domenica 9 gennaio 2011

La destra e la mafia, tra parole e fatti

Il rapporto tra la destra italiana e la mafia è sempre stato un rapporto vischioso. Giovanni Giuranna sul suo blog da mesi esorta il sindaco e la sua giunta a passare dall’antimafia parlata a quella praticata, ma è destinato a non ricevere risposta.
Negli ultimi giorni Giuranna ha denunciato due contraddizioni evidenti nel comportamento del PdL e dell’amministrazione padernesi. La prima è il comunicato emesso dai due “coordinatori” del partito di Berlusconi che sulla decisione del sindaco di chiudere per la seconda volta il Centro Falcone e Borsellino continuano a parlare della famosa cena di mafia esclusivamente come di un “danno d’immagine”. La seconda è il silenzio del sito comunale e dell’ufficio stampa del sindaco sull’incontro che ha per tema la penetrazione della mafia in Lombardia organizzato dal Consigliere capogruppo dell’Italia dei Valori, Maurizio Cerioni, nonostante il fatto che l’evento in programma si svolgerà nell’aula consigliare giovedì sera.
Altre contraddizioni ben più significative però sono emerse in passato e altre continuano a venire in evidenza. Si parla della grave crisi del Comune di Desio, sciolto per i rapporti di alcuni amministratori con esponenti della ‘ndrangheta e della recente nomina alla direzione della ASL n° 1, cioè la nostra, di Pietrogino Pezzano, già direttore generale dell’ ASL Monza e Brianza quando fu fotografato l’ 11 luglio 2009 dai carabinieri di Desio in compagnia dei boss della ‘ndrangheta Saverio Moscato e Candeloro Polimeno. Per denunciare questa nomina è in programma per il 29 gennaio una grande raccolta di firme negli oltre 70 Comuni che fanno capo alla ASL n° 1.
Il PdL padernese su questi eventi che ci riguardano da vicino, naturalmente, non ha detto una parola, la Lega è imbarazzata, ma non prende posizione, pertanto Giuranna è destinato a non ricevere dai suoi esponenti locali nessuna risposta. Pezzano, infatti, è difeso a spada tratta nientemeno che dal “boss” azzurro del magentino, il sottosegretario alle Infrastrutture, Mario Mantovani, che ai sindaci di destra dei Comuni del Nord Milano ha detto chiaramente che la sua nomina non deve essere messa in discussione. E Mantovani, come è noto, è il capo della cordata politica alla quale appartiene il sindaco di Paderno Dugnano, Marco Alparone, suo procacciatore di voti.
Ecco perché per la destra cittadina il problema ‘ndrangheta è e resterà sempre e solo un “danno d’immagine”. Nel loro comunicato i due portavoce del PdL affermano che con il centrosinistra su questo tema “non ci potrà essere dialogo”. Non c’era bisogno di scrivere un comunicato per sottolinearlo: non avevamo dubbi. L’impossibilità di un dialogo è imposta dal fatto che mentre gli amministratori locali della sinistra in Campania vengono uccisi dalla mafia quelli di destra a Paderno Dugnano (come in Sicilia) si preoccupano solo dell’immagine e mantengono su questo fronte il loro storico rapporto di ambigua vischiosità che emerge dallo scarto evidente tra le parole e i fatti. 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono certo che, questi uomini "D'onore", si faranno delle grosse risate anche davanti ad una corposa quantità di firme, comunque, giusto per solidarietà con la parte onesta degli Italiani, darei volentieri la mia firma,ma dove e quando?

Flavio Mariani