giovedì 23 giugno 2011

Libertà di stampa

Ceglie Messapica, 22 giugno 2011 - Un giornalista pubblicista di 41 anni si è suicidato ieri sera impiccandosi a un albero nel giardino della sua abitazione, in cui viveva con la madre e un fratello. È stato quest'ultimo a scoprire il suicidio quando assieme alla madre è rientrato dopo che avevano partecipato a un matrimonio. L'uomo, collaboratore di un quotidiano, a quanto si è appreso avrebbe lasciato una lettera in cui spiegherebbe le motivazioni del gesto legate a una delusione sentimentale e alle precarie condizioni lavorative. (ANSA).
Milano, 22 giugno 2011 - Il Corriere della Sera ricerca giovani redattori da inserire nelle proprie redazioni giornalistiche. I requisiti per accedere alle selezioni sono i seguenti.
Essere giornalisti professionisti e possedere una Laurea Triennale / Specialistica / Vecchio Ordinamento / Diploma rilasciato dalle Scuole di Giornalismo riconosciute dall'Ordine dei Giornalisti (purché acquisito dopo il conseguimento della Laurea). Iscrizione all'Albo dei Giornalisti. Fluente conoscenza di almeno due lingue straniere. Buona capacità di utilizzo dei principali software applicativi di ambiente Windows. Esperienza pregressa in ambito giornalistico di almeno un anno, con ottima conoscenza e utilizzo corrente di canali multimediali e online (video, blog, forum, social network..).
Inviare il curriculum vitae in formato pdf al link: http://lavoraconnoi.corriere.it

Le due notizie che vi ho segnalato ci consentono di riflettere sulle trasformazioni che l’evoluzione tecnologica da una lato e l'involuzione democratica del nostro Paese dall'altro hanno introdotto in una professione come quella del giornalista che, secondo la nostra Costituzione (articolo 21), non dovrebbe essere un mestiere affidato in esclusiva a una casta di funzionari selezionati, ma un diritto che tutti i cittadini possono liberamente esercitare.
Fino a 30 anni fa, quando sono entrato nel giornalismo, l’accesso alla professione era molto libero e democratico: nessun titolo di studio superiore richiesto per legge, nessuna conoscenza linguistica richiesta, nessuna abilitazione professionale o esperienza pregressa. Solo la voglia e la capacità dimostrata con i fatti di riconoscere e raccontare le notizie. 
La mia vita professionale lo dimostra. Dopo aver fatto il fotoreporter per 15 anni, ho cominciato a scrivere e firmare articoli su giornali come l’Europeo, Repubblica, l’Unità, Panorama, Domus, Mondo economico, Il Sole-24 Ore, Bazaar. Come ho potuto farlo? Semplice, mi presentavo nelle redazioni con un articolo, un’inchiesta o un servizio, completo di testi e foto, in mano e li vendevo al caporedattore o al direttore. I temi scelti per la mia ricerca erano sostanzialmente due: l’innovazione tecnologica (computer, robotica, automazione, intelligenza artificiale, ecc) che stava cambiando il mondo e la battaglia durissima scoppiata tra industria e ambiente (inquinamento, riciclo e riutilizzo dei rifiuti, energie rinnovabili, ecc). Dopo due o tre anni di collaborazioni che mi vedevano firmare su questi importanti giornali almeno una volta alla settimana, il quotidiano della Confindustria decise di creare un inserto settimanale di tecnologia informatica e mi chiese di entrare in redazione per realizzarlo. Esitai perché avevo già 40 anni e ricominciare come praticante in un giornale con uno stipendio di 1.300.000 lire al mese quando da giornalista free lance ne guadagnavo più del doppio ed ero libero perché seguivo solo i temi che mi interessavano, era un passo importante. 
Decisi di farlo e un anno dopo, sostenuto l’esame di Stato, divenni giornalista professionista. Il mio titolo di studio era la licenza media, tutto quello che sapevo lo avevo imparato da solo sul campo, ma ero uno dei giornalisti più esperti nei settori indicati e a quel tempo il Sole-24 Ore era una federazione di giornalisti esperti ognuno in una specifica materia o settore e questa era l'unica cosa davvero richiesta, non il titolo di studio. La lingua straniera era gradita, ma se non la sapevi provvedeva il giornale a farti frequentare un corso accelerato. 
Nei quattro anni trascorsi al Sole ho vinto due importanti premi giornalistici nazionali, in seguito ho lavorato in altri giornali, fondato e diretto agenzie di comunicazione, ideato, condotto e prodotto programmi televisivi, fondato e diretto periodici, collaborato con enti, aziende e associazioni, ideato e condotto forum e giornali telematici, blog e altre iniziative on line (rassegne stampa del web). 
Se dovessi cominciare la professione giornalistica oggi però tutto questo non potrei farlo, come le due notizie che vi ho segnalato dimostrano: i giornalisti oggi sono o dei precari destinati all'emarginazione o dei giovani plurilaureati e poliglotti, esperti in tecniche di comunicazione multimediale e già membri dell'Ordine dei Giornalisti.
Tutto ciò dimostra che oggi siamo meno liberi di 30 anni fa e gli spazi democratici si sono pericolosamente ristretti.

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