domenica 6 marzo 2011

La bandiera rossa e il tricolore sventolano insieme

Il PD padernese durante la seduta del Consiglio Comunale di lunedì scorso ha chiesto con un OdG al sindaco di celebrare degnamente giovedì 17 marzo la ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Sappiamo tutti cosa e come Alparone ha risposto al capogruppo Coloretti. Una risposta inqualificabile e stizzita, provocata dalla cattiva coscienza di un sindaco costretto dalla sua imbarazzante alleanza politica ad occultare la festa nazionale in ossequio ai sentimenti antiunitari della Lega. Il 17, marzo infatti, non ci sarà, stando alle notizie in nostro possesso, alcuna manifestazione pubblica organizzata dal Comune. Pertanto se i cittadini, il PD e gli altri partiti dell’opposizione la vorranno fare, dovranno organizzarsela da soli, senza l’amministrazione che per bocca del suo leader si è già espressa in merito, negando alla sinistra il diritto a dimostrare i suoi sentimenti patriottici.
L’argomento usato dal sindaco, è il solito che tutti i reazionari italiani utilizzano dal dopoguerra: la bandiera della sinistra non è il tricolore, ma la bandiera rossa. Una bugia storica alla quale purtroppo, dopo 65 di polemiche inesauste tra i reazionari nemici della democrazia nata dalla Resistenza e gli eredi di coloro che invece la Resistenza l’hanno fatta, molti cittadini, soprattutto giovani, in buona fede hanno purtroppo creduto.

Ma è appunto una bugia; la bandiera rossa è sì quella del movimento socialista internazionale, ma non ha mai sostituito nella tradizione della sinistra italiana quella tricolore, emblema dell’unità nazionale. Il discorso del sindaco merita una risposta molto determinata da parte dei partiti della sinistra che i valori di quella bandiera rivendicano, anche perché - per chi non se lo ricorda - il PCI nel suo simbolo ha sempre avuto il tricolore.


L'unità nazionale è sempre stata richiamata nello Statuto del partito insieme alla Costituzione e, non da ultimo, va ricordato che il PCI si è chiamato Partito Comunista Italiano (è dal 44 con Togliatti che smette di chiamarsi Partito Comunista d’Italia), quando altri partiti comunisti europei non facevano alcun richiamo all'appartenenza nazionale perché si ritenevano parte di un partito comunista internazionale che stava di casa a Mosca (nella foto il simbolo del PCI che unisce tricolore e bandiera rossa).
Questa è la tradizione della sinistra italiana che ha sempre denunciato la strumentalizzazione del patriottismo e dei simboli della Patria, in primis la bandiera, sul quale invece il nazionalismo fascista, guerrafondaio e nemico della pace, aveva costruito la sua ideologia e la sua dittatura. Pertanto le affermazioni di Alparone sulla bandiera della sinistra e sul carattere patriottico dei partiti che la rappresentavano, e di quelli che oggi ne hanno raccolto l’eredità storica, sono solo manifestazioni di ignorante faziosità e livore e come tale vanno considerate.
Io mi auguro che, con o senza questa amministrazione i cittadini di Paderno Dugnano vogliamo invece riaffermare il valore dell’Unità nazionale e il rispetto per quei milioni di italiani che l’hanno voluta, costruita e che ce l’hanno donata come un bene prezioso da difendere.
Per quanto mi riguarda, 45 anni fa, ho giurato solennemente in un mattino di primavera insieme ad altri trecento giovani di difendere la Costituzione della Repubblica italiana, una e indivisibile, contro tutti i nemici interni ed esterni che ne minacciano l’unità e l’indipendenza, anche con le armi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

forse non ricordano ...l'età avanza anche per loro...è bene ricordare la presenza del tricolore anche in quella bandiera come in tante altre....
Giorgio

Uncas ha detto...

la mia bandiera

Oliveri Bruno (1) Se fossi Ungherese avrebbe un buco in mezzo.
Se fossi Israeliano sarebbe bruciacchiata.
Se fossi Giapponese sarebbe intrisa d'acqua e sale del Pacifico.
Se fossi Russo sarebbe di stoffa nuova.
Ma la mia bandiera, il mio tricolore, ha solo una macchia al centro,
Che sporca un poco il bianco della neve.
Perché il 18 novembre 2003 il cielo piangeva con l'Italia.
E il fiocco nero che avevo legato sulla mia bandiera, perse un po' del suo colore.
Per ricordarmi sempre quel giorno.
Anche quando l'avrei sventolata per festeggiare Fabio Grosso.
Anche quando l'avrei sventolata in faccia ai turisti francesi.
Anche quando la esporrò di nuovo.
La mia bandiera sventolerà ancora il 17 marzo.
E non perché il mio sindaco - finalmente - pensa che lo dovrei fare.
E non perché - ora - chi scriveva "10, 100, 1000 Nassirya" la "difende" scendendo in piazza.
Ma perché è identica a quella che sventolava in piazza d'armi quando vi conducevo il plotone.
E' identica a quella su cui prestarono giuramento D'Acquisto, Calabresi, Falcone e Borsellino.
E' identica a quella che i nostri difesero a El Alamein, a Cefalonia e a Kindu.
La mia bandiera sventolerà il 17 marzo perchè è l'unica cosa di cui posso ancora dire "nostra" guardando in faccia uno sconosciuto per strada.
Alla faccia di chi vorrebbe dividere ed imperare tutti e su tutto.