Ricevo dal Capogruppo del PD in Consiglio Comunale, Marco Coloretti, questo commento sulla celebrazione del 17 marzo, festa dell'Unità d'Italia.
Per chi ha seguito l'ultimo Consiglio Comunale, sa che come PD avevamo presentato un Ordine del Giorno che chiedeva a Giunta e Sindaco di celebrare onorevolmente anche nella nostra città la data del 17 marzo, anniversario di nascita della nostra Patria. Data di festa deliberata dal Consiglio dei Ministri - perchè il 17 di marzo sta nei libri di storia - raccogliendo le sollecitazioni del Presidente della Repubblica che da sempre si è dimostrato fautore convinto della celebrazione di questo non banale anniversario.Chi ha seguito il consiglio - se no può comunque documentarsi attraverso il sito del comune - sa che il nostro OdG è stato respinto, pur non essendo più che un appello a fare qualcosa di significativo lasciando aperta anche la possibilità di concordare insieme cosa fare. Semplicemente, non c'era la volontà di accogliere questa proposta - che ancora ritengo pacata e ragionevole, come lo è stato il nostro intervento nel consiglio stesso - anzi: il Sindaco, nel rispondere, ha cercato di "buttarla in rissa", argomentando che noi volevamo dividere (?), che lui avrebbe messo in campo diverse iniziative a partire dal 19 marzo (!), che non spettava a noi fare proposte perchè "nipotini di Stalin" (anche se non ha usato questa espressione, il senso era questo) per cui non avevamo la patente per portare il tricolore. Non voglio riprendere qui lo squallore di quella polemica, del tutto fuori luogo: ricordo solo che il Presidente della Repubblica, cioè la più alta carica dello Stato oggi e quella in cui gli italiani si sentono meglio rappresentati, ha la stessa storia politica, ideale, culturale di quelli che al nostro Sindaco non piacciono, preferendo altri. Ognuno sta con chi si merita.
Da quella alzata di scudi, però, sembrano cambiate diverse cose: intanto, al 17 marzo il sindaco non può sottrarsi, anche se sembra ci sia voluta la formale comunicazione della Prefettura per risvegliarlo dal sonno.
Sembra che sarà in formato ridotto il corteo (un girotondo intorno al Comune), ad un'ora tale da non rovinare il sonno delle istituzioni (ma l'alternativa tanto sbandierata di andare a lavorare, allora a chi era rivolta?), che la banda ci suoni frettolosamente l'inno e poi tutti a casa.
Così, la piazza e il corteo che si stava formando con le associazioni e i liberi cittadini di Paderno che volevano celebrare degnamente il 150° anniversario si farà, ma non come tradizionalmente ci si aspetta.
Ecco, io credo da cittadino libero - e senza la volontà di mettere il cappello su niente - che Paderno Dugnano si meriti qualcosa di meglio e qualcosa di più. Continuo ad affermare l'idea che il 17 mazo è festa d'Italia, quindi è festa di tutti, nessuno escluso e che gli elementi unificanti possono e devono essere il TRICOLORE e uno striscione con la scritta VIVA L'ITALIA VIVA LA COSTITUZIONE che è la carta dei diritti e dei doveri di ogni ciìttadino italiano e delle istituzioni che lo rappresentano.
Per questo sono pronto a sfilare con tutti i cittadini che si sentono di rendere omaggio alla patria di ieri, di oggi e di domani qualunque sia la sua evoluzione politica, la sua organizzazione statuale e quant'altro si possa discutere in merito al suo governo. Per questo, non abbiamo mai pensato a dividere ma a unire, quindi l'accusa infondata che ci viene rivolta in realtà è il paravento dietro il quale si nasconde un sindaco prigioniero della sua costruzione di potere, pronto a cedere alla Lega (la parte più retriva di essa) qualsiasi cosa serva a non "disturbare il manovratore" che poi ci ripaga con prediche e predicozzi sullo scibile umano ma non è politicamente incisivo su niente. Questo il mio personale giudizio politico.
Resta il fatto che il 17 marzo si festeggia: perchè sia una bella giornata anche a Paderno Dugnano occorre, se ve la sentite, di rilanciare l'appello alla partecipazione di numerosi cittadini, liberi di poter sfilare nella nostra città esibendo il tricolore e che dai balconi accada la stessa cosa anche se non abbiamo vinto la Coppa del Mondo, ma che sia l'inizio per pensare davvero a essere diversi da quel "noi siamo da secoli calpesti e derisi, perchè non siam popolo perchè siam divisi" che a me piacerebbe cantare insieme a tutti voi.
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