Salvatore Catalano, 55 anni, uno dei sette operai bruciati vivi nell'incendio all’Eureco di Paderno Dugnano avvenuto il 4 novembre scorso, non ce l'ha fatta. La sua morte all'Ospedale di Niguarda dopo due mesi e mezzo di lotta disperata fa salire a tre il numero dei caduti sul lavoro. Le prime due vittime della strage, un lavoratore italiano, collaboratore della Eureco, e uno albanese della cooperativa incaricata di eseguire le operazioni, erano morti pochi giorni dopo il rogo. Catalano, che lascia una compagna (anch'essa dipendente dell'azienda) e una figlia, aveva riportato ustioni sul 90% del corpo. L’altro lavoratore ricoverato a Niguarda, l'albanese Leonard Shehu, 37 anni, è sempre molto grave e le sue condizioni restano a rischio. Sulla tragica morte del lavoratore, nostro concittadino, si è espresso Ezio Casati, vicepresidente del Consiglio provinciale milanese e consigliere del PD che ha detto: “Apprendo con grande tristezza e sconforto la notizia della morte di Salvatore Catalano, uno degli operai rimasti coinvolti nel grave incidente avvenuto all’Eureco di Paderno Dugnano nel novembre scorso. Esprimo il cordoglio e la vicinanza alla famiglia e in particolare alla compagna Antonella che avrebbe dovuto sposalo proprio pochi giorni dopo l’incidente. Mi auguro che presto sia fatta chiarezza sull’intera vicenda e siano accertate le responsabilità dell’incidente, auspicando che ciò possa servire almeno a prevenire altre tragedie di questo genere. Di certo la vicenda dell’Eureco di Paderno Dugnano si sta sempre più configurando come una nuova Tyssen”.
Ad oggi sono ancora sconosciute le cause dell'incendio e non sono note quantità e qualità delle sostanze bruciate. Ma di questo aspetto della tragedia che io considero "annunciata" stando alle prime risultanze delle indagini della magistratura e della relazione della Commisione parlamentare sugli incidenti sul Lavoro, che era subito venuta a Paderno per prendere visione dei fatti.
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