martedì 22 febbraio 2011

Eureco: assemblea aperta, ma la città dov'è?

Un Ordine del Giorno condiviso da tutto il Consiglio Comunale che impegna il sindaco e la giunta a istituire e mettere in atto una serie di azioni precise allo scopo di aumentare la sicurezza sul lavoro nel territorio di Paderno Dugnano.
Questo il risultato dell'assemblea aperta che si è tenuta ieri sera e alla quale hanno partecipato numerosi soggetti istituzionali, politici e sociali. Tra questi il senatore del PD, Giorgio Roilo, membro della commissione parlamentare d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro, che era già venuto a Palazzolo nel novembre scorso per un’ispezione alla Eureco, l’assessore al Lavoro della Provincia di Milano, Paolo Del Nero, rappresentanti della Asl, dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, del Comitato Paritetico Territoriale per la prevenzione degli infortuni, dell’Associazione Esposti Amianto, dei tre sindacati confederali, della Camera del lavoro di Milano.
Tutti gli interventi che si sono susseguiti in aula hanno confermato e ribadito la consapevolezza che, al di la delle cause materiali che hanno innescato l’incendio e la strage della Eureco sulle quali sta ancora indagando la magistratura, l’incidente e la morte di quattro lavoratori sono stati provocati dalle condizioni di sostanziale insicurezza nella quale operava l’azienda. Insicurezza dovuta a un mancato rispetto delle normative, favorito dalla debolezza delle leggi che è possibile eludere per via della scarsità dei controlli, della esecuzione solo cartacea e burocratica delle verifiche, dei tanti abusi impuniti e tollerati, delle scappatoie e dalle deroghe alle prescrizioni previste dalle stesse norme. Condizioni che hanno consentito a un imprenditore più volte inquisito e più volte condannato per reati ambientali (tra cui, non dimentichiamolo, l’omicidio colposo 5 anni fa di un dipendente morto in circostanze analoghe), che gestiva una piccola aziendina “commerciale”, installata abusivamente su un terreno di rispetto della Milano-Meda, contro la volontà dell’amministrazione comunale, ma con l’avallo della Regione Lombardia, di ottenere autorizzazioni dagli enti preposti per eseguire operazioni ad alto rischio e maneggiare sostanze pericolosissime quali solventi clorurati, amianto e altri veleni, senza avere strutture adeguate, utilizzando per queste operazioni personale assolutamente impreparato e non protetto da dotazioni e procedure di sicurezza.

Negli interventi si è ricordato che in Lombardia sono censite 259 aziende definite  a "rischio" dall'Arpa, ma che Eureco non compare nella lista. Chissà quante sono in realtà le aziende che trattano rifiuti e veleni pericolosi, sfuggendo ad ogni serio controllo?
Conclusi gli interventi dei relatori, ci sono stati gli interventi di cittadini, lavoratori e sindacalisti di base che hanno ricordato all’amministrazione alcune cose semplici che questa può fare: chiedere agli enti preposti di fare più controlli nelle piccole aziende e soprattutto di far conoscere i risultati, mandare la Polizia Locale a controllare quello che avviene nei cantieri e nelle fabbriche a rischio, agire con iniziative che diano ai cittadini una più solida cultura della sicurezza a partire dalle strutture comunali, agire sul territorio per far rispettare le leggi in materia.
Alla fine di questa sessione c’è stata la presentazione dell’Ordine del Giorno preparato dal presidente del Consiglio, Annunziato Papaleo, che emendato da suggerimenti e lievi modifiche al testo dal Capogruppo del Partito Democratico, Marco Coloretti, è stato messo ai voti e approvato all’unanimità. Il documento impegna il sindaco e la giunta a:
1) censire tutte le attività produttive e i siti a rischio sicurezza nel territorio comunale chiedendo la collaborazione dell’ARPA.
2) organizzare un gruppo di lavoro interno al personale del Comune con il compito di monitorare e aggiornare la situazione durante la sua evoluzione, collaborando con enti preposti e aziende interessati, riferendo periodicamente alla Commissione Consiliare Competente.
3) a considerare i dati emersi dai censimenti nella Valutazione Ambientale Strategica nella fase di elaborazione del PGT
4) integrare i regolamenti comunali ed intensificare la collaborazione tra Asl e Polizia Locale recependo le norme regionali e di altri enti preposti in materia di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro
5) sensibilizzare le aziende locali e il loro personale anche con corsi di formazione da tenersi presso la Biblioteca Tilane o presso le aziende stesse.
6) nel rispetto del Codice degli Appalti stabilire che oltre una certa soglia di valore dell’appalto si dovrà attribuire alla sicurezza una valorizzazione significativa
7) favorire protocolli di intesa con enti e associazioni con il coinvolgimento di sindacati e rappresentanze di categoria che posano migliorare le condizioni di sicurezza e di controllo sul posto di lavoro.
Fin qui i fatti. Il mio commento all’assemblea non può prescindere da alcune constatazioni e considerazioni. Assenti all’incontro, il capogruppo dell’Italia dei Valori, Maurizio Cerioni, e le consigliere del PD, Carla Pedretti e Michela Scorta. Il Vicesindaco Bogani è arrivato in aula a metà seduta. Soprattutto non c’erano i cittadini di Paderno Dugnano per informare i quali era stata organizzata l’assemblea aperta. Il settore del pubblico era popolato, infatti, da sindacalisti, giornalisti, esponenti dei partiti politici, ma ben pochi erano i padernesi che avevano sentito il bisogno di venire in Comune ad ascoltare e prendere coscienza di questo importante problema che li riguarda da vicino, di cui evidentemente non hanno la percezione. Una città sorda e grigia che nemmeno una strage di queste dimensioni e gravità spinge ad uscire di casa?  Se questa è la realtà forse è il caso di interrogarsi per capire le ragioni di tanta indifferenza.

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