Milano è l'emblema del benessere, un sogno per migliaia di persone che arrivano da lontano richiamate dall'idea che la città abbia risorse infinite, ma spesso, il sogno non diventa realtà e si trasforma in un incubo. Molte persone "normali" come noi, per drammi personali o problemi di lavoro perdono la casa, la famiglia e anche la propria dignità. Si lasciano andare senza che la comunità li aiuti in alcun modo. A questi cittadini, italiani e stranieri, non pensa nessuno se non l'Opera San Francesco. Sono 693.105 i pasti distribuiti, 27.999 le prestazioni mediche eseguite, mentre i cambi d'abito 9.123 e le docce erogate 22.423. Il tutto con 617 volontari e 35 collaboratori, 60mila ore di volontariato e 130.577 donatori. Questa l'immagine cruda della povertà milanese che emerge dal secondo bilancio sociale dell'Osf (Opera San Francesco per i Poveri), riferito al 2010, che verrà presentato domani 9 giungo, alle 17.45, nell'Aula Pio XI dell'Università Cattolica. Il documento è stato redatto in collaborazione dell'Altis - Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sotto la guida del prof. Marco Grumo. La dimensione dell’accoglienza di Opera San Francesco è definita da numeri, statistiche, analisi. Sono dati che riferiti alla realtà milanese parlano di povertà, di persone svantaggiate che sperano di uscire dall’emarginazione e chiedono di essere aiutate a recuperare la loro dignità. Ogni anno l'Osf aiuta oltre 10mila nuovi poveri, in genere uomini tra i 25 e i 45 anni, italiani, egiziani, peruviani e rumeni.
mercoledì 8 giugno 2011
Milano povera: il bilancio sociale 2010 dell'Opera S. Francesco
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