Basta con il rosso e il nero, il colore del futuro è il verde. Gli ambientalisti ci riprovano dopo decenni di esperimenti (e sostanziali fallimenti) a fare un nuovo partito. In Lombardia l’evento principale di questa iniziativa è la Costituente ecologista che si terrà sabato 23 ottobre nella sala delle Acli in via Conte Rosso a Milano.
Obiettivo ambizioso: cambiare in meglio l’Italia con la riconversione ecologica dell’economia e della società, una scelta non più rinviabile sia dal punto di vista economico che da quello della lotta ai cambiamenti climatici. “La politica industriale del nostro paese è ancorata al passato ed ignora i percorsi di modernizzazione che, invece, costituiscono la base dell’innovazione negli altri paesi europei – dice il leader verde Bonelli -. L’industria automobilistica è in crisi? La risposta più naturale sarebbe quella di riconvertire gli stabilimenti che rischiano la chiusura alla produzione di mezzi pubblici, come già accade in tutta Europa”. Come si vede Bonelli ripropone, senza saperlo forse, parole d’ordine che erano già del sindacato negli anni 70. “Lo stesso avviene per quanto riguarda l’energia. Tutto il mondo investe con forza sulle rinnovabili che sono le energie del futuro. L’Italia berlusconiana decide di fare un doppio salto mortale all’indietro verso il nucleare – afferma - Basterebbe ridurre le spese per gli armamenti (l’Italia spenderà dei prossimi anni oltre 40 miliardi di euro) per avere risorse per le politiche sociali e per l’ambiente, per le rinnovabili e per la messa in sicurezza di un territorio che cade a pezzi”. Anche qui niente di nuovo. Basti ricordare l’esortazione di Pertini di 30 anni fa: "svuotiamo gli arsenali, riempiamo i granai", antico slogan socialista.
Insomma i Verdi ripropongono oggi come "moderne", vecchie, se non vecchissime parole d’ordine della sinistra proprio per dire che “bisogna superare gli schemi classici di destra e sinistra e guardare avanti”. Gli esempi: la brasiliana Marina Silva, i Grunen tedeschi di Cohn Bendit. E il luogo nuovo dove costruire la nuova proposta politica verde, che si riassume nello slogan "green economy", è il web, superando la forma partito tradizionale, perché i luoghi della democrazia oggi sono solo quelli virtuali.
A me sembra un po' troppo facile e "vecchia" come analisi della realtà per essere credibile. Il suo punto di forza mediatico è la parzialità e la semplicità. Che poi si riveli anche pagante politicamente è tutto da vedere. Comunque auguri.
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