"Credo che l’esito dell’incontro di oggi con i rappresentanti delle Istituzioni deputate a circoscrivere il fenomeno, troppo spesso devastante, dalle esondazioni del Seveso abbia confermato la volontà di accelerare la realizzazione delle opere necessarie a contenere la portata d’acqua del fiume – ha dichiarato in serata il presidente della Provincia, Guido Podestà, dopo aver coordinato il Tavolo convocato a Palazzo Isimbardi cui hanno partecipato per il Comune di Milano il vicesindaco Riccardo De Corato e l’assessore ai Lavori pubblici Bruno Simini, per il Pirellone gli assessori Daniele Belotti (Territorio) e Romano La Russa (Protezione civile) e per il Comune di Senago il sindaco Franca Rossetti -. Il fatto che la Regione Lombardia abbia ottenuto l’assenso dell’Agenzia interregionale per il Fiume Po la disponibilità a concedere un prestito-ponte di 14 milioni di euro consentirà di intraprendere in tempi più rapidi del previsto il potenziamento del Canale Scolmatore Nord-Ovest e la creazione di una vasca di laminazione in territorio di Senago. Confidiamo, inoltre, che la Corte dei conti sblocchi definitivamente i fondi destinati alle infrastrutture citate dal Cipe attraverso un’apposita delibera varata nel 2009. Confido che i nuovi elementi emersi insieme con la disponibilità del Comune di Milano a contribuire alla realizzazione di interventi di mitigazione possano indurre il Consiglio comunale di Senago, contrario all’unanimità alla realizzazione di una vasca di laminazione sul suo territorio, a rivedere la posizione ribadita oggi dal sindaco Rossetti al di là della collaborazione garantita in presenza di circostanze nuove".
Questo il comunicato diffuso ieri dalla Provincia sull'affare "Seveso" dal quale si evince che gli enti locali hanno ricevuto i soldi, 14 milioni di euro, per mettere in sicurezza il fiume con la realizzazione di opere a monte di Paderno Dugnano. Tali opere, il raddoppio dello scolmatore di Nord-Ovest e una vasca di contenimento temporaneo delle acque di piena, che si dovrebbero realizzare nel territorio di Senago, sono però tenute in forse dall'opposizione dei cittadini, delle forze politiche e del sindaco di Senago, cioè il funzionario addetto all'Urbanistica e ai Lavori Pubblici del nostro Comune, Franca Rossetti.
Senago si mette dunque di traverso ai progetti della Provincia sul Seveso, e con ragione a mio avviso. Per quale motivo, infatti, il problema annoso e in continua crescita delle piene del "fiume nero" che devastano la periferia nord di Milano, deve venire risolto qui, tra Senago e Paderno? Perché deve venire risolto solo raddoppiando lo scarico di acque luride e inquinate nel Ticino? Perché la vasca di laminazione, cioè il bacino di contenimento delle piene, deve essere fatta qui e non a Milano, ai margini del Parco Nord su viale Fulvio Testi, dove uno studio del Politecnico l'ha localizzata in un progetto inascoltato dieci anni fa? Perché i problemi che il Seveso provoca a Milano, dove le sue acque vengono da secoli deviate e sfruttate per le fognature della metropoli, devono venire graziosamente risolti dai comuni dell'hinterland? Milano utilizza biecamente un fiume come fogna e pretende che siano le città che il fiume attraversa a levargli le castagne dal fuoco? Perché la vasca, il canale e l'inquinamento ambientale, cioè il danno provocato dall'urbanizzazione selvaggia dell'area metropolitana, deve venire sostenuto solo da noi, mentre Milano pretende di prendersi gratis solo l'acqua che gli serve per i suoi "sporchi" comodi? Il pensiero che sta dietro a questa impostazione sembra essere il seguente: il Seveso è un fiume fino ai confini di Milano, dove sparisce dentro le fogne e dunque non esiste più. I suoi problemi li risolvano le città rivierasche. Milano non c'entra con la valle del Seveso e pertanto non deve partecipare allo sforzo comune.
Il sindaco Rossetti, seguendo le volontà dei suoi cittadini, si oppone a questa logica di comodo che la vorrebbe sostenere obtorto collo il ruolo della "serva" di madama Moratti, e fa benissimo a ribellarsi. Dovremmo, anzi, tutti quanti sostenerela in questa battaglia, anche perché, nel merito, la soluzione proposta dalla Provincia è nent'altro che la solita pezza emergenziale che nasconde e nega il disastro ambientale al posto di affrontarlo. Non è una soluzione vera, perché va nei fatti contro il ridisegno, riequilibrio e rinaturalizzazione del territorio fluviale del Seveso. Un approccio questo, virtuoso e di buon senso, che proprio per questo probabilmente, per il riflesso reazionario anti ambientalista tipico della cultura della destra, viene pervicacemente rimosso e negato da 20 anni, provocando una serie di conseguenze che sono ormai inaccettabili e insostenibili.
1 commento:
Condivido pienamente con quanto scritto nell' articolo.
Si devono valutare altre soluzioni alle vasca di laminazione a Senago.
Il comune di Milano tenta di risolvere i suoi problemi cercando di prendere con prepotenza il territorio di Senago, infischiandosene dei problemi che porterebbe in quel luogo, oltre a non risolvere (come detto da più tecnici) i problemi di esondazione del Seveso.
Inoltre vorrei far notare che anche negli ultimi giorni di pioggia il canale scolmatore di nord/ovest era quasi in secca, come lo era il giorno dell'esondazione a Niguarda.
Se mi permettete vorrei dire in modo provocatorio;
Dato che il problema esondazione, riguarda la zona di Niguarda e Paderno Dugnano, perchè non fare un vasca di laminazione più grande nel Parco Nord?
Dopo tutto l'area prescelta per la vasca di laminazione a Senago si è urbanizzata molto negli ultimi anni.
Perchè i Senaghesi devono prendersi i cattivi odori, topi e zanzare che inevitabilmente invaderebbero le zone circostanti alla vasca?
Invito il, sig.Podestà a riflettere.
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