La vicenda tragica della Eureco di Paderno, frutto non di fatalità o errore umano, ma di legalità debole quando non di illegalità (le indagini sono in corso), di grave insicurezza accettata come “normale rischio” in cambio di stipendi da fame, del prevalere di ragioni economiche su quelle civili, dello sfruttamento esasperato dell’uomo sull’uomo, della ricerca del profitto come unico valore, mette con le spalle al muro i legislatori e gli amministratori responsabili della gestione di un sistema che produce ricchezza per pochi e miseria, degrado e morte per molti.
Quando si verificano fatti gravi come questo è interessante notare come si comportano gli inquilini del Palazzo, i detentori del potere, per capire come funziona davvero la nostra società politica. La loro prima reazione è sempre minimizzare, assicurare che tutto era in regola, scaricare su altri enti le eventuali responsabilità di controlli e denunce, sottrarsi al loro dovere nascondendosi dietro maschere “virtuose”; una su tutte la pietà per le vittime.
Esemplare in questo senso è il comportamento del presidente del consiglio regionale lombardo, il leghista Davide Boni: “La quotidianità che accompagna il nostro impegno non è fatta solo di politica, ma si occupa anche di tragedie che colpiscono la gente comune – ha dichiarato -. Non vogliamo fare polemiche, aprendo dibattiti sul perché accadono questi avvenimenti, ma vogliamo mantenere un rispettoso silenzio nei confronti di persone che soffrono”. Vale a dire, non mettiamoci in discussione analizzando le nostre responsabilità di amministratori e legislatori in merito ai fatti accaduti, ma raccogliamoci in doveroso e rispettoso silenzio. Rispettoso per chi? Per loro, naturalmente che liquidano la richiesta di chiarimenti e informazioni sul “perché accadono questi avvenimenti” come “fare polemiche”.
Le stesse cose ha detto subito anche il sindaco di Paderno Dugnano, Marco Alparone, quando qualcuno ha cominciato a chiedere notizie delle autorizzazioni e dei controlli rilasciati al titolare della Eureco, pluricondannato e plurinquisito per reati ambientali: "Sono indignato che di fronte al dolore umano si faccia polemica politica. L'azienda era in regola ed era in possesso di tutti i regolari permessi per operare in sicurezza su questo sito", ha detto nei giorni scorsi al Corriere della Sera.
La destra populista non si smentisce mai. Pur di non assumersi le sue responsabilità, quelle cioè di chi governa e deve rendere conto ai cittadini del perché succedono con tanta facilità queste tragedie, discutere del funzionamento di norme e controlli per impedire che si ripetano ancora in futuro, hanno la faccia tosta di nascondersi dietro al “dolore umano” e al “rispettoso silenzio” per le vittime. Tutti zitti, niente domande, niente discussioni, doveroso silenzio. Ecco quello che vorrebbero da noi i nostri amministratori impegnati a non cambiare niente, difendere il meccanismo perverso che privatizza gli utili e scarica sulla società le perdite. Ci vogliono zitti, complici e rassegnati, ma non li accontenteremo
2 commenti:
Abito in via Mazzini. E'passata quasi una settimana. Non trovo notizie sui risultati dei rilevamenti ambientali effettuati dall'Arpa. Che tipo di sostanza sono bruciate? Voi siete riusciti a sapere qaulcosa? Grazie.
Sui rilevamenti ambientali dell'ARPA il Comune ha emesso un comunicato che si può leggere su questo e altri blog, oltre che sul sito del Comune in home page. Per quanto riguarda quantità e natura dei rifiuti bruciati non si sa ufficialmente ancora niente.
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