martedì 9 novembre 2010

Parco Reale, ma un distributore di benzina cosa c'entra?

Buoni a niente, capaci di tutto. Così sono stati definiti in passato, non mi ricordo bene da chi, gli "uomini nuovi" dello schieramento berlusconian-leghista. E non c'è dubbio che la destra di governo dimostri continuamente, a Como (il muro sul lago) come ad Adro (la scuola del Sole delle Alpi), la giustezza di questa definizione. L'ultima incredibile decisione di una giunta verdazzura qui al Nord è stata presa vicino a noi, a Monza, città guidata da un imbarazzante sindaco leghista dove si cerca di costruire dentro al Parco Reale, senza apparente ragione nè bisogno, un distributore di benzina, una stazione di servizio. Questa incredibile storia di ordinaria follia padana ci viene raccontata da Alfredo Viganò, architetto e urbanista monzese, ex assessore al Territorio della giunta di centro sinistra, padre del PGT recentemente approvato nella capitale brianzola, attualmente consigliere comunale. Buona lettura.

Il progetto di distributore che l’Amministrazione comunale intende far realizzare ne Parco Reale è una vergogna per molte ragioni e bisogna intervenire per proibirla. Con ogni mezzo democratico, se necessario, come insegnano i cittadini del Parco del Vesuvio. Si distrugge una bosco ( 60 piante circa), affermano negli atti che è un’area degradata e in parte urbanizzata. La ragione madre per dire di no è che siamo all’interno di un grande monumento paesaggistico storico ambientale dove ogni intervento deve rispondere a ragioni di restauro e valorizzazione del Monumento. Indubbiamente la scelta di un distributore è semplicemente insensata e non risponde ad alcun principio di compatibilità col Parco. Inoltre l’intervento non è compatibile con le Norme del PGT vigente e fanno finta di niente abusando della pazienza della legge. Infatti le norme proibiscono esplicitamente nel Parco questi interventi e danno disposizioni dove è possibile fare distributori (come richiesto dalle leggi vigenti), in generale lungo la grande viabilità.
L’idea che per fare il pieno di metano, gpl, idrogeno o altro, si debba andare tutti in fila nel Parco grande isola pedonale protetta da mezzo secolo, entrando dall’ingresso di Biassono, e non semplicemente in un normale distributore esterno (ce n’è uno fuori dal Parco, poche centinaia di metri distante), non trova giustificazione credibile se non quella di deviare grossolanamente finanziamenti europei pubblici volti a politiche energetiche alternative e cercare di fare cassa con una attività economica incompatibile nel Parco, dentro le aree in Concessione da parte del Comune di Monza e di Milano alla SIAS, società dell’ACI milanese che gestisce l’Autodromo.

Storicamente il Parco, come altri interveti in Città di rinnovo urbano, ha spinto ad alti livelli di progettazione fin nei minimi particolari, sia per le opere e costruzioni, che per l’impianto delle piantumazioni e del paesaggio. Il cantiere del Parco (progettato da Luigi Canonica nel 1805 e realizzato nel 1908ndr) fu un esempio culturale e scientifico, scuola per molte discipline ambientali, architettoniche, energetiche ed agricole, riferimento delle politiche sociali ed abitative, di igiene ambientale ed urbana, di alimentazione, di uso delle risorse. In sostanza di compatibilità tra ambiente e presenza di realtà economiche e in generale antropiche nel territorio dalla relazione paesaggistica
Questo progetto non centra nulla con tutto questo, sia per i contenuti e finalità, che per l’inserimento paesaggistico e di compatibilità col Monumento. Una tettoia per i distributori, quattro pilastri, una estesa pavimentazione e parcheggio, tre baracchini e una muraglia, un filarino di pianticelle di contorno. La relazione che accompagna il progetto, dal titolo pomposo :”Relazione Paesaggistica e Relazione Tecnica per la realizzazione di un impianto stradale ad uso pubblico per la distribuzione di gas per autotrazione a basso impatto ambientale” è dal punto di vista selle verifiche di compatibilità ambientale e paesaggistica del tutto misera (se non nel riferimento di “Stradale”, nella indicazione delle finalità e nei contenuti specifici. In realtà è una normale relazioncina di un normale progettino di distributore di carburanti in una normale strada della città e circondario. Come se il Parco storico fosse un incidente di percorso. Manca ogni riferimento essenziale a dimostrare la compatibilità paesaggistica e funzionale nel contesto del Parco e della Zona, sia per la documentazione progettuale che per le modalità di intervento e per il taglio ingiustificato di essenze arboree.
Non a caso il primo progetto è stato semplicemente “segato” dalla Commissione tecnica del Paesaggio e non ancora presentato. Alla Conferenza di Servizi la Soprintendenza non si è presentata (abbiamo anche denunciato questo scempio alla stessa) e il prossimo 19/novembre è stata riconvocata. Credo che ogni protesta contro questa scelleratezza sia doverosa.


Alfredo Viganò

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