristorante senza cuochi alla portata di tutti che ribalta il concetto classico di ristorante e di locale. Si tratta, infatti, del primo ristorante in cui sono i clienti stessi a cucinare per se e i propri amici grazie a una cucina in condivisione aperta 24 ore su 24. Kook Sharing fornisce anche una soluzione alla mancanza di spazio delle abitazioni moderne permettendo di organizzare e realizzare cene in compagnia  in un luogo pubblico-privato a costi contenuti.
Mi ha fatto venire alla mente una cosa che ho scoperto visitando Bilbao 25 anni fa: i club di cucina. Si trattava allora di associazioni rigidamente maschili che aprivano una specie di “cibi cotti”, cioè delle cucine con annessa vetrina nella quale venivano esposte le teglie di pietanze preparate quel giorno dai soci i quali oltre a mangiarle in compagnia le vendevano a prezzi molto modici a chi le voleva assaggiare. Non so se questo tipo di ristorazione per hobby continua nella città basca con questa modalità. Kook Sharing mi sembra vada nella stessa direzione e potrebbe riscuotere lo stesso successo.

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