domenica 14 novembre 2010

Le non politiche sociali della destra

Nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, nella parte dedicata al Bilancio, abbiamo tutti ascoltato con sgomento l’assessore Ruzzon e il sindaco Alparone annunciare la prossima fine dei servizi sociali così come li abbiamo faticosamente costruiti e conosciuti fino ad oggi. La crisi economica e il modo di affrontarla del governo di destra, sia a livello nazionale che locale, comportano la cancellazione della spesa sociale pubblica che potrà venire in futuro sussidiata solo dalla carità privata e dalle sponsorizzazioni pubblicitarie. Il trionfo, insomma, del liberismo mitigato dalla carità esibita a fini pubblicitari, una politica irresponsabile e asociale che antepone la merce all'uomo, sorella di quella, per intenderci, che in nome del profitto provoca morti e feriti, considerandoli danni collaterali, privatizza gli utili e socializza le perdite.
Tale politica è ormai in pieno dispiegamento e il governo dell’economia affidato a Tremonti la sta portando avanti con coerente determinazione. Basta guardare il modo in cui la Finanziaria 2011 ha falciato i fondi destinati alle politiche sociali, al sostegno della famiglia, ai servizi all’infanzia e alle politiche giovanili, agli handicappati e alla casa, alle pari opportunità e all’inclusione degli immigrati. “I dieci fondi a carattere sociale presi in esame (quattro dei quali istituiti nel 1997-1998 e sei nel 2006-2007) potevano contare, nel 2008, su stanziamenti complessivamente pari a 2 miliardi e 520 milioni nel bilancio di previsione dello Stato. Le scelte del governo Berlusconi hanno tagliato le risorse destinate alle politiche sociali, che sono scese a 1miliardo e 851 milioni nel 2009 (-30,5%) e 1 miliardo e 472 milioni nel 2010 (-15,9%).

La manovra di bilancio per il 2011 ha segnato un ulteriore, drastico taglio, abbassando gli stanziamenti di bilancio a poco più di 349 milioni. Una riduzione di tali proporzioni (-86,1% tra il 2008 e il 2011) avrà come inevitabile conseguenza la cancellazione o il ridimensionamento di una moltitudine di iniziative e servizi, molti dei quali gestiti da enti territoriali a loro volta colpiti duramente dalla manovra di finanza pubblica. E’ una prospettiva decisamente negativa per un Paese colpito dalla crisi occupazionale e sociale peggiore del dopoguerra” scrive il deputato del Partito Democratico, Antonio Misiani, membro della Commissione Bilancio Tesoro e Programmazione.
Questa politica ha comportato in particolare il taglio del fondo per le Politiche Sociali che è quasi sparito passando da 929,3 milioni del 2008 a 75,3 previsti per il 2011. Il fondo Immigrati e quello Servizi per l’Infanzia sono ridotti da 100 milioni a 0 euro, quello per i non autosufficienti idem, da 300 milioni a 0, il fondo per la Famiglia da 346 a 52, 5 milioni.
Ecco qual è la nuova politica sociale di questi governanti che cercano di sostenerla vendendosi anche Dio quando ci riescono. Lo dimostra la forte contrapposizione scoppiata tra la Curia milanese e il sindaco Moratti sulla cessione del sagrato del Duomo in occasione del Natale al gioielliere americano Tiffany che in cambio della fornitura e addobbo del tradizionale albero (finora allestito dal Comune) ha impiantato di fronte alla cattedrale milanese un temporary shop per vendere gioielli. L’arcivescovo e la Curia hanno protestato, ma il sindaco-manager dopo qualche tentennamento ha deciso di andare avanti con l’iniziativa di marketing in cambio di 320mila euro che serviranno, dice, agli addobbi natalizi. Si poteva benissimo rinunciare all’albero, fanno sapere dalla Curia che ricorda come l’abete non sia una tradizione cristiana, e non serve a nessuno, ma i soldi e il mercato ancora una volta hanno vinto sulle ragioni della fede, della tradizione e del buon gusto.
Come si vede lo scontro tra le due visioni della vita e della società, tra il trionfo volgare e brutale della merce e quello dell’uomo, è in pieno svolgimento. Ognuno scelga la parte dalla quale vuol stare: da quella di Tettamanzi che vende le sue icone per sfamare i poveri o da quella della Moratti che svende piazza Duomo per fare marketing. Gli ignavi come sempre si accoderanno.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Tranquillo. a breve Berlusconi cadrà e poi toccherà agli amici tuoi governare. Sappi, che alla minima cazzata il popolo ne chiederà conto e pure a te. Sei pronto? Spero di sì. Buona giornata.

carlo arcari ha detto...

Aspetterò a piè fermo il popolo, armi democratiche alla mano.